L’immenso blu di Santorini e il vino degli uomini · parte seconda

Art Space Winery

· di Olga Sofia Schiaffino ·

 


L

e giornate scorrono lentamente su questa isola magica, c’è un tempo per tutto: oggi sono stata in spiaggia a Monolythos, vicino all’aeroporto e ho potuto ammirare gli aeroplani che atterravano. Mi ricordo di quando -solo 30 anni fa- Ioannis ed io andavamo a vederli scendere sulle nostre teste a Kifissia, il vecchio aeroporto di Atene. Non chiedetemi chi sia Ioannis e perché amo vedere passare le macchine alate sopra di me, credo facilmente intuibile.

Tornando alla spiaggia è molto carina, ordinata e con fine sabbia nera: lungo la strada ci sono ristoranti e locali molto pittoreschi per rifocillarsi tra un bagno e l’altro.

Verso le 16 sono salita in macchina per fare un giro dell’isola e sono salita fino al Monastero, sulla collina più alta, da cui si spazia con lo sguardo sull’orizzonte: riconosci i paesi abbarbicati sulla roccia vulcanica, in basso le vigne spesso terrazzate, l’isola di Anafi e poco distante si intravede Ios sulla destra.

Mentre mi dirigevo verso una cantina dove avevo prenotato una degustazione, sono stata attirata da un cartello che diceva Art Space, Museum Winery e ho subito svoltato.

E ho conosciuto un mito, Antonio Argyros.

Un pioniere della viticoltura a Thira, lavora in biologico e ha modificato il Kouloura, alzando il piede del “cesto” per evitare che i grappoli striscino per terra e possano essere attaccati da malattie.

Coltiva circa dieci ettari e la sua è una tradizione familiare che si perde indietro nel tempo: il museo è nella cantina e il racconto comincia dalle origini, dagli antichi abitanti dell’isola isola che facevano vino, come è documentato nel ritrovamento del villaggio ad Akrotiri e lo commerciavano in tutto il Mediterraneo.

Viaggiando nei secoli e attraverso le dominazioni, risalta il florido scambio di merci con la Russia che importava il vino a pagamento delle botti di legno (non esistono alberi sull’isola se non ulivi, fichi e poche altre varietà non adatte per fare i contenitori in legno).

Affascinante è il racconto di come veniva prodotto Nikteri, il vino che si teneva per la famiglia. Venivano raccolte le uve e accatastate in file, una sopra l’altra, nelle vasche di pietra pomice della cantina: il peso schiacciava progressivamente i grappoli da cui usciva il succo e veniva poi messo in botte. (probabilmente si innescava una macerazione semi carbonica).

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Inoltre,

Antonio distilla anche le vinacce e si possono osservare gli alambicchi usati a tale proposito.

Mi rendo conto di aver avuto molta fortuna ad incontrarlo, un testimone vivente della viticoltura a Santorini.

Naturalmente i vini non sono filtrati e i lieviti sono solo indigeni e comincio l’assaggio

Il primo vino è un blend di Assyrtiko e Aidani, annata 2019. Ha carattere, si sposano bene le note aromatiche di Aidani con i sentori agrumati e la mineralita di Assyrtiko.

Aidani 2017 si fa apprezzare nella sua evoluzione: note di mela, fiori bianchi e nocciola.

Le vigne di Antonio sono dislocate a diverse altitudini: 6 sono ad Akrotiri, 2 a Pirgos e 3 a ExoGonia.

Stupendo il vitigno vinificato in purezza, un sorso di sale con delicati e precisi sentori di buccia di lime e arancio, erba e nota di rosmarino.

Commuovente

il Saint August, Assyrtiko anche questo, ha una spiccata acidità e buona struttura e complessità; le uve sono raccolte naturalmente a metà di agosto al mattino presto, macerazione prefermentativa dopo diraspatura. Non vengono utilizzate pompe o altro, solo la caduta per gravità.

Mavrotragano 2018 sosta tre anni in botte: al naso frutta rossa, ciliegia, prugna, rosmarino, baccello di vaniglia, coriandolo e in bocca è vivo, con buona acidità e tannino integrato.

Assaggio poi il Vinsanto… 14 anni nelle botti… semplicemente meraviglioso e poi il Nama che è un passito rosso da uve bianche e da Mandillaria, usato durante le funzioni ecclesiastiche domenicali. La tradizione pura nel calice.

Nella parte della cantina più vecchia vengono ospitati quadri e sculture, a suggellare quell’intimo rapporto che esiste tra fare il vino e l’arte.

Una visita che consiglio se volete tornare indietro nel tempo e ritrovare un pezzo di cuore.

 

 Art Space Winery 
Exo Gonia
Santorini GR
+30 22860 32774

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