Vini di Liguria 26
· di Annamaria Spaccarelli ·
IVANO LUIGI DENEVI
è un tranquillo signore ligure di 72 anni che a tutti gli effetti possiamo definire un giovane vignaiolo. Si, perché solo da una ventina d’anni, superato il mezzo secolo, si è innamorato della vite, della vigna e del vino che aveva idea di produrre. E che realizza attraverso la cantina “Cornice”, nell’omonima frazione di Sesta Godano, in provincia della Spezia.
Siamo nel biodistretto della Val di Vara, la Valle del Biologico, una virtuosa realtà di questa parte di Liguria di Levante dove diverse piccole, coraggiose aziende consorziate lavorano dando vita a prodotti genuini e di reale qualità e tra queste cito la Cooperativa Casearia Val di Vara che produce latte formaggi e salumi bio, la Cooperativa San Pietro Vara carni biologiche che produce e vende appunto ottime carni, i Luvi, realtà anche agrituristica dove si producono ortaggi e olio bio, la Ditta Arsfood a San Pietro Vara rinomata per la virtuosa produzione di speciale yogurt biologico naturale e alla frutta.
Dopo una vita professionale trascorsa in banca,
Ivano Luigi, il cui nome eredita dal nonno, viene colto dalla passione per il nobile alimento attraverso la frequentazione del corso da Sommelier in AIS, che, come egli stesso sostiene, è stato il suo incipit e la sua rovina. Ma si coglie tra il suo sorriso ironico una certa soddisfazione per i risultati ottenuti, e cioè i vini,
frutto del duro lavoro e delle sperimentazioni a cui non si è sottratto, anzi; si è messo alla prova in questa sfida con sé stesso e il suo lungimirante obiettivo che si è concretizzato via via negli anni con una produzione vinicola artigianale di qualità’ degna di un vero “tailor of wines”.
Nella sua famiglia già il nonno e il papà si dilettavano nella produzione di vino per il consumo domestico; Ivano Luigi però riporta in attivo una produzione vitivinicola che qui in Val di Vara c’era sempre stata, i cui albori si perdono nei meandri della storia antica;
questi luoghi vennero baciati dalla presenza di uvaggi autoctoni quali ad esempio il vitigno buttigiasca dai grappoli rosati vitigno locale, forse autoctono, coltivato nei comuni di Carro e Montale, con il quale si producevano dei vini di pregio che la nobile famiglia Gabaldoni, presente nella zona di Varese Ligure a fine ottocento nella Tenuta Cavalla Nuova, esportava in ogni dove.
In tempi non molto lontani
anche Mario Soldati spesso da Tellaro si spingeva in queste zone per godere dei vini di qualità prodotti nella famosa frazione di Montale, conosciuta quale vera e propria capitale enologica della valle, nell’entroterra della Val di Vara, a 15 km da Cornice e a 26 km da Levanto, i cui vini erano così apprezzati dallo scrittore piemontese.
L’azienda Cornice si sviluppa su due ettari e mezzo di vigneto e alcune vigne sono a fasce terrazzate mentre tre si adagiano su di una collina dal pendio dolce; l’altitudine è compresa tra i 400 e i 500 m slm, con pendenza tra il 35% e il 50% compresa una piccola vigna nuova a Levanto, da dove provengono le uve di Syrah e Sangiovese con le quali Ivano Luigi produce il suo rosato in blend; i vigneti si dipartono da Cornice su di una zona collinare, passando da Scogna per poi arrivare a Imara di Zignago, dove gli appezzamenti sono circondati da terreni più scoscesi.
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Attorno all’azienda Cornice si trovano una decina di produttori, tra questi Giorgia Grande che produce vino su di un vigneto di mezzo ettaro. Le vigne di Cornice subiscono le invasioni di caprioli e cinghiali, insaziabili distruttori; per questo motivo Luigi ha recintato i suoi vigneti con della rete metallica elettrosaldata grossa, che gli ungulati non riescono ad alzare da terra.
Pare che funzioni, anche se il capriolo rimane l’animale peggiore per la sua capacità di fare salti che raggiungono due metri di altezza; inoltre, essendo ghiotto dei germogli della vite, può rovinare le piante stesse facendole seccare e rendendole improduttive.
Ivano Luigi
vuole restituire bellezza e dignità alla potenzialità della pianta vite, trattando la stessa con la cura e l’amore di cui essa ha bisogno per crescere sana e forte, affinché possa dar vita a grappoli ricchi, pieni e succulenti. Inizia ad impiantare le sue prime viti atte a produrre vino rosso nel 2001 recuperando il Ciliegiolo, e aggiungendo Syrah e Merlot, da lui preferiti; per quanto riguarda i bianchi ha riconfermato la già presente Albarola, inserendo del Sauvignon e il Vermentino, ritenuto da sempre la varietà meglio adattabile e più diffusa nella provincia spezzina la cui espressione produttiva è favorita da sistemi di allevamento e modalità di coltivazione appropriate a tale vitigno.
Nella zona di Cornice e in generale nella Val di Vara il suolo è composto essenzialmente da scheletro, sabbia, limo e argilla con presenza di arenarie e marne, e sabbie a tratti, in prossimità delle rive fluviali del Vara. Il sottosuolo è arricchito di schegge di diaspro rosso, roccia minerale proveniente dalla cava neolitica della Valle di Lagorara, la cui esistenza risale all’età della Pietra cioè a 5.000 anni fa.
Essa è l’unica cava preistorica di diaspro a cielo aperto in Europa, rinomata anche per estensione ed importanza, e giace poco distante da Sesta Godano nel comprensorio del comune di Maissana. Il diaspro rosso, qui presente in grande quantità, è il risultato dell’accumulo sul fondo del mare nel periodo giurassico di microorganismi marini; a composizione silicea, è una roccia sedimentaria formata da un unico minerale, composta da quarzo, ossidi di manganese e ferro che attribuiscono alla roccia appunto il suo colore rosso.
In queste zone
il clima è freddo in inverno e molto caldo a tratti in estate, l’escursione termica è assicurata nei passaggi di stagione, soprattutto tra il giorno e la notte, e mediamente il mese più piovoso è novembre mentre luglio è quello più siccitoso, anche se negli ultimi dieci anni con il generale cambiamento climatico e l’innalzamento delle temperature, viene favorita una maturazione precoce delle uve che di conseguenza regalano ai vini una maggiore dotazione alcolica.
La conduzione agronomica è gestita da Ivano Luigi, implementata dai consigli dall’agronoma Marisa Novara, mentre l’enologo a cui si affida è Vincenzo Munì di Nizza Monferrato, che collabora inoltre con la Cantina Vermenting anch’essa votata al biologico. Ivano Luigi ha approfondito le sue conoscenze frequentando il corso di potatura
a Castelnuovo Berardenga (SI) del friulano Marco Simonit, CEO della Simonit&Sirch, l’unico gruppo al mondo strutturato nel settore della formazione del personale addetto alla potatura manuale dei vigneti.
Dagli insegnamenti ricevuti ha potuto applicare tecniche in vigna che hanno visibilmente migliorato e di molto la vitalità e il benessere delle sue amate viti.
Per la sua cantina/scrigno
ubicata sotto casa si è procurato tutta l’attrezzatura necessaria per fare del buon vino come lui dice con una certa soddisfazione come la pigiadiraspatrice, la pressa pneumatica, un piccolo trattore cingolato col quale lavorare in vigna tra i filari, un interceppi e da un anno è arrivato in azienda un ragazzo gambiano che lo aiuta per i lavori da perpetrare nelle vigne sparse.
Come accade regolarmente in questa parte di Liguria, anche la vendemmia qui avviene manualmente; e Ivano Luigi raccoglie pazientemente le sue uve di Pollera, Ciliegiolo, Syrah, Merlot, Sangiovese, Albarola, Sauvignon e Vermentino per produrre la sua linea di vini.
In Alta Val di Vara le sorti per una buona produzione vitivinicola di qualità sono affidate allo sviluppo di piccole produzioni di tipo biologico e biodinamico, di cui la Cantina Cornice è un esempio virtuoso nel biologico.
Infatti, in vigna Ivano Luigi per i trattamenti utilizza rame e zolfo e applica la pratica del sovescio per arricchire il terreno di sostanza organica impiantando sementi di favino; il sistema di allevamento scelto è il cordone mentre nell’appezzamento a Levanto utilizza il guyot, per le viti da rosso.
Dal 2020 i vini rossi Cornice sono certificati biologici, mentre da quest’anno la certificazione bio è estesa a tutti i vini prodotti. Potremmo dire i fantastici 5. Per ora. Che vanno a formare una produzione di nicchia da 7000 bottiglie annue immesse sul mercato.
Tutti questi vini
portano i nomi dell’appezzamento del terreno da cui provengono le uve, e Ivano Luigi regala loro una doppia identità, quella topografica e quella evocativa; si, lui i suoi vini li ha battezzati per sottolineare la paternità dei prodotti, alias figli suoi.
E questo vale come un doppio riconoscimento. Omen nomen qualcuno diceva….
Ma l’intima passione di Ivano Luigi è da sempre stata la raccolta di funghi, che di certo in Val di Vara non mancano.
Porcini, galletti, ovuli, mazze di tamburo, russole comunemente dette colombine; una volta raccolti Ivano Luigi li mette sottolio, li fa essiccare, li fa abbattere per l’inverno e li vende.
Ivano Luigi produce anche olio evo super biologico ma specifica, solo per consumo familiare con olive di tipo frantoio leccino, taggiasca con in più una varietà locale di 50 piante di ulivi da pendolino; la produzione è naturale al massimo e Ivano Luigi si avvale solo di trappole per la mosca, di caolino e, durante il periodo della potatura, di un po’ di rame.
Oltre ai funghi all’interno dei suoi 60 ettari di proprietà Ivano Luigi possiede molti alberi di castagno; oltre ai maroni, dalla raccolta delle castagne ricava dell’ottima farina che la Signora Carmen, la moglie, si diletta a trasformare in frittelle dolci e castagnaccio di cui Ivano Luigi è ghiotto.
Carmen
inoltre è una esperta raccoglitrice di erbe spontanee edibili, indispensabili per preparare il famoso prebuggiun, mentre Ivano Luigi si dedica alla coltivazione dell’orto da cui ricava genuini ortaggi come zucchine, cipolle, peperoni e pomodori.
Ma dove possiamo trovare i vini della Cantina Cornice?
Ecco elencati alcuni ristoranti in Liguria dove poterli leggerli in carta:
LA TAVERNA DEI GOLOSI a Brugnato
HOTEL RISTORANTE AMICI a Varese Ligure
L’ABETAIA a Levanto
VILLA EDERA a Moneglia
GLI AMICI DELLA PIAZZETTA a Moneglia
DA FELICE a Chiavari
L’AGAVE a Framura
LA BRINCA a Né
Tutti i vini di Cornice sono chiamati col nome dell’appezzamento di terreno da cui provengono le uve. Tranne l’Albarola.
Su ciascuna etichetta campeggia un logo identificativo al centro, o in alto a destra, che è lo stemma di famiglia.
Trattasi di uno stemma cosiddetto parlante in araldica, color porpora, e la figura di campo è un leone rampante che trattiene fra le zampe un sacco, trasposizione figurata del cognome della moglie di Ivano Luigi. Lo stemma appare sovrastato da due rami di palma che si intersecano in alto, simbolo di vittoria. Questo stemma ricorda l’effige dello stemma del vicino comune di Zignago.
Nome del vino: NINA
Annata: 2020
Vitigno: Albarola 100%
Titolo alcolometrico: 12,5%
Tipologia: Bianco
L’Albarola Ivano Luigi l’ha dedicata a sua nipote, dalla quale prende il nome. Ivano Luigi produce questa Albarola in purezza dal 2018, prima la proponeva in blend.
La vinificazione avviene in inox con lieviti aggiunti e, lui ci tiene a sottolineare, un utilizzo molto parco di solfiti. Il vino si presenta limpido e di un giallo paglierino molto scarico ma al naso riserva una gradita sorpresa il mix di profumi distinti, puliti e gradevoli che ci accompagna nel calice sino al sorso.
Fiori di campo, camomilla selvatica e narciso tazetta, si associano a sentori di santoregia, nespole e prugne arselline. In bocca si avverte una piacevole freschezza e sapidità, e il sorso, diritto e franco chiude con un finale leggermente amarognolo; tale bontà è anche il risultato della corretta allocazione delle viti in zone ben esposte, arieggiate e dal clima fresco (vigneti Resecco e I Guasti) che l’Albarola richiede. Perfetta da gustare in abbinamento ad una bella fetta di torta di riso salata, con sfoglia tirata a mano di farina acqua e olio evo. Una merenda eccezionale!
Nome del vino: LA FOCE Liguria di Levante IGT
Annata: 2020
Vitigno: Sangiovese 50% Syrah 50%
Titolo alcolometrico: 13%
Tipologia: Rosato
Questo rosato è in produzione da tre anni e sino a quest’anno è stato vendemmiato con uve provenienti dal vigneto di Levanto; dal prossimo anno le uve che si utilizzeranno saranno quelle di Cornice. Viene vinificato con gli uvaggi assemblati in acciaio e subito dopo la pressatura, ottenuto il punto colore idoneo, si passa alla svinatura.
Conservato in botti inox è successivamente affinato in bottiglia. Anche se il sangiovese è un vitigno ruvido e difficile, a Levanto essendo molto assolato matura bene, ed esprime tutta la sua bella acidità.
Il colore candy pink “bon ton” nel calice appare in tutta la sua eleganza e pienezza; il vino scorre nel bicchiere con garbo e ritmo costante. Al naso è discretamente silente e timido. È al sorso che interagisce con le papille gustative e racconta di sé attraverso una freschezza invidiabile, la beva quasi fragrante che invoglia alla coazione a ripetere. Ma con gusto e consapevolezza.
Piccoli frutti rossi di bosco bacche di rosa canina, in bocca sentori di calendula e melissa si rincorrono nel sorso sostenuto da una acidità integrata e dall’alcol presente contestualmente al tannino quasi sfumato del sangiovese.
Questo rosato si dichiara per ciò che dà; e promette quel che mantiene. Coerenza e sorbevolezza sono assicurate. Un rosato degno compagno di un goloso antipasto a base di panigacci di farina integrale con lardo di colonnata e salumi della Val di Vara. La beatitudine tra piatto e bicchiere.
Nome del vino: I Piani Liguria di Levante IGT
Annata: 2019
Vitigni: Sauvignon 50% Vermentino 50%
Titolo alcolometrico: 13,5%
Tipologia: Bianco
Sino all’anno scorso le uve di vermentino Ivano Luigi le prendeva a Levanto dalle vigne dell’agriturismo biologico l’Amandola, quale conferitore; produce un vermentino col nome della loro azienda e il resto delle uve le utilizza per produrre, insieme al sauvignon, I Piani.
La vinificazione è classica in bianco in inox, riposa sulle fecce fini sino al travaso per poi passare all’imbottigliamento, dove il vino affina qualche mese prima di essere commercializzato. I Piani 2019 ha svolto la fermentazione malolattica, pur riuscendo a conservare una bella acidità. E col tempo gradevolmente migliora. Ivano Luigi presta molta attenzione alla pulizia in cantina e l’utilizzo dei solfiti è bassissimo.
Il vino nel calice appare di un giallo paglierino scarico ma con una luminosità singolare; al naso si apre con note di mughetto, mandarino e ricordi di rosmarino. In bocca il sorso è abbastanza suadente e sapido, il pompelmo rosa e il timo selvatico si integrano in una spiccata acidità e appagante persistenza.
Il finale rimanda a cenni di mandorla, accompagnati da sentori di erbe aromatiche come salvia e maggiorana. Vino morbido e avvolgente, la sua piacevolezza di beva lo elegge quale speciale complice di uno dei piatti della cucina ligure tradizionale:
la cima genovese con salsa verde. Un must, infatti si dice che … “A ciù bonna mëxinna o l’è o decòtto de cantinna”
Un ottimo accordo!
Nome del vino: Pein Liguria di Levante IGT
Annata:2019
Vitigni: Merlot 50% Syrah 40% Ciliegiolo 10%
Titolo alcolometrico: 13%
Tipologia: Rosso
Il Pein, fiore all’occhiello e vino di punta dell’azienda è un blend di uve Merlot, Syrah e Ciliegiolo.
Le piante sono coltivate su terreni sabbiosi.
Il Pein viene vinificato in inox e il 2019 non è stato affinato in legno. Per fortuna, come Ivano Luigi sottolinea, riesce ad esaurire tutta la sua produzione di Pein, ogni anno, anzi…a volte è obbligato a cambiare direzione nella scelta di affinamento dei suoi rossi proprio perché la richiesta non gli dà tempo per lasciar riposare ed evolvere in botti grandi di rovere, come desidererebbe, una parte del suo vino.
“me lo chiedono, devo venderlo, non ne ho più” mi spiega durante la nostra chiacchierata.
Il colore rosso rubino acceso esprime nella rotazione nel calice tutte le sue sfumature dall’amaranto al rosa tenue carnicino; al naso si esprime attraverso una gamma odorosa di note speziate, polpa di gelso nero e ribes rosso. In bocca è una rincorsa tra il tannino impattante e pepato del Syrah e la freschezza croccante del Merlot, ma l’integrazione fra loro nel calice è ancora in divenire.
Seppur non in perfetto equilibrio, il sorso asciutto ci regala una piacevolezza di beva da apprezzare in accompagnamento al “bagnun” zuppa di acciughe con intingolo di pomodoro e gallette. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a degustare… con le gambe sotto il tavolo!
Nome del vino: Imara Liguria di Levante IGT
Annata: 2018
Vitigni: Merlot 60% Cabernet Sauvignon 30% Pollera 10%
Titolo alcolometrico: 12,5%
Tipologia: Rosso
Imara è una frazione del Comune di Zignago
I vigneti da cui si produce questo rosso crescono su terreni argillosi e sassosi esposti a sud vicino a Zignago, ad una quota di 500 m slm; il merlot qui si esprime diversamente, rivelando una maggiore morbidezza rispetto alle annate precedenti.
Quando le annate sono molto favorevoli, come la stagione scorsa, Ivano Luigi produce il vino col pied de cuve; a fermentazione malolattica avvenuta in inox, l’affinamento del vino avviene in botte grande di rovere dai nove mesi ad un anno.
Dal color rubino intenso, appare docile nel calice e suadente al naso, dove si impone la frutta croccante e polposa quale marasca matura e mora. Il sorso è agile, piacevole ma attenziona per la decisa speziatura con ricordi evidenti di chiodi di garofano, di lauro ed una lunga persistenza in equilibrio tra la gaia freschezza del Merlot e l’avvolgenza del Cabernet.
Finale perpetuamente amaricante. Si fa apprezzare in festoso sodalizio con carni rosse grigliate.
Ivano Luigi Denevi
ha di che essere fiero della sua produzione di vini; rimane comunque un piccolo viticoltore ma credo molto significativo quale esponente di un territorio a cui lui stesso ha saputo restituire l’atavica vocazione, ritrovandola nei suoi vini firmati dalla elegante e pacata, ligustica personalità. E c’è da comprendere tutto questo amore e questa attenzione dedicata quando soprattutto ci si accosta alla degustazione degli stessi.
Chiudo con simpatia menzionando alcune frasi celebri pronunciate da Ivano Luigi durante la mia intervista fiume, per la quale a lui vanno i miei più sinceri ringraziamenti;
eccole di seguito:
“sotto casa ho tutto quello che serve per fare del vino buono”
“nel sud della Francia vanno molto i vini rosati e ho pensato di farlo anch’io il rosato; e ne faccio poco, ma lo vendo bene”
“in valle, non siamo per largheggiare tanto coi sorrisi”
“ogni tanto mi viene voglia di vendere tutto ma poi non mollo”
Ivano Luigi,
previo appuntamento, è disponibile per degustazioni e visite in cantina e nei vigneti e si possono acquistare i suoi vini direttamente in azienda.
“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” (Ernest Hemingway)
È stato un piacere averti conosciuto.
Grazie Ivano Luigi.
Arrivederci a presto in cantina!
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