“Esperti di VITE”
“Esperti di VITE”

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La sfida di San Patrignano · Un’eccellenza vinicola in un luogo di speranza

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ari amici di Wineloversitaly, è stato per me un grande onore poter visitare la comunità di San Patrignano: un luogo di recupero per il trattamento delle dipendenze, che ospita più di 1000 ragazzi, per i quali il percorso educativo prevede una formazione professionale e l’impegno in diverse aree produttive (allevamento, falegnameria, manifatture, ristorazione, panificazione…  tanto per citarne alcune!), per le quali l’eccellenza dell’offerta è la regola.

Siamo sulle colline di Romagna, a Coriano, nella provincia di Rimini; alla nostra destra si erge il monte Titano (Repubblica di San Marino), mentre il mare all’orizzonte sembra una cerniera azzurra che avvicina il cielo al verde litorale.

La pace, la tranquillità e la dolcezza dei pendii che incontriamo fanno da contrasto alle immagini mediatiche di una riviera romagnola, chiassosa, affollatissima, con divertimento, discoteche ed eccessi alla portata di tutti.

All’entrata vengo accolta cordialmente da un operatore e quindi accompagnata dal referente della produzione vitivinicola e del settore commerciale; dopo pochi minuti di conversazione con Piero Prenna, capisco che la passione per il mondo del vino (e per l’uomo che lo coltiva) è comune ad entrambi e proseguiamo a parlare con fervore e lo sguardo pieno di gioia.

Iniziamo a parlare di Avi,

pluripremiato Sangiovese di Romagna, dedicato al fondatore della comunità Vincenzo Muccioli. Un nome che rimanda anche alle tradizioni, alle radici, alla storia di ogni individuo.

La comunità, nata nel 1978, era sorta come azienda agricola ed il vigneto, con i suoi 20 ettari, rappresentava già allora una fonte di auto sostentamento, implementata negli anni Ottanta da consulenti enologici locali, per ottimizzare la commercializzazione del prodotto.

La filosofia di valorizzare e far emergere le potenzialità nelle persone con problemi di dipendenza è stata applicata anche al progetto ambizioso di valorizzare il vino prodotto nella DOC Colli di Rimini e di puntare più sulla qualità che non sulla quantità.

Una “sfida” importante, che ha dato origine tra il 1996-1997 ad Avi ed alla collaborazione con il famoso enologo Riccardo Cotarella.

Infatti,

– aggiunge Piero- bere vino è realmente “fare un’esperienza”, un percorso di arricchimento personale; il vino deve piacere ed “emozionare” ed io non posso che essere completamente d’accordo con lui.

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Inserito in una realtà, che desidera formare le persone e crede nella dignità, responsabilità e nell’impegno di ognuno alla sostenibilità della comunità stessa, il progetto di fare un vino di qualità e che valorizzasse il terroir, suggerì all’agronomo Bordini ed a Cotarella di scegliere il Sangiovese di Romagna (clone RLB19) e di preparare il terreno all’impianto, con notevole impegno sia in termini economici che umani.

“I grandi vini nascono dalla sfida positiva dell’uomo e soprattutto dagli insuccessi, un po’ come accade nel percorso di emancipazione da una dipendenza. Bisogna curare i dettagli, riappropriarsi dell’autostima e diventare protagonisti della propria esistenza: quindi – tornare alla vita con la vite -”.

Oggi la superficie vitata di San Patrignano vanta 55, dei 110 ettari totali, coltivati a Sangiovese a conduzione integrata, nel rispetto della natura.

I vigneti sono curati con amore e la cantina è un piccolo gioiello: le volte sono abbellite dai lavori degli ospiti della comunità, come l’arredamento, spesso ricavato dai legni esausti e la sala degustazione è molto calda ed accogliente. Mi racconta Piero che oltre a lui, altre persone hanno seguito il corso da Sommelier e si sono diplomate.

Il salotto,

dove proseguiamo la chiacchierata, espone i premi ed i riconoscimenti ottenuti da Avi e alle pareti, i quadri con le opere originali donate da artisti famosi per le etichette.

Infatti, grazie al desiderio di far parte del progetto e alla generosità dell’artista, una creazione nuova ed originale veniva raffigurata in etichetta, a connotare l’annata; nel 2012 Luca Pignatelli regalò il suo “Angelo di san Lorenzo”, raffigurato nell’atto di proteggere una casa.

Oltre ad Avi, la produzione di san Patrignano vanta un altro vino d’eccellenza, il Montepirolo, un uvaggio bordolese che denota la caratteristica del Terroir di esprimere qualità anche con i vitigni internazionali. Le uve derivano dai vigneti posti sull’omonima collina e vengono vinificati a parte, fedeli al concetto di cru francese: il vino presenta un bel colore rosso rubino, offre profumi di piccoli frutti rossi (ribes), maggiorana, liquirizia e note terrose, che si impegnano in un assaggio potente, con buona trama tannica.

Scendendo al piano inferiore,

si continua ad apprezzare l’elegante equilibrio nella scelta degli arredi e dei materiali impiegati, per lo più di produzione autoctona.

Mi presento ad Angelo, che ha il compito di guidarmi a scoprire il mondo sotterraneo, custode del prezioso nettare.

I corridoi ospitano le botti di rovere di Slavonia, utilizzate per la produzione di Avi, le barriques e un’altra sala di degustazione, dove sono presentati tutti i vini prodotti dall’azienda e lo storico di Avi.

Vengono prodotte infatti circa 500.000 bottiglie, destinate non solo al mercato italiano ma anche al Giappone, USA e Paesi nordici.

Angelo mi racconta che San Patrignano si occupa anche di sperimentazione, insieme ad altre 30 aziende, facendo parte del Wine Research Team: si cerca insieme un approccio più scientifico e metodologico applicato al mondo del vino.

E’ in corso l’osservazione dei possibili risultati derivanti da un protocollo che prevede di refrigerare l’uva a circa 8-10 gradi dopo la raccolta, seguita dall’impiego di acqua ozonizzata, che favorisce una vinificazione più lineare e più “sana”. Sono inoltre avviati studi che riguardano possibili molecole antisettiche, che non lascino residui “apprezzabili” da un punto di vista organolettico nel vino.

Un lavoro che è proiettato nel futuro,

come i ragazzi ospiti della comunità, che scelgono la cura ed il percorso terapeutico ed accettano la sfida di trovare una propria identità.

L’assaggio di Avi 2013 – Romagna Sangiovese Superiore Riserva conferma questa posizione; un vino rosso rubino intenso, con una grande intensità e struttura. Si apprezza la mora, accenni di viola, chiodi di garofano e legno di cedro. Tannini muscolosi, sapientemente addomesticati per 14 mesi in botti di rovere.

Mi viene in mente la teoria delle signature e le leggi alchemiche, mentre penso che ciò che apprezzo nel bicchiere possa essere paragonato alla bellezza, consistenza ed armonia che si vuole proporre per dare un senso alla svolta nella vita di un dipendente.

Una grande opera quella di fondare un “uomo nuovo” e di promuovere la bontà e l’eccellenza del vino, frutto di un amorevole rapporto con la natura, una cultura del bere bene in contrapposizione all’abuso dell’alcol come droga.

Un grazie infinito,

dal profondo del cuore, a chi ci ha creduto per primo e a tutti coloro che continuano a crederci e a lavorare perché il cambiamento sia davvero possibile e reale.

 

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San Patrignano
Società agricola cooperativa sociale
Via Monte Pirolo, 9
Cerasolo RN
  +39 054 190 051

 

vinisanpatrignano.com

 

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