Sette Cammini: il nuovo Cru di Giovanna Maccario
Sette Cammini: il nuovo Cru di Giovanna Maccario

Sette Cammini: il nuovo Cru di Giovanna Maccario

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na luce radente spianava il mare e lo sollevava nelle insenature; anche al largo esso si alzava fino a cozzare contro il cielo. Un altro mare, d’ombra, scendeva dalle catene rocciose”.

Le parole di Francesco Biamonti, impresse nella mia mente, facevano da sottotitolo al paesaggio che mi si apriva davanti agli occhi, mentre salivo il sentiero insieme a Giovanna Maccario, la mia guida verso il vigneto Sette Cammini.

Una nomeranza di Rossese di Dolceacqua che l’azienda Maccario Dringenberg ha recentemente acquisito in affitto: siamo al confine con la Francia, che viene raggiunta attraversando il Passo del Cornà.

Sono i luoghi dei “passeurs”, di una cultura che accumuna le genti del Mediterraneo condivisa da Camus, Valery e Montale: una civiltà che sembra essere “ossessionata dalla intensità della luce e anche abbagliata” (Laura Guglielmi).

Arrivati a un crocevia,

che sembra quello di  Alice nel paese delle meraviglie – da qui il nome Sette Cammini per le numerose strade che si diramano da quel punto del crinale – pieghiamo a destra, per l’ultimo pezzo in salita.

Dietro a un cancello si estende la vigna ad abbracciare il falso piano che ha dietro il bosco e le montagne a corona. Di fronte a noi il mare, o meglio, uno specchio di luce azzurra che assomiglia a un miraggio.

Le piante sono condotte ad alberello, contorte, addomesticate a far esprimere il meglio al grappolo di Rossese.

Si lavora tutto manualmente, concentrati sul bisogno della vigna, sul silenzio che avvolge cose e persone.

Le rocce che affiorano dalla vegetazione sono fatte di “sgrutto”, il termine dialettale per indicare il flitsch di Ventimiglia, che è caratteristico di altre zone della Denominazione.

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Giovanna mi racconta, mentre apprezziamo il tepore del sole, che temeva per queste condizione climatiche: invece esiste una apprezzabile e importante variazione termica giorno e notte e finisce che Sette Cammini viene ad essere vendemmiato più o meno nel medesimo periodo del Brae, la vigna più alta a nord.

Questo consente ai profumi del vino di mantenere note fresche di piccoli frutti rossi e di fiori, eleganza e freschezza gustativa.

Avevo degustato il Rossese Sette Cammini 2020 per la prima volta a Piacenza, al mercato Fivi, dove Giovanna era presente: un assaggio memorabile, tra le persone che continuavano ad arrivare per  assaggiare i vini di Maccario Dringenberg!

Eppure,

nonostante la confusione, il dialogo con il calice aveva creato silenzio intorno a me: i profumi mi avevano condotto lontano, facendomi respirare l’anima del Mediterraneo e tutto sembrava immobile, sospeso.

Una sensazione che ho provato ancora una volta, mentre ero immersa nella bellezza della vigna, circondata da tutta la natura.

Sette Cammini è un altro capolavoro di Giovanna, nato dalla sua sensibilità, dalla determinazione di esaltare un vitigno, il Rossese, e allo stesso tempo il lavoro dell’uomo.

“Un azzurro liquido, stratificato, navigava nel cielo” e finita la visita, in religioso silenzio, sono tornata verso la città con un immenso senso di gratitudine .

 

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Maccario Dringenberg
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San Biagio della Cima IM
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