La terza edizione del Salone del Vino di Torino
La terza edizione del Salone del Vino di Torino

La terza edizione del Salone del Vino di Torino

Grande successo di pubblico e di gradimento e una importante presenza di operatori.

S

i è appena conclusa alle OGR di Torino la terza edizione del Salone del Vino di Torino che ha visto la partecipazione di più di 500 espositori, tra aziende e consorzi e una presenza di winelovers e addetti ai lavori veramente significativa, nettamente superiore alle attese.

Le masterclass e i talk hanno registrato il tutto esaurito, convincendo sia il pubblico che gli organizzatori della qualità e fruibilità del format.

Ecco alcuni degli assaggi più emozionanti:

Associazione Baratuciat e vitigni storici ha presentato alcune cantine che vinificano questo vitigno autoctono bianco piemontese in diverse tipologia: Dellavalle, con un bollicina fresca e fragrante e il passito Direzione Ostinata e Contraria (riecheggiando un brando di De Andrè) in cui la dolcezza era in perfetta ormai con le parte acide e sapide, in cui si apprezzavano le note del varietale, fiori bianchi e pesca assieme a sentori mielati e di botrite.

La cantina Prever ha colpito per fierezza, una versione ferma, fresca e di grande bevibilità, con un tenore alcolico contenuto, che lo rende perfetto come aperitivo e per piatti estivi.

La Torre del Rocchero è una realtà cooperativa che ha in produzioni diverse tipologie: particolarmente notevole l’esperienza con le bollicine.

Ca du Stanga è un brut metodo charmat da chardonnay caratterizzato da una bollicina fine e da un sorso scorrevole, ricco di ricordi floreali e fruttati.

Degno di nota per il carattere e la pulizia del profilo olfattivo la versione brut rosé sempre metodo charmat ottenuta da Brachetto, il Ca’ dl’Urs.

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Alta Langa Docg viene proposta utilizzando sia il pinot nero in purezze che in blend con la chardonnay.

Due vini dotati di grande finezza e personalità, entrambi in versione brut, ottenuti da uve provenienti dai primi vigneti sperimentali che furono impiantati quando stava per nascere la denominazione.

Fontanacota è una azienda ligure che ha portato in degustazione autentiche emozioni: una luminosa e succosa Granaccia, caratterizzata da tannini setosi, perfetta anche con piatti a base di pesce, LibellulaBlu un metodo classico rosè da ormeasco, con un profilo olfattivo caratterizzato da ricordi di ribes, mirtillo, lampone e macchia mediterranea.

Alpidama è una distribuzione di vini ottenuti da vitigni PIWI: Laisè è un BdB ottenuto da Bronner, extra brut dell’azienda Terre di Crealto che ha colpito per i sentori fruttati ed erbacei, la bollicina finissima e la persistenza gusto olfattiva.

Sempre da bronner, De Fattore propone la versione vinificata in anfore Tava: al naso il vino si offre timidamente ma esplode in bocca, mantenendo eleganza, coerenza e lunga scia finale.

Sebbene ancora poco conosciuti, i vini da vitigni resistenti meritano molta attenzione sia per il loro profilo organolettico sia perché rappresentato uno dei migliori modi per affrontare il cambiamento climatico e la sostenibilità.

Hic et Nunc cantina del Monferrato ha portato in degustazione vini molto interessanti.

Una bollicina da barbera metodo charmat lungo succosa e gradevole, un metodo classico da barbera e cortese, 36 mesi sui lieviti di grande finezza e persistenza, un grignolino vinificato in acciaio di grande bevibilità.

Colpo di fulmine per il moscato di Canelli Docg El Bric 2023 dell’azienda Il Masoè che con i suoi sentori e la dolcezza equilibrata e gentile ha riportato con l’assaggio ai profumi e sapori della fanciullezza, alle cose buone di famiglia, alle domeniche di festa con i nonni: un vero tuffo al cuore.

Il Salone si è appena concluso ma aspettiamo già la data della prossima edizione!

 

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