Emozioni nel calice a tutto cuore
Emozioni nel calice a tutto cuore

Emozioni nel calice a tutto cuore

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‘avrò trovato il cuore nel calice?

C’è chi cerca di capire il colore del cuore, chi di comprenderne appieno la sua forma; in realtà il tema vero non è il colore, e nemmeno la forma, il cuore nel vino è semplicemente l’emozione che suscita.

Durante l’evento “I Vini del Cuore 2023”, andato in scena nel Porto Antico di Genova il 7 e 8 maggio 2023 nella splendida struttura sull’acqua dell’NH Collection, ho assaggiato gran parte dei vini della guida 2022, e non solo. Camminare tra i banchi d’assaggio delle sale illuminate dalle grandi vetrate, passando tra i raggi di luce rifratti dallo specchio del mare e diretti dentro i calici, è stato un po’ come rileggere l’edizione dello scorso anno, un amplificatore di sensazioni che rimanda allo stile emozionale degli autori della guida.

I vini sono stati recensiti nel manoscritto “I Vini del Cuore”, dai vari autori che lo hanno fatto in modo passionale, con una modalità anomala, non una vera e propria guida con la perentoria assegnazione di punteggi, ma una semplice narrazione di storie, di situazioni personali, di calici speciali, di sorrisi, di emozioni e di amore, ovvero l’insieme di tutti quegli elementi che sono alla base di una esperienza di degustazione, che poi sono il motivo che fa preferire un vino a un altro.

Le sale sono state il palcoscenico di racconto accademico delle singole bottiglie, ma soprattutto il baricentro comunicativo, particolarmente energico e trepidante, inclusivo, aperto e di condivisione: proprietari di cantine, professionisti, vignaioli, sommelier e tutti gli intervenuti, sono animati e accomunati dallo stesso spirito esperienziale per cui i calici vengono impugnati non solo in modo critico e professionale, ma raccontati con passione.

All’interno della sala “Mediterraneo” si sono svolte tre masterclass, la prima è stata una particolarissima degustazione egregiamente condotta dal giornalista enogastronomico Aldo Fiordelli, un viaggio emozionale di otto calici, con supporto di elementi tecnici per entrare nei singoli vini. La presentazione è stata curata dall’ideatrice dell’evento, Olga Sofia Schiaffino, che ha introdotto la degustazione e certamente invitato tutti a cercare “il cuore nel calice”.

I vini versati dai sommelier di servizio, con una gestione di sala impeccabile di Chiara Campora che è riuscita anche nell’attività ad interpretare il mood de I Vini del Cuore, con un preciso e formale servizio, mai distante, mirabilmente profuso, inevitabilmente “un servizio con il cuore”. Il susseguirsi dei calici, seppur diversi tra loro per stile, tipologia e territori, seguiva il filo della qualità, dell’emozione e le ricerche nel bicchiere, ben stimolate dal relatore, sono state elemento di studio, un indotto momento culturale.

L’attribuzione del suffisso “del cuore” nei vini può intendersi come valore aggiunto; a molti dei vini presenti sia nella masterclass che nei banchi d’assaggio, sono stati assegnati massimi punteggi, da varie istituzioni e tante guide di settore, quindi un riconoscimento non esclude l’altro, il cuore conferma l’implicita qualità e sottolinea un’etichetta di valore.

La masterclass è stata un viaggio eclettico, un giro per alcuni calici con chiare indicazioni tecniche, di tipicità e unicità, una selezione di otto vini rappresentativi e arrivati nei calici come in un menù, una progressione di stili, dallo spumante vibrante al rosso più profondo.

Le mie personali sensazioni, le mie emozioni non sono unicamente un fatto soggettivo, ma rappresentano elementi d’approccio con i vini per passione, per cui ognuno ha la sua ma poi tecnicamente tutti d’accordo e diventano oggettività, sono I Vini del Cuore.

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Le mie “sensazioni del cuore” dei vini in degustazione:

1) Vino Spumante di Qualità Rosé Brut Boh Sangiovese – La Leccia

Un Metodo Martinotti lungo che è riuscito a intrappolare la freschezza del sangiovese in un rosato dalla simpatica etichetta con specifica in retro-etichetta “Secondo “Follia”, nessuna follia però all’assaggio, è unico, è un meraviglioso rosato con bollicine che sprizzano felicità;

 

2) Lambrusco di Sorbara DOC millesimato Brut Metodo Classico Christian Bellei 2016 – Cantina della Volta

L’elegante Sorbara in purezza fa brillare gli occhi, un colore e una piacevole facilità all’assaggio fanno capire che lo stile voluto non è lo stress dei lieviti ma il raggiungimento dell’obiettivo attraverso la verifica dei giusti mesi, il punto di arrivo è quello di coccolare chi lo degusta;

 

3) Costa d’Amalfi DOC Furore Bianco Fiorduva 2021 – Marisa Cuomo

Dal territorio dove solo gli eroi possono allevare vite, dai vitigni autoctoni Fenile, Ginestra e Ripoli, un vino bianco che intrappola la freschezza e la rafforza con la struttura di una sapiente raccolta in vigna e una vinificazione importante, un vino che non si ferma allo stile tradizionale, va oltre e accontenta anche bevute un po’ sofisticate;

 

4) Colli di Luni DOC Vermentino L’Aura di Sarticola 2020 – La Pietra del Focolare

La freschezza e la sapidità che trattengono i frutti, erbe aromatiche e spezie, rappresentano l’emozione di questo Vermentino, un territorio e una vinificazione importante che enfatizza e non confonde, sarà il terreno, l’esposizione delle vigne o le botti grandi di rovere ma la certezza che è un vino di emozione;

 

5) Valdarno di Sopra DOC Rosato Osato 2022 – La Salceta

Dal suo territorio arriva nei calici un fantastico rosato, uno di quelli che si capisce che è un voluto progetto, l’Osato è un Cabernet Franc vendemmiato per farne un bianco con pochissime ore di macerazione per la giusta tonalità di rosa, non è un vino per andare dietro alle mode, già dalla sua veste e dal tappo di vetro si intravede un gioiello però, la moda non la segue, la moda la fa;

 

6) Chianti Classico DOCG Ragonaia 2020 – Lecci e Brocchi

Dal simbolo delle foglie di leccio e da quei cavalli espressivi in etichetta, la bella luminosità e colore di questo sangiovese introducono i vini rossi, questo è un vino da viti allevate alla giusta altezza collinare, da terreni veramente molto particolari, un Chianti Classico che doma il selvaggio, diventa elegante e contemporaneo;

 

7) Marca Trevigiana Rosso IGT Piradobis 2020 – Enotria Tellus

Con quella dose di Raboso, il Merlot diventa un vino che non scade nel ruffiano, un rosso che rappresenta bene il suo territorio, una sferzata fumé si aggiunge alle sensazioni di vera frutta con percezioni rotonde e setose che all’assaggio sono proprio interessanti da gustare;

 

8) Toscana IGT Pretale 2018 Marzocco di Poppiano

Un mix di sensazioni di un vino che a tavola sempre finisce, in questo vino evidentemente sono quelle date dal suo frutto, Sangiovese con aggiunta di Canaiolo e Cabernet Sauvignon, percezione di grafite alternata a frutti, spezie e fiori secchi e alimentata da freschezza, sono gli elementi che divertono, non sono prepotenti e fanno diventare questo vino di corpo, un calice di piacere.

Era solo la prima masterclass, tanto da scoprire anche nella degustazione dedicata agli Amber Wines e a quella della Malvasia, un viaggio mediterraneo.

paolo bellocchi

@paolowine

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