C
ari lettori, dopo avervi presentato a Febbraio le eccellenze della zona di Bordeaux, eccoci nel cuore della Maremma Toscana, famosa per i Supertuscan, vini che sposano gli accordi dell’uvaggio bordolese.
Siamo a Bolgheri,
dove i Cipressi celebrati da Giosuè Carducci ci conducono verso il castello dei conti Della Gherardesca, feudatari del luogo, che sono stati capaci di incentivare l’attività agricola e soprattutto la produzione di vini divenuti famosi in tutto il mondo. Il nome di questa frazione di Castagneto Carducci deriva da un insediamento di Bulgari, alleati dei Longobardi, che erano stanziati a difesa dai Bizantini che premevano dalla vicina Sardegna.
La scelta di impiantare vitigni Francesi quali Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Petit Verdot nacque dall’intuizione che il terreno, spesso di origine alluvionale, con ciottoli, sabbie eoliche, calcari ed argille fosse molto simile a quello dei cugini Girondini e forse meno vocato per il Sangiovese.
In questa DOC visiteremo tre aziende (Le Macchiole, Grattamacco e Tenuta Argentiera), saluteremo Michele Satta durante l’inaugurazione della nuova cantina a Castagneto Carducci ed infine, il neonato WWT- Museo del Vino, inaugurato il primo weekend di Giugno.
Giorno 1
Le Macchiole
Le Macchiole nasce nel 1983 dalla passione per il vino di Eugenio Campolmi e Cinzia Merli, che investirono nel comprensorio Bolgherese.
La tragica scomparsa di Eugenio nel 2002, ha investito Cinzia della responsabilità di portare avanti una realtà preziosa per la viticoltura italiana: vini eleganti, raffinati, destinati a regalare emozioni nel tempo.
Nel 1994 nascono Messorio (Merlot 100%) e Scrio (Syrah 100%), mentre il capostipite Paleo Rosso nel 2001 si trasforma in un Cabernet Franc in purezza. Una meraviglia.
Una curiosità: con i proventi delle vendite delle bottiglie da 6 litri di Messorio 2004 l’azienda ha commissionato e fatto posizionare in alcuni punti caratteristici del bolgherese alcune cornici in metallo, per celebrare il paesaggio che ispirò alcuni celebri versi del Carducci, il cui nome è intimamente legato a questi vini.
Leggi anche:![Magia Di Vulcano 1920](https://wineloversitaly.com/wp-content/uploads/2024/11/magia-di-vulcano-1920.webp)
Magia di Vulcano
Presso Le Macchiole ci affacciamo da quella che guarda una vigna a perdita d’occhio che recita il passo di San Martino “Va l’aspro odor de i vini l’anime a rallegrar…”
L’impegno è di interpretare il territorio vinificando in purezza le uve che provengono da vigne a conduzione biologica e in parte biodinamica, da terreni situati in due macrozone, una a medio impasto ed impronta calcarea, l’altra a struttura franco-argillosa a Ph acido.
Tutto ciò
per valorizzare il vitigno e far esprimere le particolarità di un luogo scoperto recentemente, ci spiega Veronica, raccontando con passione e professionalità la nascita dell’azienda, il sogno di Eugenio, la cura amorevole dei vigneti, che prevede la mano dell’uomo dalla potatura sino alla vendemmia. Momento importantissimo, dove sono le donne ad eseguire i controlli di qualità e la scelta dei grappoli e degli acini: personale che si cerca di fidelizzare di anno in anno per avere sempre una squadra coesa ed attenta.
Per la fermentazione si usa il cemento non vetrificato e l’acciaio per il Bolgheri Rosso; si stanno facendo sperimentazioni con il grès che promettono risultati interessanti.
L’invecchiamento per 20 mesi viene seguito da altri due anni in bottiglia. Le barriques usate sono bordolesi di rovere Francese a tostatura media, mediamente il 70% nuove ed il 30% di secondo passaggio.
Ma è giunto il momento di salire in sala degustazione ed incontrare i mirabili esempi di passione e terroir:
Bolgheri Rosso 2015 in cui sono presenti le tre varietà tipiche dell’uvaggio bordolese. Rosso rubino con accenni porpora, succoso, note fruttate di ciliegia, mora, ribes, tabacco, viola, rose e accenni speziati (pepe).
Ottimo rapporto qualità prezzo.
Paleo 2012, Cabernet Franc in purezza. Religioso rosso rubino, luminoso. Dapprima timido e delicato al naso, si svela a poco a poco in un tripudio di liquirizia, peperone rosso, eucaliptus, chiodi di garofano, rosa canina, sensazioni erbacee e note di cioccolato. Una bella freschezza per un vino infinito nelle sensazioni gusto olfattive ed un tannino vivo, sostenuto da una una chiusura sapida. Un capolavoro autentico.
Scrio 2013, conferma il desiderio aziendale di vinificare separatamente i vitigni per regalare la loro tipicità e caratteristica bolgherese. Un Syrah elegante, verticale, che si apre in profondità con note di pepe nero, prugna, viola, genziana. Complesso e persistente, richiede una attenta gestione in vigna nelle annate meno favorevoli. Dal 2004 al 2008 uso di barrique, mentre dal 2009 vinificazione in acciaio e poi tonneau.
Messorio 2013, Merlot in purezza, ci avvince con il suo luminoso ed intenso colore; un susseguirsi di ciliegia, humus, ribes, vaniglia, cuoio in apertura, in bocca la nota pseudocalorica è accompagnata da un tannino vibrante, lunga la persistenza e grande freschezza e mineralità’ in scia finale. Un vino importante, coerente, da aspettare ancora per contemplare al meglio la sua perfezione.
Azienda Agricola Le Macchiole
Strada Provinciale Bolgherese, 189/A
Bolgheri, Castagneto Carducci LI
+39 0565 766 092
Giorno 2
Podere Grattamacco
Una visita ad una cantina storica: ci accoglie Michela, iniziando a raccontare la storia di PierMario, amico del marchese Incisa della Rocchetta, che fondò l’azienda su di una stupenda collina nel 1977, piantando Cabernet Sauvignon e Vermentino.
Dal 2002 a guidare il progetto è Claudio Tipa, proprietario anche di Poggio di Sotto a Montalcino e Colle Massari a Montescudaio, che si avvale della consulenza enologica di Luca Marrone.
Una realtà che lavora in biologico certificato; alcuni vigneti acquisiti recentemente sono in conversione. I suoli hanno diverse composizioni che giustificano le differenze sensoriali percepiti nei vini.
La conduzione è ad alberello o Guyot (più idoneo al Cabernet Sauvignon), sui 27 ettari che rendono 140000 bottiglie.
Le fermentazioni
avvengono in tini aperti, con lieviti indigeni e plurime follature manuali. L’uso di barriques nuove ed usate, rendono i rossi potenti ed al tempo stesso eleganti, espressione di terreni con banchi calcarei marnosi, misti a sabbia.
Grattamacco bianco è un superbo Vermentino che grazie al flysch sul quale crescono le viti, esprime note idrocarburiche, mineralità e freschezza e meravigliose sensazioni gusto olfattive. Stellare.
Bolgheri Rosso è il primo vino ad uscire in commercio, naso fruttato con note di prugna, ciliegia, miele e anice stellato, bella chiusura sapida.
Alberello 2014, seppur figlio di una annata complicata, prodotto in 5900 esemplari, viene da vigne di circa 10 anni, da un terreno a circa 50 m s.l.m.: il taglio bordolese vede il Cabernet Sauvignon assoluto protagonista con un 78% e la partecipazione di Cabernet Franc e Petit Verdot.
Grattamacco 2014 gode della finezza delle belle escursioni termiche raggiunte dai 200 m s.l.m, su cui poggiano le vigne di circa 20-30 anni. Avvolge l’olfatto una ciliegia sotto spirito, accompagnata da sentori di pepe nero, chiodi di garofano, tabacco, prugna, fiori appassiti: in bocca è decisamente potente ma mantiene coerenza gustativa e convince per la sapidità con la quale termina. Tutto Biologico certificato.
Ringraziando per la cortesia,
scendiamo poi in auto verso la S.P. 16b Bolgherese, affascinati da un panorama che allarga il cuore e l’anima.
Podere Grattamacco
Loc. Lungagnano, 129
Castagneto Carducci LI
+39 0565 765 069
Giorno 3
Cantina Michele Satta
Oggi è un giorno di festa: in questo sabato 10 Giugno 2017 si inaugura la nuova cantina di Michele Satta a Castagneto Carducci. Una processione di gente si avvicenda sulla salita che porta all’ingresso di questo tempio, di un vignaiolo che è stato tra i primi a credere nella realtà di Bolgheri e nelle grandi potenzialità dei suoi vini.
Una bianca scalinata conduce nella hall dove l’ospitalità ha inizio e dove si può ritirare un bicchiere e piluccare amuse bouches di grande qualità e bell’impatto visivo.
Sulla terrazza, che si affaccia sui vigneti verdi e rigogliosi in questo assolato pomeriggio, ancora frutta, spiedini di pecorino, pere e prugne, schiacciate e la musica di una piccola e deliziosa orchestra strumentale, che rallegra con brani evergreen.
Nell’adiacente ampio salone sono esposti quadri di uno stimato pittore locale, colorati e allegri, di grande impatto.
Michele Satta
intrattiene le persone con garbo e cortesia, mentre la moglie Cinzia accoglie al banco amici, colleghi, visitatori con una degustazione dei vini aziendali.
Eccone alcuni.
Costa di Giulia, bianco da Vermentino a cui viene aggiunto dal 97′ il Sauvignon. Conduzione a Guyot, con potatura verde e diradamento. Criomacerazione, decantazione naturale del mosto e fermentazione a T controllata. Sosta in acciaio e senza chiarifica viene filtrato e imbottigliato. Un trionfo di profumi mediterranei, di corpo e di freschezza gustativa.
Bolgheri Rosso DOC – ottenuto da Sangiovese 30%, Cabernet Sauvignon 30%, Merlot 10%, Syrah 10% e Teroldego 10%: vendemmia manuale, lieviti non selezionati per la fermentazione con rimontaggi, 12 mesi in legno. Allegoria di frutti rossi estivi, speziatura dolce e di pepe, tannino vigoroso.
Il Cavaliere Toscana IGT, che esprime la fedeltà di Michele al Sangiovese, dato che lo ritroviamo vinificato in purezza, proveniente dal Cru Villanova. Vendemmia in surmaturazione, fermentazione in tini aperti di legno di quercia, macerazione con sommersione soffice del cappello. Lieviti indigeni, affinamento in barriques usate per 24 mesi. Un vino da aspettare, che rallegra per i sentori di ciliegia, amarena, viola, humus, elicriso, vaniglia, chiodi di garofano e pepe bianco.
Piastraia Bolgheri Superiore DOC, una sinfonia di Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Sangiovese: ciascuna varietà fermenta separatamente in botti di rovere da 30 hl, lieviti naturali, due follature giornaliere. Svinatura dopo circa 20 giorni e passaggio in barriques di legno francese, nuove per un quinto. Grande complessità olfattiva con declinazioni fruttate, floreali, balsamiche e accenni speziati e tostati. Grande importanza al gusto olfattivo e lunga scia sapida nel finale.
Un bellissimo momento,
fatto di tradizione, vino, persone e futuro.
Tenuta Argentiera
Un’azienda giovane, se pensiamo che le vigne sono state piantate nel 2000 in alcuni appezzamenti della riserva di caccia della antica famiglia Fiorentina dei Serristori e la prima vendemmia venne festeggiata nel 2003.
Oggi è una realtà di 500 ettari totali, di cui 75 a vigneto, su di un poggio spettacolare che gli Etruschi abitavano e ne traevano l’argento dalle sue miniere. Da qui appunto il nome.
La proprietà è recentemente passata nelle mani di Stanislaus Turnauer per il 70%, mentre la restante quota resta dei fratelli Corrado e Marcello Fratini.
Varcato il cancello,
sulla sinistra, troviamo l’Enoteca, luogo elegante e raffinato, dove potremo fare la degustazione e punto di ritrovo da cui partono le visite.
Saliamo su di un pulmino e ci dirigiamo verso il punto più alto della tenuta, da cui si gode un panorama mozzafiato e si può scorgere il mare, la costa maremmana, le isole dell’arcipelago Toscano, prima di tutte l’Elba e nei giorni più’ tersi persino la Corsica. Un paradiso. Davanti a noi distese di vigne, ordinate in filari come soldatini, completamente circondati da una lussureggiante macchia mediterranea: la campagna è inoltre delimitata da viali di pini marittimi e da piante di olivo, per una full immersion nella natura.
Arrivando alla cantina, notiamo l’architettura ispirata allo stile Toscano locale, con mura spesse ed a spiovente per garantire una naturale termoregolazione.
Le uve, che provengono dalle singole parcelle, vengono selezionate a mano e diraspate nei locali adibiti alla raccolta e poi per gravità confluiscono nella cantina per la fermentazione.
Nei sontuosi locali di affinamento sono invece ospitate 1200 barriques di rovere francese, mantenute ad una temperatura costante di 16 gradi.
Ma veniamo ai vini:
esiste una linea di facile beva, giovane e piacevole, Poggio dei Ginepri, che offre un agile Bianco, ottenuto da Vermentino (70%), Viognier e Sauvignon che tratteggia l’erbaceo varietale, accompagnato da note floreali, 3 mesi acciaio e 3 mesi bottiglia.
Poggio dei Ginepri 2015 interpreta Cabernet Sauvignon e Syrah provenienti da vigne giovani, situate in zone più vicine al mare e con trama sabbiosa: 8 mesi acciaio e successive barriques usate per mantenere la succosità del frutto, la freschezza del tannino, la sapidità.
Villa Donoratico Bolgheri DOC 2015 esprime nel l’uvaggio Cabernet Sauvignon 40%, Merlot 20%, Cabernet Franc 30%, Petit Verdot 10% il taglio sartoriale cesellato per un’annata decisamente interessante. Vino potente che avvince con i suoi sentori di prugna, marasca, liquirizia, tabacco biondo, mirto. Tannino ruggente e buona persistenza gusto olfattiva .
Per finire Argentiera 2014, le cui uve provengono dai suoli più vocativi, situati ad una altitudine compresa tra i 180 e 200 m s.l.m., che garantiscono con la ventilazione caratteristica profumi eleganti e belle escursioni termiche. Fermentazione in acciaio per 20-30 giorni e trasferito in barriques nuove (solo il 50%); affinamento anch’esso in barriques per 18 mesi ed ancora 12 mesi di bottiglia. Cabernet Sauvignon 40%, Merlot 40%, Cabernet Franc 20%, per un vino che evoca il territorio e lo esprime con vigore.
Nelle annate più speciali
l’azienda vinifica alcuni vitigni in purezza: Lavinia Maria (Cabernet Franc), Ophelia Maria (Cabernet Sauvignon) e Giorgio Bartolomeus (Merlot), dedicati ai tre amati nipoti della casata Fratini.
Un’altra giornata indimenticabile, ancora emozioni e ricordi da serbare nel cuore e da raccontare a voi che leggete con la nostra grande passione.
· I protagonisti del fenomeno Bolgherese ·
da sinistra a destra: Marchese Niccolò Incisa della Rocchetta, Lodovico Antinori, Piermario Meletti Cavallari, Michele Satta, Piero Antinori