Domaine Zind-Humbrecht
Domaine Zind-Humbrecht

Domaine Zind-Humbrecht

Viaggio in Alsazia parte terza

 
D

urante il mio percorso formativo per diventare sommelier, a proposito dell’Alsazia, ero rimasta particolarmente colpita da questo produttore per la conduzione biodinamica delle vigne e per il fatto che avesse delle parcelle nel Cru Rangen de Thann, di chiara matrice vulcanica (la mia passione per i suoli vulcanici è ormai nota!)

Potete immaginare la mia emozione quando mi fu confermata via mail la possibilità di partecipare a una degustazione presso la cantina a Turckheim!

A ricevermi e a presentare l’azienda e i vini, Olivier Humbrecht in persona, dal quale ho imparato moltissime cose di cui farò sicuramente tesoro.

Vorrei partite da una sua frase finale,

riguardo al bisogno e all’impegno di produrre vini onesti, a partire dalla materia prima -le uve- che crescono nei suoli molto diversi della regione alsaziana.

Un concetto importante, che esprime la passione e il rispetto per una tradizione che ha avuto origine nei secoli scorsi.

In Alsazia la composizione dei terreni gioca un ruolo fondamentale nella scelta del vitigno da impiantare e della espressività del vino.

Si trovano suoli granitici, molto antichi come nel Cru Brand a Turkheim, i calcari del Triassico e Giurassico, con depositi di fossili marini, marne e calcare come a Rotemberg, terreni vulcanici come a Thann, con scisti e sedimenti detto Grauwacke.

Grazie a Olivier “comprendo” il Gewurztraminer, il primo vino da me amato e ingiustamente snobbato recentemente (mea culpa!). Primo punto: è un rosso travestito da bianco, non ha molta acidità e la sua potenza sta nella buccia per cui si effettuano pressature delicate e per lungo tempo, per estrarre il meglio. I suoli calcarei sono i migliori per dare la possibilità al vitigno di esprimere una grande personalità.

Un vino

che supporta bene la componente alcolica e un residuo zuccherino.

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Gewurztraminer Roche Rouleè’ 2018, zucchero residuo 10 g/ l: vigne di oltre 78 anni, che danno pochi grappoli con acini piccoli e dalla buccia aranciata. Naso delicatamente aromatico che mette in evidenza il geranio, la rosa la litchi. In bocca è piacevolmente bilanciato, di buona intensità e persistenza

Gewurztraminer Roche Calcaire 2018 deriva da tre parcelle differenti: il calcare “frena” l’espressività olfattiva per regalare potenza e intensità in bocca. Regge perfettamente 30 g/ litro di zucchero. Stupendo.

Gewurztraminer Grand Cru Hengst 2018 – suoli caratterizzati da marne rosse e calcare dell’Oligocene, vigne piantate intorno agli anni ‘50: la vendemmia è avvenuta in leggera surmaturazione delle uve, gli zuccheri residui intorno ai 45 g/ l. Esprime il terroir meravigliosamente ma anche l’attenta filosofia di produzione del Vigneron. Un capolavoro che dobbiamo attendere in cantina: aspettandolo con pazienza, regalerà ulteriori sentori raffinati speziati.

La longevità di questi vini

è legata anche alla presenza di polifenoli intorno ai 1200 mg litro…

Ho iniziato a parlare di Gewurztraminer ma la degustazione si è  articolata assaggiando diverse tipologie di vini davvero stupendi, a cominciare dal bianco, ottenuto dall’assemblaggio di Pinot Bianco e Auxerrois (spesso confuso proprio con il Pinot bianco stesso e coltivato in questa regione).

Ho avuto l’onore di incontrare sua maestà il Riesling esprimere la sua nobiltà e la sua eleganza: Riesling Roche Granitique 2018, vendemmiato prima di altre zone perché il terreno accumula calore, con gradevoli note fruttate; Riesling Roche Calcaire 2018, più espressivo in bocca che al naso, con buona acidità e meno alcol, gradevoli note di idrocarburo.

Olivier

mi ricorda che i vini svolgono tutti la malolattica, essendo minimo l’intervento in cantina, essendo le fermentazioni possibili solo grazie ai lieviti indigeni (e in una botte grande stava ancora fermentando il 2019).

Riesling Clos Windsbuhl 2018 -lieut – dit- un vigneto recintato da muretto situato a Hunawihr, caratterizzato da calcare e fossili marini ricchi di ammoniti e conchiglie, con un profilo olfattivo che ricorda la rosa, il petrolio, la pesca, preciso ed elegante in bocca.

Emozione profonda, da inchino come davanti a un re, la degustazione del Riesling Rangen de Thann Saint Urban 2018: il vino sognato che si fa presente nel bicchiere,  caratterizzato meno dalla spalla acida ma infinitamente sapido, minerale, un gusto quasi salino e di pietra focaia che non ti lascia più e prosegue infinito e persistente. Chapeau!

Sarebbe stato sufficiente questo

ma dopo una versione secca stupendo di Muscat a Petit Grains Goldbert Granc Cru 2018  ecco infinito una Vendage Tardive Pinot Gris 2015: vendemmia iniziata l’8 ottobre e finita il 2 novembre in cui la muffa nobile si è meravigliosamente espressa, come non capita tutti gli anni, 92 g/ litro il residuo zuccherino.

Ventaglio olfattivo che si apre su note di albicocca, pesca, origano, santoreggia, miele di castagno, fresia. In bocca ha un incedere leggiadro, sontuoso e vellutato, bilanciato e gradevole la sorso, con decisa persistenza. Un formaggio in abbinamento, il foie gras oppure solo -da meditazione-

Si medita sempre poco del valore umano intrinseco di questi vini, della fatica nel cogliere i capricci della stagione che regala o meno la Botrite (quella buona), dei vari passaggi a selezionare i grappoli adatti.

Ci vuole tanto amore e attenzione,

sicuramente l’onestà di cui parlava l’artista Olivier Humbrecth, che non finirò mai di ringraziare abbastanza per questa visita che rimarrà scolpita nella mia memoria.

 

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 Domaine Zind-Humbrecht 
4 Route De Colmar
Turckheim F
+33 (0) 3 89 27 02 05

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