Degustazioni alla Baia del Silenzio
S
i continua il racconto, questa volta guardando fuori della Liguria:
Castel del Piano in provincia di Massa, ospita i viaggiatori in un castello medievale con intorno i vigneti e gli uliveti: amore e passione per la Lunigiana, conduzione biologica.
Pian Piano (che riporta in etichetta il disegno di una quercia secolare abbattuta dal vento) è un blend di Durella Gentile, Chardonnay e Pinot Grigio, un anno sui lieviti e lungo affinamento in bottiglia: agrumi ed erbe si chiudono con una nota speziata in bocca.
Pepe Nero è l’interpretazione del Vermentino Nero, clone autoctono recentemente recuperato: un vino succoso di frutta rossa, accenni balsamici e tannino sferzante e chiusura sapida. Coinvolgenti.
Enrico Serafino, cantina storica a Canale, Piemonte, ci affascina con un Alta Langa Metodo Classico Brut Zero, 72 mesi sui lieviti, tutto Pinot Nero: struttura, frutto fragrante freschezza e vibrante assaggio lo rendono davvero mirabile. Ottimo anche il brut ottenuto da un 75% di Pinot Nero e 25% Chardonnay, con ottimo rapporto qualità prezzo.
Continuando con le bollicine
ecco la Maison Esterlin che propone un blend classico dei tre vitigni in un favoloso Brut Nature Vintage 2009: un susseguirsi di ribes, lampone, fragolina, cedro, floreale fragranza ed una verticalità data dalla acidità (nonostante la malolattica svolta!) e sentori ammandorlati in chiusura.
Bruno Roulot un’azienda di 6 ettari nella Valleè de la Marne presenta un blend di Pinot Meunier 95% con un timido 5% di Chardonnay, tre anni sui lieviti, dosaggio 7g/l, non svolge la malolattica: favolosa entrata di frutta di bosco, avvolgenza setosa, note di pan brioche e scia finale sapida. Fantastico.
Lenza ci racconta la Franciacorta vicina al Monte Orfano con i suoi vini mai banali e scontati, frutto di ricerca e di amore per un territorio privilegiato: uno su tutti (ma ognuno è un mondo a parte) Tesi N° 43, brut nature vendemmia 2006, Chardonnay 100% con viti di oltre 30 anni, vinificazione, fermentazione e maturazione del vino base in piccole botti di rovere, lieviti indigeni, rifermentazione sur lie per 7 anni.
Che dire?
Un vino che va fatto respirare per dare la possibilità di narrare il miele, la cera d’api, il cedro, l’albicocca, il croissant, le sensazioni burrose e avvolgenti e una spina dorsale di freschezza e sapidità che suggellano in lunga persistenza l’assaggio.
Sempre notevole l’apporto dei vini dell’Enoteca regionale di Gattinara: Nebbiolo detto Spanna, suoli davvero complessi, modellati dal supervulcano prima e dalle glaciazioni poi, connubio con vespolina e uva rara, maggiorina con forma di allevamento.
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Azienda Agricola Ronchi propone un Nebbiolo davvero importante ed un Barbaresco che esalta per i toni floreali, il muschio, la cipria, il tannino femminile ma deciso e lunga persistenza coerente fino in fondo.
In chiusura,
la visita alla postazione di un gigante del mondo del vino: Azienda Attilio Contini, dal 1898 sinonimo di Vernaccia di Oristano, questo gioiello dell’enologia non solo di Sardegna ma Italiana è senza dubbio un vino da promuovere, da far conoscere: da il meglio di sé in abbinamenti con la pasticceria secca, come aperitivo e da meditazione.
Trionfo di ambra che veicola sentori di frutta secca, mandorle, noci, datteri, cannella e vaniglia, papaya disidrata e grande sapidità e persistenza.
Silent Wines
Ex Convento dell’Annunziata
Via Portobello, 1
Sestri Levante GE