· di Olga Sofia Schiaffino ·
“Potete immaginare, creare e costruire il luogo più meraviglioso della Terra ma occorreranno sempre le persone perché il sogno diventi realtà”
( Walt Disney)
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odere Sabbioni è un luogo dove si percepisce nettamente il calore, l’umanità, il profondo rispetto per le persone e per la natura: siamo nelle Marche , in provincia di Macerata, a circa 20 km dal mare e ai confini della riserva naturale dell’Abbadia di Chiaravalle di Fiastra.
Massimo, Maria Grazia e la figlia Laura ti accolgono in cantina con premura e attenzione, felici di raccontare il loro lavoro certosino nel recupero di un antico vitigno autoctono, il Maceratino Ribona e l’impegno per salvaguardare l’integrità del territorio.
Insieme a Paolo Bellocchi @paolowine arriviamo in cantina, ricavata all’interno del mulino di famiglia dei primi anni ‘900, senza avvertire: sappiamo che non si dovrebbe fare, ma il desiderio di fare una deviazione sul nostro percorso per incontrarli è davvero grande.
Siamo molto fortunati e loro molti gentili: si entra subito in armonia e si comincia a parlare della passione che muove il loro operato e rende queste persone davvero speciali.
Scopro che Podere Sabbioni è una azienda agricola multifunzionale, una definizione data dall’OCSE per quelle realtà che non solo hanno la funzione primaria di produrre cibo e fibre ma anche quella di disegnare il paesaggio, proteggere l’ambiente e conservare la biodiversità; in aggiunta e di primaria importanza, l’impegno a contribuire alla sopravvivenza socioeconomica delle aree rurali.
I vigneti si estendono per circa 4 ettari, su due pendici contrapposte a 170 metri s.l.m., dove la brezza riesce a garantire un microclima particolare e ideale per la vite.
I suoli sono caratterizzati da calcare e sabbia, magri e oltre al maceratino vengono coltivati il verdicchio e per quanto riguarda le uve a bacca rossa, il montepulciano e il sangiovese.
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Gli interventi in vigna sono limitati allo stretto necessario e grazie a una stazione meteo per avere i dati in tempo reale, sono utilizzate minime quantità di rame e zolfo; per nutrire il terreno si adopera il letame e non si usano pesticidi o erbicidi.
La nostra curiosità ci spingere a chiedere qualche informazione sul maceratino ribona. Pare che se ne abbiano tracce sin dal Medioevo, quando i monaci arrivarono dall’Abbazia di Chiaravalle di Milano e fondarono una Abbazia omonima a Fiastra.
Questo luogo di culto venne ad avere sotto la sua giurisdizione ben 33 chiese tra cui Loreto, che era il luogo di pellegrinaggio più importante in Europa.
Purtroppo, la pestilenza del Trecento decima i monaci e da Roma vengono mandati dal Papa i Gesuiti, che realizzano e ampliano le cantine nella abbazia.
Il vitigno viene ad essere dimenticato soprattutto nel Novecento, quando le famiglie dell’Anconetano, Angelini e Fazi Battaglia promuovono il verdicchio, associato alla classica e distintiva bottiglia.
Il maceratino ribona è un’uva a bacca bianca, di buona vigoria e resa, che viene a essere identificata nella Doc Colli Maceratesi Ribona, quando è presente per almeno l’85%.
Massimo spiega che ha suscitato l’interesse di Jancis Robinson, per le sue caratteristiche che lo collocano in stretta parentela con il verdicchio, con il quale condivide la forma e la grandezza del grappolo, la foglia trilobata.
I profumi però sono decisamente diversi, infatti i contadini lo chiamano “il verdicchio marino” per le note salmastre e per la mineralità che si apprezza degustando il vino che se ne ottiene. Non viene esclusa una provenienza dalla vicina Grecia.
L’annata 2024 viene descritta da Massimo con un sospiro di sollievo, provenendo da una precedente flagellata dagli attacchi di peronospora, a causa del clima umido e piovoso.
All’inizio di settembre sono state vendemmiate le uve per il rosato e per le basi spumanti, poi a seguire il verdicchio e il maceratino e da ultimi, il montepulciano e il sangiovese.
Podere Sabbioni porta nel nome una chiave per decifrare “ come e dove sono”: Podere rimanda alla dimensione umana e di attaccamento alla famiglia, al territorio e al lavoro nei campi mentre “ Sabbioni” si riferisce alla importante componente di arenaria gialla mista al calcare delle vigne e alla presenza della strada sul torrente Fiastra.
Questa caratteristica marca prepotentemente i vini, molto più dell’intervento umano in cantina.
Massimo ama sperimentare perché lavora con passione e cerca sempre di migliorarsi: cerca di fare la differenza con una grande attenzione in vigna (conoscendo quasi le viti nome per nome!)
Colli Maceratesi Doc Ribona nasce da uve vendemmiate meticolosamente a mano, che vengono preservata dall’ossidazione con l’utilizzo del ghiaccio secco; fermentazione e affinamento in acciaio per ottenere un vino vivo, dinamico, caratterizzata da freschezza e sapidità al sorso e caratterrizzato da profumi puliti e netti di pesca bianca e frutta esotica.
Ribona della Famiglia, annata nel 2021, nasce da un assemblaggio di tre vini fatti separatamente, seguendo processi di affinamento diversi ma sempre utilizzando le uve dello stesso vigneto.
La fermentazione avviene grazie ai lieviti indigeni in contenitori di cemento e legno, Segue il riposo sulle fecce fini per 12 mesi e poi viene assemblato. Il vino è molto luminoso e mantiene delle iridescenze verdoline; trionfano al naso i fiori bianchi, gelsomino e acacia, accompagnata da note di miele. Vibrante acidità e chiusura su note di pietra focaia.
Massimo anticipa che prossimamente verranno usati i contenitori in ceramica (Tava e Clayver) per le cuvée e potrebbe essere che una parte possa essere avviata alla macerazione (semi) carbonica.
Le idee sono davvero stimolanti e ci sforziamo di immaginare come risulterà questo vino bianco che già adesso è molto buono e non si dimentica facilmente.
Un ulteriore cambiamento apportato è stato quello di cambiare i tappi per la chiusura: è stato scelto il Diamm quello con materiale di aggregazione di origine naturale, perché forse il contatto con l’ossigeno che dava il monopezzo di sughero è sembrato non essere così opportuno per questa tipologia di vino.
Igt Marche Rosato, ottenuto da sangiovese 100 % è un vino che non puoi non amare: stuzzica la vita, il naso e il palato. Piccoli frutti rossi, ciliegia succosa, ribes, tannino gentilmente scolpito e grande bevibilità. Un vino gioioso, proprio come le persone di Podere Sabbioni!
Un altro assaggio che ci ha lasciato senza parole, a me e al buon Paolo è stata la bollicina che rappresenta il vino nuovo in uscita…
Un metodo classico che coniuga eleganza e struttura, dal colore rosso rubino tenue e dai profumi fragranti.
Il tempo è passato velocemente e dobbiamo avviarci verso la prossima tappa del nostro viaggio: dopo averli ringraziati, li salutiamo con un certo rammarico, di non poter godere ancora della loro compagnia e dei fantastici vini assaggiati.
Ma sembra proprio essere un arrivederci…
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Podere Sabbioni
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