Il Lugana, la magia del Terroir
Il Lugana, la magia del Terroir

Il Lugana, la magia del Terroir

L

asciati alle spalle i clamori del turismo internazionale sulle sponde del Lago di Garda, a sud, nell’entroterra, si apre un paesaggio rilassante di cascine, di campi di grano e di vigneti coltivati a perdita d’occhio. è la Lugana, l’antica Selva Lucana, una zona boscosa che verso il lago diventava una grande palude, bonificata dai monaci nel Medioevo e ora terra d’elezione per il vitigno Turbiana, come viene propriamente chiamato qui il Trebbiano di Lugana.

è un vasto territorio  pianeggiante lievemente ondulato da collinette che non superano i 130 m, compreso tra quattro comuni bresciani, Desenzano, Sirmione, Pozzolengo e Lonato ed uno  veronese, Peschiera.

Qui durante le glaciazioni del Pleistocene lo slittamento rotazionale dei ghiacci sul versante sud delle Alpi ha eroso il fondo del bacino oggi della Lugana e il deposito di detriti ha formato delle colline moreniche, atte a contenere il Lago di Garda,  verso il quale digradano dolcemente alternandosi ad ampie pianure.

E la grandezza del vino Lugana sta tutta qui, nella magia che questo suolo di origine glaciale esercita sull’uva Turbiana, in stretta sinergia con il clima.

IL TERRENO- Ad un primo sguardo appare argilloso, ma se lo si potesse osservare in sezione, si coglierebbero le stratificazioni sedimentarie argilloso-calcaree, ricchissime di sali minerali, che man mano che ci si eleva in collina diventano più sabbiose. “Queste peculiarità del terreno conferiscono al vino profumi intensi, eleganti, un vibrante nerbo acido, sapidità e struttura” afferma Sara della cantina Montonale di Desenzano del Garda.

Di fatto nell’areale Lugana Doc si possono identificare due macrozone a cui corrispondono lievi differenze organolettiche nel vino. La prima, quella che idealmente abbraccia la sponda sud del lago, pianeggiante, dal terreno argilloso compatto molto difficile da lavorare, duro com’è se non piove e melmoso come diventa con la pioggia, è responsabile di un vino dai profumi agrumati e di mandorla e dalla spiccata sapidità-mineralità. La seconda, che si incunea nei comuni di Pozzolengo e Lonato a partire dalla imponente Torre di San Martino della Battaglia, dove alle argille si mescolano sassi, dà vini più strutturati e caratterizzati da grande freschezza.

IL CLIMA – “Concorre alla creazione di questo bianco di carattere il microclima: l’azione mitigatrice del lago, con le sue brezze  Ora e Pelèr, l’una che spira da sud al mattino, l’altra che soffia da nord dal tramonto fino a mezzogiorno del giorno seguente, il clima temperato  tutto l’anno, con inverni mai troppo freddi ed estati mai troppo calde, sono tutti fattori che favoriscono la sanità delle uve e la loro perfetta maturazione aromatica.” continua Sara.

Infine, il VITIGNO. Il Trebbiano di Lugana, da studi recenti sul D.N.A, risulta altro dal Trebbiano di Soave, con il quale spesso è stato identificato, e  geneticamente più affine al Verdicchio, da cui però si differenzia a sua volta, grazie ai rispettivi terroir che regalano ad entrambi espressioni identitarie.

Probabilmente è un vitigno autoctono

a tutti gli effetti che bene alligna nella Lugana! Qui infatti esprime tutta la sua personalità attraverso un grande bianco.

E che sia un vino di razza lo testimoniano gli assaggi proposti dalle quattro medio-piccole cantine che ho visitato: Montonale, Perla del Garda, Tenuta Roveglia e Podere Selva Capuzza. 

Leggi anche:
Emidio Pepe 1920

Emidio Pepe

Abruzzo lovers: il legame indissolubile tra la viticoltura e l’uomo. Parte terza L a sveglia suona e ci dobbiamo preparare per andare a visitare la cantina: Clara, Michela, Giulia ed io siamo a Torano, presso l’agriturismo Emidio Pepe, immerse nella ...

MONTONALE – Montunal 2018

– Fermenta in acciaio e sosta sui lieviti per 6 mesi con frequenti batonnage, quindi breve affinamento in bottiglia. È il taglio di tre Lugana vinificati separatamente provenienti da tre vigneti.  Al naso rivela intense note di sambuco e gelsomino, pesca bianca  e agrume, nuances minerali di pietra bagnata ed erbe aromatiche sullo sfondo. In bocca ha struttura, acidità e sapidità in elegante equilibrio. Il finale è una lunga linea minerale. 

MONTONALE – Orestilla 2017

– Fermenta in acciaio e sosta sui lieviti per 8 mesi con frequenti batonnage, quindi affina in bottiglia per 10 mesi. Paglierino tendente al dorato, ha un complesso bouquet fruttato di ananas, pesca gialla e agrumi, minerale pietroso e poi salvia, origano, timo e rosmarino. Il palato, in perfetta corrispondenza con le sensazioni olfattive, è attraversato da una sferzante scia fresco-sapida e svela spessore, profondità e lunghezza.

Entrambi i vini, di irresistibile bevibilità, hanno grandi potenzialità evolutive.

PERLA DEL GARDA – Lugana Perla 2018

–  Solo acciaio. E’ il classico Lugana fragrante, quasi paradigmatico. Fine l’olfatto impostato su pesca bianca, lime, mela renetta, un floreale dolce di caprifoglio e sambuco, un vegetale aromatico e note di pietra focaia. Corrispondente il sorso,  fresco e sapido, di buona struttura, che chiude con una lunga scia ammandorlata. Di bevibilità appagante.  

PERLA DEL GARDA – Lugana Madre Perla Riserva 2016

– Solo acciaio. Lunga sosta sui lieviti di 17 mesi con frequenti batonnage, affinamento in bottiglia per 12 mesi.  Paglierino con lampi dorati. Il naso svela complessità: subito mela e agrume dolce, fiori di arancio, magnolia e gelsomino, sfumature erbacee, per  poi sfumare in una traccia iodata. In bocca è ricco e avvolgente, ma ha slancio acido e tesa sapidità.  Vino sontuoso e di grande personalità. 

PERLA DEL GARDA – Lugana Superiore Madonna della Scoperta 2013

– Sosta in  acciaio  12 mesi sui lieviti e 10 mesi in barrique di rovere francese. Alla vista il giallo paglierino ha bagliori dorati. Il naso è suadente tra frutto maturo, fiori di acacia e tiglio e intriganti note speziate. Al palato ritornano coerentemente le sensazioni olfattive in amalgama con acidità e tagliente vena sapida. Vino intrigante.

TENUTA ROVEGLIA  – Lugana Limne 2018

Sosta per 5 mesi in acciaio. Vino fine e preciso, ha un ventaglio olfattivo ampio, elegante nonostante la gioventù. Il sorso è succoso, pieno, con l’inevitabile matrice minerale che chiude il persistente dialogo tra sapidità, freschezza e morbidezza. Raffinato.

TENUTA ROVEGLIA – Lugana Vendemmia tardiva Filo di Arianna 2016

Da uve vendemmiate a novembre. Fa 14 mesi in botti di rovere e affina altri 6 mesi in bottiglia . Ciò gli conferisce un colore oro e delle note tropicali di mango e ananas, che virano verso la mandorla secca. L’assaggio è setoso per corpo e volume, avvolgente, ma vibrante per acidità e tensione sapida. Piacevolissima la chiusura ammandorlata.

Questa vendemmia tardiva appare molto ben attrezzata per durare nel tempo. 

PODERE SELVA CAPUZZA  – Lugana Selva 2017

Matura 6 mesi in acciaio; breve affinamento in bottiglia – Profilo odoroso tipico con netti profumi di agrume, mela, biancospino e vibranti sentori minerali. Assaggio caldo e corposo, morbido, che si stempera in un allungo fresco-sapido di grande finezza.

Vino territoriale, identitario.  

TENUTA ROVEGLIA  – Lugana Vigne di Catullo Riserva 2015

– Riposa 12 mesi in acciaio, poi affina 6 mesi in bottiglia. Pulizia dei profumi ( fiori di tiglio, cedro, pietra, su uno sfondo erbaceo ), tensione gustativa ed eleganza sintetizzano il timbro di questo vino, che è la versione più rigorosa del Lugana, scattante per acidità e precisa sapidità, pur essendo il sorso largo e sinuoso per spinta alcolica e corpo.

Di impeccabile fattura. 

PODERE SELVA CAPUZZA  – Lugana Menasasso Riserva 2015

Da uve surmaturate in pianta. Il 10% fermenta in barrique, con ripetuti battonage, la restante parte in acciaio; assemblaggio dopo 10-14 mesi. Ulteriore sosta prima dell’imbottigliamento. Paglierino luminoso, con riflessi dorati, rivela un profilo olfattivo variegato dove i sentori floreali  e di erbe aromatiche si intrecciano con le note fruttate e le invitanti nuances speziate, senza offuscare la ricca mineralità iodata. Corposo, regala un sorso rotondo, ma anche sapido e perfettamente bilanciato con l’acidità.

“Il Menasasso” afferma Laura del Podere Selva Capuzza  di San Martino della Battaglia “ha grandi capacità evolutive ed è la dimostrazione evidente delle potenzialità spesso sorprendenti della Turbiana”.

Infine, ad avvalorare l’influenza dell’ambiente pedoclimatico sulla vite, l’ultima degustazione: PODERE SELVA CAPUZZA  – San Martino della Battaglia Campo del Soglio 2017  – Matura 6 mesi in acciaio e 3 in bottiglia. Si tratta di un vino da friulano, localmente chiamato Tuchì, che un manipolo di produttori continua a vinificare più per tradizione che per un ritorno economico.

“ Questo vitigno è molto esigente sia in vigna che in cantina: ha la buccia sottile, matura precocemente ed ha una bassa acidità; forse per questo molti contadini lo  hanno espiantato. Il Campo del Soglio è nato con la volontà di non far scomparire questa coltivazione che risale ai tempi della Serenissima; per fortuna appassionati e sommelier lo apprezzano e ne riconoscono la qualità con premi e riconoscimenti…” spiega Laura orgogliosamente.

Molto diverso dal cugino friulano, qui ha sentori delicati di tarassaco e timo, pera e pompelmo, accenni di mandorla. Il sorso è fresco, snello, ma potente e sul finale si sofferma su garbate salinità minerali.

Fine ed elegante. Una piacevole scoperta.

Il Lugana un vino di razza, dicevo sopra: ha corpo, una sapidità innata che sa bilanciare anche considerevoli morbidezze  e un’acidità veemente che garantisce longevità non solo alle versioni con percentuali affinate in botte, ma anche a quelle tutto acciaio.  Prova evidente del legame indissolubile tra l’uva Turbiana e il suo terroir…

 

Lascia un commento più sotto oppure condividi...
 

 

Consorzio Tutela Lugana D.O.C.
Parco Catullo, 4
Peschiera del Garda VR
+39  045 923 3070

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *