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mici winelovers, il nostro approfondimento continua dato che questa regione conserva molti reperti archeologici che testimoniano l’utilizzo delle anfore e l’importanza del vino nelle antiche civiltà che hanno abitato queste terre. Ecco alcuni dei musei archeologici più significativi della regione:
- Museo archeologico dell’Alto Adige a Bolzano: Questo museo ospita una vasta collezione di reperti archeologici che documentano la storia dell’Alto Adige dalla preistoria all’epoca romana.
- Museo Retico a Sanzeno: Situato nella Val di Non, questo museo è dedicato alla cultura retica, antica popolazione che abitava le Alpi centro-orientali.
- Museo archeologico dell’Alto Garda a Riva del Garda: Sebbene non sia situato direttamente in Trentino, questo museo ospita reperti archeologici provenienti dall’intera area dell’Alto Garda, inclusa la parte settentrionale del Lago di Garda che fa parte della provincia di Trento.
- Museo archeologico dell’Alto Adige a Teodone (Brunico): Questo museo presenta reperti archeologici provenienti principalmente dalla zona di Brunico e dintorni
Questi musei offrono un’affascinante immersione nella storia e nella cultura del Trentino-Alto Adige, includendo sicuramente anche il ruolo centrale del vino nelle società antiche che hanno abitato questa terra.
Tornando ai nostri tempi, sono molte le realtà che in Trentino-Alto Adige stanno utilizzando le anfore per alcuni dei vini in produzione.
Eccone alcune referenze.
Saperaia 2020 è una assoluta rarità, un vino rosso prodotto da Kellerei Meran: il suo enologo Stefan Kapfinger si è ispirato per il nome all’antico vitigno della Georgia, culla della nascita della vinificazione in anfora. Le viti di circa 6 anni crescono su terreni ricchi di ardesia, scisto, quarzo a circa 350 metri s.l.m.
Dopo la fermentazione affina in anfore di terracotta e in barrique e si svela con un manto scuro e profumi di piccoli frutti a bacca nera, tra cui il ribes. La buona struttura è sostenuta da una garbata acidità e tannini delicati.
Kellerei Meran nasce alla fusione di due storiche cooperative vinicole – La cantina di Burggrafler di Marlengo e a Cantini vini Merano – avvenuta nel 2010. I 350 soci conferitori lavorano circa 245 ettari di superficie vitata che abbraccia la zona di Merano e la Val Venosta.
Si coltiva a partire dai 300 metri slm per arrivare a 900, con esposizioni ideali per le 16 varietà di uva a dimora.
La Cantina Sociale Mori Colle Zugna ha costruito la nuova cantina ipogea nel 2011 e propone un vino rosso di nome Egorà, le cui uve provengono dal vigneto IASMA eco 1, posto sul tetto della cantina, dove sono allocate viti di teroldego e lagrein resistente alla botrite.
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Dopo la diraspatura le uve vengono messe in anfora per la fermentazione e restano sulle bucce per un tempo che varia dai 5 ai 9 mesi. Segue un periodo di affinamento in bottiglia. Al naso una molteplicità di frutti rossi , tra cui spicca la mora e l’amarena, buona la sapidità e il tannino preciso e integrato.
Sono circa 600 i soci che coltivano 700 ettari in un territorio variegato, ricco di microzone che si estende dalla Val dell’Adige al basso Sarca, giungendo a sud verso l’altopiano Brentonico e alle pendici del Monte Baldo, mentre a nord si prolunga verso la Val Gresta.
Bioweingut Zollweghof è una azienda biodinamica che produce vino a Lana(BZ) e coltiva vitigni PIWI tra cui il souvignier gris che diventa il protagonista di Goldraut, vendemmia tardiva, un vino che matura in anfore Tava e botti d’acacia. Franz Pfeifhofer è stato uno dei primi fondatori dell’associazione Piwi Suditrol e organizza interessanti degustazioni in cantina, comunicando la filosofia produttiva e il totale rispetto della natura.
Per chi volesse approfondire il mondo della vinificazione in anfora, l’appuntamento è per il 7 e 8 giugno alle Gallerie Mercatali a Verona con la prima edizione di Amphora Revolution, organizzata da Helmuth Köcher e da Merano Wine Festival.