Episodio 1 (i racconti di Clara)

· di Clara Maria Iachini ·

Clara Maria Iachini


 

T

utto inizia durante un improvvisato pranzo umbro, tra un calice di vino e salumi della storica Noricineria Umbra Massatani, proprio al Centro de Lu Munnu (Foligno ndr), chiacchere tra due amiche, probabilmente separate alla nascita che vivono emozioni in mondi paralleli o forse nello stesso mondo senza saperlo con precisione. Per essere ottobre fa abbastanza caldo, siamo in piazza ai piedi dell’entrata del Duomo, sotto il suo imponente rosone e mosaico, a godere di tanta bellezza.

Massatani è una famiglia folignate che esegue con maestria l’arte della norcineria dal lontano 1913 e ve ne alleghiamo le prove.

Ordiniamo

copiosi salumi e Rosso di Montefalco tanto per restare in zona ‘Milziade Antanò Fattoria Colleallodole Bevagna (PG).

Olga all’improvviso mi chiede: “Ti va di scrivere per me?”

Alzo il calice, bevo un sorso senza respiro, rispondo incredula di sì. Tra l’onorato e l’incredulo, cerco di sbrogliare ora questo pasticcio.

Dunque non so esattamente cosa scrivere per un blog di vini, scrivo molto nella mia vita, soprattutto butto giù emozioni che però difficilmente condivido, le rileggo ogni tanto, a volte sono talmente intime che non le rileggo affatto, ma so che sono lì.

TV on The Radio [Dear Science] in sottofondo

cerco di mettere nero su bianco, non è facile per me, soprattutto perché so già che qualcuno aimè, mi leggerà. Con un pizzico di follia cercherò di raccontarvi quello che per me è il vino, usando fiori, colori e coriandoli, profumi insoliti, che solo io riesco a riconoscere e che ogni volta che li pronuncio, un sommelier nel mondo muore (spero sempre non sia io o Olga).

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Inizio questa grande avventura raccontandovi un po’ di me: figlia di Alpino, da sempre sono stata abituata che il vino è amicizia, nessun amico, mi ha insegnato mio padre, può mentirti davanti ad un bicchiere di vino: anzi.

La tavola con del buon cibo e una bottiglia di vino sono l’espressione massima della convivialità, certe volte scelgo prima il vino e poi il cibo, ormai sono deviata, lo so, non me ne vogliate, ma una volta nella vita provate anche voi a farvi dare la carta dei vini a tavola prima del menù, se non vi scambiano per alcolisti anonimi, alla fine vi sarà andata di lusso.

Sono una persona ossessionata dallo shopping, soprattutto quello da enoteca e cantina, le bollicine sono la mia droga, sono riuscita a spendere per delle bottiglie di vino, quello che una volta spendevo per delle Manolo Blahnik, senza aver mai vissuto a Manhattan.

Più di una volta ho pianto,

stappando delle bottiglie, tutti i winelovers sanno che rapporto morboso si crea con una bottiglia, la lasci sempre per un’occasione speciale, che pensi non arrivi mai o che magari non sia all’altezza dell’importanza del vino: sbagliato.

Ho iniziato a far sì che ogni giorno sia l’occasione speciale, perché effettivamente lo è, brindare alla vita alla fine è la cosa più bella da fare, anche quando apri un Montepulciano d’Abruzzo di Emidio Pepe del 2015 e per cena invece che fiorentina di chianina hai un semplice e rapido petto di pollo alla griglia con insalatina sgrassante.

Il vino è l’emozione più grande che potesse capitare nella mia vita.

Spero di essere all’altezza di ogni vostra aspettativa.

Al prossimo racconto.

 

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