Famiglia Olivini: Lugana Stories

· di Olga Sofia Schiaffino ·

 


U

na delle visite in cantina più belle che ho avuto l’onore di fare nell’estate del 2021 è stata quella all’azienda Olivini, a Desenzano sul Garda: siamo nel regno della Turbiana, uva chiamata anche Lugana da cui il nome al vino e alla Doc.

Un’accoglienza meravigliosa in cantina: inizio il tour guidata da Simone, perfetto e preciso nel descrivere la storia di questa famiglia.

Produttori di Lugana dal 1970, inizialmente questa attività era considerata come un hobby: la svolta nel 1999, con la creazione del brand Famiglia Olivini ad opera dei nipoti del fondatore.

L’enologo è Antonio Crescini, entrato in azienda all’età di 24 anni, che segue da sempre sia la parte agronomica che i processi di vinificazione in cantina e che ha sempre condiviso le scelte di “purezza” per il Lugana, cioè quello di utilizzare solo uve Turbiana al 100%, senza i tagli consentiti dal disciplinare.

Di recente

è stata terminata la costruzione della nuova cantina (un vero gioiello), dopo aver completato l’acquisizione di terreni, per un totale di 30 ettari di cui l’85% impiantati con la Turbiana e il 15% con uve a bacca nera (Gropello, Marzemino, Sangiovese e Barbera, Merlot).

L’azienda produce circa 300.000 bottiglie, di cui 50.000  di Metodo Classico (remuage meccanico con giropallette), prodotto nella versione Brut con 2 anni di sosta sui lieviti, il pas dosè (60 mesi sui lieviti) e un rosé ottenuto dalle uve coltivate nella Valtenesi (36 mesi sui lieviti).

Si opera secondo i criteri di una Agricoltura Ragionata, marchio registrato nel 2018 del  metodo tramandato per generazioni dal fondatore Giuseppe Olivini, che pone al centro il territorio e la sua salvaguardia, la terra e i suoi prodotti.

Le uve  destinate per la spumantizzazione vengono vendemmiate manualmente e riposte in cassette da 7 kg (un solo strato!): nel 2021 un mese di maggio freddo e le piogge a luglio hanno leggermente ritardato la raccolta.

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Simone

mi racconta che il periodo vendemmiale copre circa un mese e che le uve vengono divise per localizzazione della vigna, perché a seconda dell’esposizione  i grappoli possono presentare gradi diversi di maturazione e inoltre cambiano i suoli, ricchi in argilla nella zona intorno alla cantina mentre a Pozzolengo troviamo anche una  discreta componente sabbiosa.

L’attenzione per la materia prima è a dir poco maniacale: vengono divisi i raccolti a seconda che siano piante vecchie o giovani, la prima pressatura dalla seconda, per cui le vasche sono sepimentate al loro interno e riempite con azoto, per permettere di lavorare su piccoli lotti, sempre per avere massima qualità.

Questo attento utilizzo della tecnologia per la conservazione del vino atta a prevenire difetti e ossidazioni, fa si che i livelli di solforosa utilizzata siano davvero minimi.

In cantina sono presenti anche vasche classiche, dove viene messo ad affinare ad esempio il Lugana riserva Demesse Vecchie, che deriva dalle uve della vigna di 50 anni davanti alla cantina, che prevede un passaggio in legno per il 10% della massa.

Lo stile dei Lugana della famiglia Olivini predilige la freschezza e la pulizia, quindi non sono mai presenti residui zuccherini importanti: basti pensare che il 2020 era addirittura zero.

Proseguendo il tour

si arriva nella parte della vecchia cantina, dove riposano le barrique coccolate dalla musica classica, capace di creare una atmosfera unica che incanta il visitatore.

Mi cade l’occhio su una barrique di allier e Simone mi racconta la storia di Notte A San Martino, da uve Merlot, viti piantate 35 anni fa da Giuseppe Olivini, che cercava di produrre un vino piacevole, di pronta beva:  è stato ripensato dall’enologo Antonio, che ha previsto un appassimento del 50% delle uve  in cassetta,  successivamente vinificate in acciaio, poi in barrique  per 2 anni , per riposare ancora un anno  in bottiglia.

La visita prosegue con un bellissimo giro in vigna ad ammirare i filari e i grappoli appesi che aspettano ormai solo di essere raccolti e si conclude con la degustazione: in abbinamento salumi e formaggi locali, tutto squisito, un’atmosfera particolare.

Sono rimasta colpita dalla qualità ed espressività del Lugana Doc, della riserva Demesse vecchie con il suo finale sapido e persistente, dalla bollicina veramente elegante e affascinata da Notte a San Martino e da Explorer, Benaco Bresciano Igt Bianco, da uve Turbiana  e Manzoni bianco che presenta un profilo olfattivo fruttato, agrumato,  a cui si aggiungono note di pietra focaia. Davvero una sorpresa.

Ringrazio Simone e la Famiglia Olivini per la bellissima esperienza.

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 Società Agricola Olivini 
Località Demesse Vecchie, 2
Desenzano del Garda BS
+39 030 991 0268

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