ulla succede per caso e grazie alla compagnia e al suggerimento di Paolo Bellocchi @paolowine ci dirigiamo, dopo aver partecipato alla spumeggiante manifestazione Abruzzo in Bolla a L’Aquila, verso le Marche, e più precisamente a Loro Piceno, per incontrare Emanuela Tiberi e scoprire una vera perla dell’enologia italiana: il vino cotto. L’azienda è situata in provincia di macerata, a circa 430 m s.l.m.
Ci accoglie con simpatia e cordialità e iniziamo la visita alla cantina e scopriamo che il vino cotto è conosciuto sin dai tempi di Plinio Il Vecchio; la tradizione si è mantenuta fino ai giorni nostri, tanto che ogni anno, a fine agosto, a Loro Piceno si svolge il Festival del Vino Cotto.
Emanuela è molto orgogliosa della etichetta che usano sulle bottiglie, dove campeggia un bellissimo gallo e che è la riproduzione di quella originale dell’ottocento utilizzata per il vino del paese; la produzione a quei tempi era gestita da due sacerdoti e due signori del paese che, purtroppo, non ebbero eredi.
Negli anni seguenti, a causa anche dello scoppio delle Guerre Mondiali, la vigna venne estirpata e la produzione venne relegata al solo consumo familiare.
Il padre di Emanuela, negli anni 70’ decise di ripiantarle e di continuare con passione e dedizione la tradizione del vino cotto, cercando di acquisire inoltre appezzamenti vitati in affitto.
Paolo ed io siamo sempre più affascinati dal racconto: veniamo a scoprire che esso si ottiene partendo dai vitigni autoctoni quali montepulciano, sangiovese, trebbiano e verdicchio, quindi utilizzando uve bianche e rosse insieme, in percentuale non predefinita. L’uva dopo essere stata vendemmiata a mano pigiata e torchiata a forza di braccia, viene ammostata.
Il mosto viene poi riposto in una caldaia di rame e fatto sobbollire con legno di quercia (perché non produce odori) per circa 10-12 ore.
Al termine di questa operazione, quando sono raggiunti i 27-28 gradi zuccherini, viene messo in botti di legno, dove inizia a fermentare e quindi lasciato invecchiare per un periodo non inferiore ai 5 anni, anche se l’azienda Tiberi ne prevede minimo 10.
Il rientro del figlio Daniele a partecipare all’attività familiare, dopo un periodo trascorso in Francia e in Alto Adige, ha dato una sferzata di novità e una cura maniacale delle potature in vigne, dove si fa la qualità.
Le fasi di preparazione e l’attesa nelle botti di rovere sono sicuramente un lungo processo che richiede tanta pazienza e amore, che vengono totalmente ripagate quando il vino è pronto e viene degustato non solo in abbinamento con i dolci, dato che si sposa benissimo con i formaggi, oppure quando riceve premi importanti, come il Platinum da Decanter per l’annata 2013!
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Emanuela racconta ancora con stupore quando ricevette la telefonata dalla Francia che le annunciò l’ambito riconoscimento!
Dopo la visita nella bottaia ci dirigiamo verso la sala degustazione e iniziamo l’assaggio.
Vino Cotto 2013: colore, come da manuale, definito occhio di gallo. Al naso si apprezza una grande complessità dove si riconoscono sentori di prugna, carruba, ciliegia in confettura, rabarbaro, nocciola tostata, dattero, tamarindo.
In bocca la dolcezza viene equilibrata dalla acidità, per cui il sorso è avvolgente, vellutato ma scorrevole e dimostra una lunga persistenza.
Vino Cotto 2003: Un salto nel tempo. Il colore diventa più caldo, sui toni ambrati. Confettura di fichi, speziature dolce che ricorda la cannella e la noce moscata, albicocca passita, dattero e caramello. Al palato regala sensazioni di morbidezza e di freschezza che si armonizzano perfettamente.
Vino Cotto 1978: Alla complessità olfattiva, che si registra nuovamente, si aggiungono sentori di mela golden e marmellata di cotogne.
Vino Cotto 1964: Qualcosa di sorprendente e inaspettato.
Ambra scuro, calice che si esprime con un tripudio di sensazioni di frutta passita e in confettura, poi cenni balsamici, di china, di scorza d’arancia.
Elegante e vibrante, vince la sfida con il tempo e regala sensazioni uniche e un finale su note fruttate, speziate e di lentisco.
Sicuramente gioca un importante ruolo la conservazione di questo prodotto: una volta imbottigliato deve essere custodito in luoghi freschi e con una giusta umidità, senza essere esposto alla luce né a fonti di calore, perché sia mantenuto integro e perfetto all’assaggio.
L’incontro con Emanuela Tiberi, Donna del Vino delle Marche, è stata una esperienza importante, non solo perché mi ha permesso di conoscere questa realtà marchigiana e il Vino Cotto Occhio di Gallo, ma anche per aver toccato con mano l’impegno e la attenta lavorazione che necessita questa tipologia di produzione: l’appuntamento quindi è al prossimo Festival del Vino Cotto a Loro Piceno, a fine agosto, e con questa delizia, sulle nostre tavole, in buona compagnia.
Società Agricola TIBERI S.s.
Via Vignali Bagnere, 5
Loro Piceno MC
+39 347 294 94 26
occhiodigallo.it