La Valpolicella contadina di Sergio e Cristina: gli assaggi preziosi dei vini di Cantina Cavarena

· di Olga Sofia Schiaffino ·

 


I

l mondo del vino offre spesso belle scoperte, storie di uomini che lavorano con amore la propria terra. Come quella che sto per raccontare.

Cosa può spingere una coppia, nella piena maturità della vita, a iniziare a produrre vino nei luoghi natii? Sappiamo bene quali e quante difficoltà ci siano in questo settore e le sfide da affrontare ogni giorno, non ultima, quella del cambiamento climatico.

Sentendo parlare di Sergio Rama e sua moglie Cristina, la risposta è molto semplice: passione, attaccamento alle proprie radici contadine e ricerca di un’armonia attraverso il prodotto dell’uomo, ricco di numerosi significati di tipo culturale, religioso, mitologico e storico.

A Cantina Cavarena, situata a Mazzurega di Fumane, si arriva salendo i numerosi tornanti di una strada fiancheggiata da vigne. Il paesaggio che si gode dalla collina spazia su tutta la Valpolicella e nelle giornate terse si può vedere persino l’appennino emiliano che contorna l’orizzonte.

Le pietre che biancheggiano tutti intorno forniscono la spiegazione al nome di questa piccola realtà: anticamente da questo luogo provenivano i materiali usati per edificare l’Arena di Verona.

Sergio promuove il concetto di biodiversità e lo dimostrano il rispetto dell’ambiente, gli olivi maestosi da cui ottiene un pregiatissimo olio, la vitalità del terreno dei vigneti e la sua ricchezza in humus. Per questo motivo, oltre a sposare un approccio biologico sia in vigna che in cantina, ha aderito alla Biodiversity Association, che fornisce una lista di pratiche virtuose da seguire nell’agricoltura: portano avanti la teoria che il vero profitto si ha quando si guadagna senza distruggere o impoverire la terra e la si coltiva garantendo la presenza di molteplici forme di vita.

Il vigneto vede le piante di corvina, corvinone e rondinella gestite con il vecchio sistema di allevamento della pergola, un’evoluzione del sistema primordiale che prevedeva che esse fossero maritate alle piante, come il gelso, il ciliegio, il frassino. Passeggiando tra i filari, il pianto delle viti annuncia l’inizio del nuovo ciclo vegetativo.

Il valore di questo territorio è rappresentato dal fatto che in un’area geografica molto ristretta si trovano molte variabili, a cominciare dalle altitudini, partendo da circa 120 metri slm, per arrivare a 600 metri in quota. Inoltre, le valli, orientate nord-sud, consentono diverse esposizioni, a seconda del crinale dove è situato il vigneto: la Valpolicella consente, grazie alle sue caratteristiche pedoclimatiche, di avere ampie differenze tra i vini che si producono. Il lavoro dell’uomo, grazie alla costruzione dei muretti a secco, ha cambiato e disegnato il paesaggio, influendo positivamente anche sulla biodiversità.

Leggi anche:
Il Lugana, la magia del Terroir

Il Lugana, la magia del Terroir

Questo vitigno è molto esigente sia in vigna che in cantina: ha la buccia sottile, matura precocemente ed ha una bassa acidità; forse per questo molti contadini lo hanno espiantato ...

Ascoltare i racconti e gli aneddoti di Sergio rappresenta un’esperienza edificante; la sensazione è quella di sentirsi a casa, in mezzo ai valori insegnati in famiglia, in armonia con quello che ci circonda.

In questo clima inizio l’assaggio dei vini. Ogni bottiglia viene etichettata e numerata a mano, per dare ancora più valore al lavoro impiegato per raggiungere il risultato.

Il primo vino che mi viene proposto è Rosso Verona IGT Vin Rosso 2021, una splendida interpretazione della tipologia Valpolicella, anche se esce sul mercato senza aver visto riconosciuta la Doc. Il colore è rubino, di media intensità, mentre si apre con un profumo di succosi piccoli frutti rossi e pepe bianco. Grande freschezza e bevibilità, con un finale sapido. La vinificazione avviene in acciaio, a temperatura controllata, con massima attenzione a non raggiungere alte temperature, anche se si tratta di vini rossi.

Rosso Verona IGT Quara Alta nasce dal classico uvaggio dato da corvina, corvinone e rondinella vendemmiati tardivamente: si apprezza anche in questo esemplare l’acidità, che rende il sorso dinamico nonostante la buona struttura. L’alcol è magistralmente integrato, così come il tannino, e l’utilizzo del legno denota maestria e rispetto della materia. Frutta rossa, anche sotto spirito, peonia, chiodi di garofano. Le viti sono coltivate nei terrazzamenti caratterizzati da suoli argilloso calcarei ricchi di scheletro.

Valpolicella Ripasso 2019 esprime nel blend anche una piccola percentuale di oseleta; le uve vengono raccolte manualmente alla fine di settembre, primi di ottobre, in cassette da 6-7 kg. La rifermentazione del vino avviene sulle bucce di amarone a gennaio. In una delle due versioni, Sergio ha preparato in una botte da 1000 litri 830 litri di ripasso e 170 litri di Amarone per colmarla. La pulizia, l’eleganza e la spalla acida rendono questo vino davvero stupendo, mentre il tannino esegue un delicato gommage sulle mucose. Al naso questa variante appare più timida nel rivelare la sua complessità, ma il sorso è totalmente appagante.

Rosso Verona IGT Loa Rossa è ottenuto da corvina, corvinone e rondinella accompagnate da antichi e sconosciuti vitigni autoctoni, quali oseleta, corbina, turchetta. Il vino viene fatto rifermentare sulle vinacce di uve antiche sottoposte a lieve appassimento tra fine novembre e dicembre. Il colore volge al granato, sempre luminoso e intenso; il profilo olfattivo richiama alla mente note balsamiche dove si riconoscono il lentisco e l’elicriso, una profusione di frutti neri, ribes, mora, ciliegia anche in gelatina. Tannino preciso, grande persistenza nel finale.

Amarone 2019 si presenta con un bouquet ricco di sentori di marasca, prugna, frutta rossa sotto spirito, viola. Austero, con tannino vivace, di infinita persistenza, con chiusura sapida e su note fruttate. Non risulta “pesante”, non stanca, anzi invoglia a bere ancora. Un’ottima interpretazione per questa tipologia così amata e conosciuta nel mondo.

Una visita che mi ha davvero emozionato e che consiglio, perché ascoltare Sergio e degustare le eccellenze del territorio in abbinamento alle marmellate confezionate da Cristina, è qualcosa di veramente unico, che appaga dal profilo degustativo ma soprattutto da quello umano.

www.cavarena.it

 

Condividi...
Share on Facebook
Facebook
Tweet about this on Twitter
Twitter




Potrebbe piacerti anche: