Grande vetrina dei vini
Livorno · 18-19 Novembre 2017
· di Olga Sofia Schiaffino ·
O
ttava edizione per questa indovinatissima manifestazione, che promuove i vini ed i prodotti del territorio della provincia di Livorno.
Una full immersion in questa generosa parte di Toscana, organizzata con cura da Fisar Livorno, con il supporto di Slow Food ed il patrocinio di Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio, proprio ad indicare una sincera volontà di supporto alle ricchezze enogastronomiche in degustazione.
Numerose poi le iniziative, atte a coinvolgere il pubblico: il concorso “rosso buono per tutti”, che grazie ad una giuria popolare elegge il Best Buy inferiore ai 18 euro, l’atelier per i bambini, le sessioni di Show Cooking e 40 aziende produttrici di Olio… fantastico, no?
Importanti e numerosi i banchi di assaggio: ben 70 aziende presenti con quasi 300 vini.
Abbiamo avuto il piacere di assaggiare uno stupendo “le Volte dell’Ornellaia“, un superbo “Guidalberto” di Tenuta San Guido, un elegante “Paleo Rosso” di Le Macchiole, e il Piastraia di Michele Satta, con i due bIanchi, Giovin Re (Viognier) e ” Costa di Giulia” (Vermentino) davvero sublimi, di cui abbiamo già scritto in precedenti articoli e che… meritano sempre il nostro plauso.
Ma vediamo quello che di “nuovo” -o quasi- abbiamo scovato per voi…
Podere Nannini (che ritroveremo prossimamente alla Fivi a Piacenza!) ci delizia con il Volpato bianco 2016, Vermentino e Verdicchio, che segue una macerazione particolare alternando strato di uve e ghiaccio secco, che poi vengono pressati e vinificato in acciaio; slanciato, sapido, fragrante.
Tenuta delle Ripalte a Capoliveri (Elba) presenta un bianco ottenuto da 90% Vermentino e da un 10% di Viognier; inoltre interessante l’Alicante ed un Aleatico Passito.
L’incontro con Marco Pavoletti e le aziende Mola-Poggio alle Querce (Elba) è stato molto interessante: ha raccontato come anticamente partissero i leudi dall’isola alla volta di Genova con il vino da vendere, della frammentazione dei poderi in seguito alla riforma agraria che divise i grandi latifondi, la sua ricerca di produrre vini spontanei, che raccontino l’essenza di una natura emozionante.
Leggi anche:Assaggiamo un Elba Vermentino, Solis 2016, (con un 10% di Viognier) che ci regala freschezza e una agrumata immediatezza. Casa di Ajala, nome che rimanda alla famiglia spagnola che fu proprietaria della casa padronale aziendale, è un bianco ottenuto dai tre vitigni tipici isolani: Procanico, Malvasia ed Ansonica. I primi due vengono raccolti e vinificati insieme, mentre l’Ansonica si raccoglie leggermente in surmaturazione. Davvero un esempio di tradizione e memoria, che si dispiega in note fruttate, floreali e spiccata mineralità.
Decisamente ammaliati da uno spettacolare Incontri Ambra 2015: Vermentino al 100%, lunga macerazione come dimostra il colore quasi “orange”, con passaggio in anfora e messo in bottiglia senza aggiungere solfiti né filtrazione. Quello che emerge dal bicchiere sono note di agrumi canditi, ginestra, zafferano, accenni di smalto e chiude in bellezza una vigorosa sapidità. Wow!
Un collega sommelier gentilissimo
ci racconta il Ninà 910 della cantina Giomi Zannoni, che ha sede a Venturina: un Vermentino 80%, insieme a Malvasia e Trebbiano, dedicato alla nonna degli attuali proprietari. Suadenti note agrumate e di frutta esotica, ananas, tocco floreale e chiusura sapida.
La Fralluca in località Barbiconi a Suvereto nasce dall’amore per la terra di due coniugi, originari di Pisa e Milano: questo viene portato avanti dalla cura biologica (anche se non certificata) e dagli echi ovidiani che ci rimandano ai vini. Filemone 2016 è un delicato Vermentino che risulta perfetto come aperitivo e che invita alla convivialità, mentre Bauci 2015 declina il Viognier, sapido e avvolgente al palato, deciso e con buona struttura.
Tra i rossi, un Cabernet Franc in purezza e Ciparisso che esce nel rispetto della DOCG Suvereto e gioca sugli aspetti freschi e fruttati del Sangiovese, regalando una piacevolezza di beva.
Fontemorsi a Montescudaio (Pisa) si estende per 23 ettari ed è stato acquistato nel 2003 da Laura Berlucchi; i 10 ettari vitati vedono assoluto protagonista il Sangiovese, vinificato in purezza o in uvaggio con il Merlot ed il Cabernet Sauvignon. Ottimo il rapporto qualità prezzo.
Volterrano
è Sangiovese in purezza vinificato in acciaio e matura in tonneau, Spazzavento, un IGT a base Sangiovese e Merlot che matura in tini di cemento e poi 12 mesi in bottiglia, Guadipiani invece vedi impegnati Sangiovese e Cabernet Sauvignon in tonneau per 12 mesi.
Fattoria di Statiano propone due annate del Sangiovese che esce come IGP Montecastelli: uve che arrivano in cantina sane, da piante che crescono su terreni ricchi di minerali e ferro, lieviti indigeni, portano l’annata 2013 a livelli davvero notevoli. Bisogna solo dargli il tempo, anche prevedendone l’apertura… la sera prima. L’enologa Enza Folgheretti ha modulato il carattere del vitigno in una versione 2015 di impronta più fruttata e di gradevole bevibilità.
Podere Trinci a Castagneto Carducci, in meno di un ettaro esprime un rosso di carattere, facendo dialogare… quello che cresce in vigna e cioè Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Sangiovese, Syrah.
In vigna solo concimazione organica,
esclusi trattamenti chimici ed interventi irrigui, vendemmia manuale, fermentazioni e macerazione in acciaio: tutto questo si chiama Carmina Arvalia 2009, inebria con sentori fruttati, floreali, note erbacei che si intrecciano con un garbata speziatura, in bocca è importante ma agile e sincero, chiusura sapida.
Mulini di Segalari in località Felciaino a Castagneto rappresenta una realtà di 2,7 ettari che racconta il territorio con leggiadria e sincerità: bandita la chimica, conduzione biologica, uso del sovescio, bella escursione termica che consente di ritrovare freschezza di profumi nei vini: ecco un Vermentino, con l’aggiunta di un 15% di Manzoni Bianco, dal nome evocativo “Un pò più su del mare”.
Le uve rosse sono rappresentate dal Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot che ritroviamo nel Mulini di Segalari: Un Bolgheri superiore che fermenta in acciaio e poi matura in botti di rovere da 10 hl per 20 mesi, seguito da un affinamento in cemento e poi in bottiglia per diversi mesi…
E per finire,
vogliamo raccontare una bella storia, quella del liquorificio Il Re dei Re che nasce nel 2012, con tanto amore e passione, a Livorno: Fabio e la moglie selezionano in modo maniacale le materie prime, solo di primissima qualità, che sono adoperate per le ricette di infusione. Arrivano anche prestigiosi riconoscimenti, come la medaglia d’oro in un concorso mondiale per il Liquore alla Liquirizia.
Abbiamo poi assaggiato un prodotto unico, elegante “Gin e Zafferano”, che unisce bacche di ginepro, scorza di agrumi, erbe aromatiche e zafferano, ma soprattutto è stato dedicato allo zio Vincenzo, che aveva dato impulso e creduto nell’avventura di Fabio prima di ammalarsi e morire.
Liquori veramente interessanti, ben caratterizzati dagli aromi: non mancano le grappe, anche in abbinamento con lo zafferano, un amaro da considerare un genere di conforto da non potere non avere in casa, da offrire agli amici a fine pasto, da sorseggiare insomma con le persone a cui voi bene. Non possiamo che augurare a questa azienda il meglio e di continuare a mettere il cuore… nelle loro stupende preparazioni.
Ringraziamo gli organizzatori per l’accoglienza ed il supporto fornitoci, confidando nel fatto che ci rivedremo il prossimo anno: un evento simile non è certo da perdere!
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