Nel cuore del Chianti
· di Olga Sofia Schiaffino ·
È trascorso quasi un mese dall’incontro con Paolo De Marchi e sua moglie, nell’affascinante contesto della tenuta, che comprende due appezzamenti particolarmente vocativi nella zona del Chianti Classico.
Un momento così emozionante da non trovare le parole per descrivere le sensazioni e a tratti la commozione, provata in compagnia di persone davvero speciali, ancor prima che maestri viticoltori: così ho continuato a rimandare fino ad oggi, sapendo fin d’ora che non sarò completamente soddisfatta del mio racconto.
Un calore avvolgente, un sogno che si vuole realizzare, l’amore per la famiglia e la tradizione: la famiglia De Marchi acquista negli anni Cinquanta due fattorie e si impegna ad esprimere la personalità del Sangiovese.
Paolo
ha studiato agraria ed ha maturato esperienza anche in California, vuole portare avanti un lavoro di ricerca e di qualità.
Nascono i vini della collezione privata De Marchi, che esprimono il carattere di vitigni d’oltralpe quali Chardonnay, Syrah e Cabernet Sauvignon ambientati nei terreni ricchi di galestro, esempi davvero mirabili di piacevolezza, finezza e struttura.
Nel 1980 esce un IGT -Cepparello- un Sangiovese che conquista i winelovers per il suo animo regale e passionale, sempre premiato, sempre meritevole.
Ma il sogno che si avvera riguarda il Piemonte, più precisamente la zona di Lessona, dove la famiglia aveva iniziato la conduzione vitivinicola: regno della “Spanna ” (Nebbiolo), dell’impianto a maggiorina, di un luogo ancora troppo poco conosciuto per la sua qualità.
Uno dei figli acquisisce alcuni vigneti vocati – Orolungo, San Gaudenzio e Castello e la Proprietà Sperino riprende vita e fulgore.
Il racconto davvero toccante,
mi fa venire in mente il testo di una canzone di Cat Stevens -Father and Son- e come sia importante assecondare la natura delle cose e delle persone… Aggiunge Paolo: “da dove veniamo è fondamentale, bisogna avere intelligenza e cuore: sia “cambiare” che “rispettare” le tradizioni sono entrambe cose importanti, quindi bisogna trovare un compromesso”.
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La degustazione dei vini è un momento in cui si percepisce una certa sacralità, legata a questa “Vis amoris” che ha tracciato il racconto e le opere di Paolo: iniziano con il Chianti Classico 2014- rosso rubino, 7 giorni di macerazione, un effluvio di ciliegia, rosa, note speziate, un bel tannino che ricorda l’animo toscano, chiusura sapida in finale.
Cepparello 2014
– convince e ammalia per i suoi sentori di ciliegia, prugna Mirabelle, viola, ginepro, fragolina di bosco, cenere. Elegante, entra diritto in bocca, preciso, pulito e coerente, buono l’apporto alcolico bilanciato da un tannino elegante e scia finale minerale.
Collezione privata Chardonnay 2015
– vino molto conosciuto ed amato, si offre con un luminoso giallo dorato, sosta un anno sui lieviti, regala al naso sentori di crosta di pane, ananas, mango, pera, ginestra, chiusura minerale e lunga persistenza in bocca. Fermenta in barrique.
Collezione privata Syrah – L’Eremo
– un colore intenso e denso, naso generoso e solare di marasca, marzapane, frutta rossa e accenno di pepe bianco. Perfetta coerenza gusto olfattiva e chiusura amaricante.
Collezione privata Cabernet Sauvignon 2013
– nell’uvaggio, a partire da fine anni ’90 una piccola percentuale di Cabernet Franc. Rosso granato importante, profumo intensi ed eleganti note floreali, fruttate, legnose,humus,accenni erbacei tipici della varietà . Assaggio materico, avvolgente e tannini disciplinati ed espressivi, stupendo, che ha sicuramente da raccontare molte altre cose negli anni a venire.
In chiusura Paolo ci saluta con un gioiello,
il Vin Santo 2007 (solo una piccola produzione), che sosta ben 9 anni in caratelli, da Malvasia e Trebbiano. Una religiosa processione di fiori di zagara, albicocche, fichi secchi, datteri, nocciola tostata, solare, sferzante acidità regalata dal Trebbiano, sincero.
Un mondo, quella della famiglia De Marchi da cui ci allontaniamo con il cuore pieno di gioia e di sentimento: grandi uomini (e donne), grandi vini.
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