Marche: natura, gusto e tradizione
Marche: natura, gusto e tradizione

Marche: natura, gusto e tradizione

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ue estati fa, letteralmente estasiati dalle belle parole sulla regione Marche durante una degustazione di vini a cui abbiamo partecipato in primavera, abbiamo deciso di soggiornarvi per quattro giorni in agosto.

Appena arrivati nella provincia di Ancona, a pochi chilometri da Jesi, ci accorgemmo subito che l’idea che ci eravamo fatti corrispondeva in pieno alla realtà: un territorio per gran parte collinare, con paesaggi meravigliosi di uliveti, vigneti e girasoli.

Il Conero, maestoso promontorio a picco sul mare, divide la regione in due parti distinte sia sotto il profilo vitivinicolo che geografico, con gli Appennini da un lato e il mare Adriatico dall’altro, condizionando enormemente il clima e i vari vitigni presenti.

Tra la bella Jesi,

ricca di storia, cinta dalle sue suggestive mura e il piccolo borgo di Morro d’Alba a 200 m sul livello del mare, anch’esso con mura fortificate, abbiamo avuto il piacere di visitare numerose cantine e di assaggiare altrettanti vini interessanti. Due tra i più importanti vitigni dell’entroterra anconetano sono La Lacrima di Morro d’Alba e il Verdicchio.

Il lacrima è un vitigno autoctono, conosciuto fin dai tempi antichi, la prima citazione storica si deve a Federico Barbarossa nel 1167 durante l’assedio di Ancona. Fortunatamente alcune cantine della zona hanno deciso di continuare a coltivarlo per tradizione, altrimenti ora non potremmo più degustarlo.

Il nome deriva dal fatto che la buccia dell’uva, quando arriva al punto di maturazione, si fende, lasciando “gocciolare” il succo contenuto e il vitigno cresce su terreni argillosi e sabbiosi, ed è così legato al territorio da prenderne il toponimo. È un vino che se lo bevi anche una sola volta lo riconosci per la sua aromaticità unica: colore rosso rubino intenso, con sfumature violacee, al naso la frutta e i fiori, fra i quali soprattutto la rosa e la viola predominano. Abbastanza corposo e tannico si sposa bene con piatti aromatici di carne, ma anche con alcuni salumi tipici.

Tendenzialmente

non è un vino dai lunghi affinamenti, ma alcune cantine ne producono alcune tipologie che riescono a dare grande soddisfazione nel tempo. Ad esempio, Il Lacrima Di Morro d’Alba Doc Superiore della Azienda Vicari, che è vinificato con uve appassite per breve periodo e affinato in bottiglia, oppure quello della Az. Mancinelli, anch’esso affinato in bottiglia, denotano alla degustazione un vino più complesso e speziato, che può migliorare con gli anni.

Il Verdicchio, invece, è un vino che sta crescendo in importanza e ha perso la sua “etichetta” di vino semplice, noto ai più per la sua bottiglia a forma di anfora, brevettata nel 1953 dalla azienda Fazi Battaglia.

I vignaioli della zona stanno cercando di ottenere un vino di carattere con l’utilizzo delle basse rese e della selezione clonale e ci stanno riuscendo benissimo visti i nostri svariati assaggi di vini molto interessanti.

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Godendo di un clima continentale con terreni ricchi di marne, limi e calcare, è sapido, fresco, fruttato, erbaceo con un finale spesso ammandorlato, ma mentre quello dei Castelli di Jesi è influenzato dalle note iodate del mare che gli conferiscono una bella acidità, quello di Matelica è più complesso e strutturato.

Assaggiando il Verdicchio nelle colline intorno a Jesi, sia base che Riserva (con affinamento di 18 mesi in legno e bottiglia), abbiamo notato che il vino con l’invecchiamento acquisisce note evolutive e profumi terziari, mantenendo sempre un’ottima freschezza. Per questo si può abbinare dal pesce crudo a piatti più strutturati in base alla sua evoluzione.

Degni di nota

sono “il Balciana” della Az. Sartarelli (Verdicchio dei Castelli DI Jesi DOC Classico Superiore), da uve raccolte a novembre, con lungo affinamento in bottiglia, è un vino di un bellissimo colore tendente all’oro, complesso al naso, persistente e armonico in bocca. Il Castelli di Jesi Verdicchio Riserva DOCG Classico dell’Az. Villa Bucci, invece, fa un anno e mezzo di affinamento in botti di Rovere di Slavonia e almeno 1 altro anno in bottiglia, è un bianco importante, complesso al naso con note terziarie, persistente e armonico in bocca.

Per finire ci siamo diretti più a sud, nella provincia di Macerata, salendo a circa 500 m sul livello del mare verso Serrapetrona, borgo medievale arroccato sulle colline, per scoprire il terzo vitigno autoctono di cui ci siamo incuriositi: la famosa Vernaccia a bacca nera.

La Vernaccia di Serrapetrona DOCG (l’unico spumante rosso ad avere la denominazione) è un vino unico per la sua tipologia, può essere sia secco che dolce e la sua produzione prevede ben tre fermentazioni: una parte delle uve viene vinificata alla vendemmia, una parte (non meno del 40%) viene fatta appassire in modo naturale (generalmente in graticci) fino a gennaio dell’anno successivo.

Il mosto ottenuto da questa vinificazione viene poi aggiunto al vino base per ottenere la seconda fermentazione, più lenta, per circa due mesi. Per finire il vino ottenuto viene messo generalmente in autoclave (in alcuni casi è utilizzato anche il metodo classico) con l’aggiunta di zuccheri e lieviti per fa sì che si avvii la terza fermentazione, la cosiddetta presa di spuma.

Il risultato

sarà uno spumante con un perlage abbastanza fine e persistente, un colore rubino tendente al granato, al naso una nota di frutta rossa matura e in bocca gusto fresco, tannino appena accennato e finale leggermente amaricante.

Nella sua tipologia secca si abbina bene a formaggi stagionati o carni bollite accompagnate da salse, nella sua tipologia dolce, si sposa con pasticceria secca a base di frutta secca ed a frolla con marmellata di frutti rossi.

Particolare quella secca della Az. Alberto Quacquarini con un bel perlage fine ed un gusto morbido e persistente, con finale gradevolmente amaricante, degustata in abbinamento con formaggi e salumi del luogo, come il buonissimo “ciauscolo”, salame IGP.

Questo territorio, i suoi colori e profumi ci sono rimasti nel cuore, insieme all’ospitalità dei marchigiani, davvero un’esperienza da provare!

 

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