La Coulée de Serrant, la biodinamica e Nicolas Joly

· di Olga Sofia Schiaffino ·

 


 

A

vevo avuto il piacere di conoscere Nicolas Joly qualche anno fa a Genova, durante una cena in cui venivano presentati i vini e l’azienda. “Un viaggio che ha per meta la Valle della Loira non può non prevedere una visita al magico mondo della Coulee de Serrant” mi dicevo- e avevo ragione in pieno.

Il navigatore non prende l’indirizzo – Chateau de la Roche aux Moines e quindi giunta a Savennieres, incontro fortunatamente il postino che mi spiega, in francese ovviamente, che è un pò lontano, bisogna costeggiare la ferrovia e salire sulla collinetta.

Attimi di panico, in cui benedici i tuoi genitori che ti hanno sempre invogliato a studiare le lingue!

Si arriva finalmente,

sul percorso si trovano i cartelli che lo indicano; siamo in mezzo alla natura, vigneti rigogliosi ci accolgono, un monastero ben conservato, fino al posteggio davanti la Maison dove lascio la macchina.

Un saluto a Nicolas e la degustazione di tre vini, di tre appellazioni differenti, in totale conduzione biodinamica dal 1984: Le Vieux Clos – AOC Savennieres, Chenin Blanc viti di circa 15 anni, Clos de la Bergeraie – AOC Savennieres Roche au Moines e due annate , la 2017 e la 2007 de La Coulee de Serrant, 7 ettari, AOC che porta il nome della vigna piantata nel 1130 dai monaci cistercensi, di cui l’unico proprietario è Joly.

Un naso intenso di frutta matura e candita, ananas, mango, pera. In bocca è teso, con avvolgenza di miele, ma sapido in chiusura, con grande persistenza.

I vini di questa terra erano amati sin nei secoli passati: Luigi XI definiva la collina prospiciente la Loira “un manto dorato”.

Leggi anche:
Domaine Zind-Humbrecht

Domaine Zind-Humbrecht

In Alsazia la composizione dei terreni gioca un ruolo fondamentale nella scelta del vitigno da impiantare e della espressività del vino ...

La tenuta ospita le rovine della fortezza dove nel 1214 i soldati francesi, al servizio del re Filippo Augusto, fermarono l’esercito del re Inglese Giovanni senza Terra, che voleva marciare su Parigi per conquistare la Francia.

Nicolas

sottolinea che il vino, prima di essere buono, deve essere vero e questo permette di mostrare le sottili differenze che distinguono un territorio dall’altro.

Quindi nessun pesticida in vigna, solo rame ( massimo 2 kg per ettaro) e poltiglia bordolese, vendemmia manuale, a completa maturazione dei grappoli. In cantina nessun raffreddamento delle uve, lieviti autoctoni, nessun collaggio, né controllo delle temperature.

Vengono usate botti nuove solo in una percentuale minima , il 3%, la malolattica parte spontaneamente. I vini non temono l’ossidazione, anzi si consiglia di aprire la bottiglia almeno due ore prima della degustazione. Quasi miracoloso vero?

Ho passeggiato per quasi un’ora tra i vigneti: in cima ad uno di questi persino un Menhir! Il suolo è vario in questa zona: abbiamo scisti , grès, calcare e rocce vulcaniche .

Bellezza e armonia si respirano a pieni polmoni, la Loira scivola lenta davanti a te: vini straordinari e unici, legati indissolubilmente alla terra generosa e al coraggio dell’uomo.

 

 Château de la Roche aux Moines · Coulee de Serrant 
7 Chemin de la Roche aux Moines
Savennières F
+33 2 41 72 22 32

Condividi...
Share on Facebook
Facebook
Tweet about this on Twitter
Twitter




Potrebbe piacerti anche: