Ovada a confronto

Rocco di Carpeneto e Forti del Vento

· di Liliana Pecis ·

Liliana Pecis

 

Ovada a confronto, questo il nome scelto per la serata abbinamento cibo – vino mettendo a confronto due aziende dello stesso territorio: Rocco di Carpeneto e Forti del Vento.

Rocco di Carpeneto è un’azienda vitivinicola a conduzione bio e associata Vinnatur sita a Carpeneto (AL), la produzione è incentrata su soli vitigni autoctoni (dolcetto, barbera, cortese, nebbiolo, albarossa) e su sole uve proprie, da vecchie vigne impiantate per lo più tra il 1955 e il 1986

Forti del Vento associati a Vinnatur, certificati biologici, conduzione biodinamica, terreni collinari a circa 300 metri di altitudine con i filari sistemati a girapoggio, cioè seguendo le linee di livello perpendicolarmente alla pendenza della collina, sistema ideale per sfruttare al massimo l’esposizione.

Il primo vino

è Reitemp Barbera del Monferrato Sup. 2014 Rocco di Carpeneto, le uve provengono da una vigna del 1955, la fermentazione spontanea avviene in vasche di acciaio, con impiego esclusivo di lieviti selvaggi, e macerazioni prolungate. Matura poi per 26 mesi in botti grandi vecchie. Reitemp è voce del dialetto carpenetese della seconda metà dell’ottocento, e significa “il suono delle campane che annuncia l’arrivo di un temporale”.

Il vino ha una bellissima acidità dovuta sia al vitigno che all’ anno, infatti il 2014 è stato un anno fresco, sia alla caratteristica propria del territorio che regala note fresche ai vini, al naso presenta note eleganti fruttate di ciliegia, lampone e speziate dolci di tabacco e liquirizia, agile la beva invita ad un altro sorso.

Perfetto l’abbinamento con lo sformato di melanzane, fonduta al Castelmagno, olio al rosmarino e tartufo nero uncinato, abbinamento in contrapposizione con la tendenza dolce e grassezza del piatto.

Il secondo vino

è Podej Barbera del Monferrato Sup.  2015 Forti del Vento, viene prodotto senza solfiti né lieviti aggiunti, al naso è più chiuso del precedente, i profumi dobbiamo attenderli un po’, e sono più austeri note fruttate di prugna floreali di peonia ma soprattutto una balsamicità latente, calore e fondo tannico amalgamati con la freschezza. Questo vino dobbiamo attenderlo ed essere pazienti e prevedo una bella evoluzione negli anni.

Abbinamento con battuta di fassona a coltello, bagna cauda, insalata di puntarelle, anche qui una bella contrapposizione tra acidità e tannicità ma anche alcolicità con le senzazioni grasse – oleose del piatto e la succulenza estrinseca.

Il terzo piatto risotto mantecato al parmigiano reggiano, ragout di cinghiale e frutti di bosco è stato abbinato a Losna Dolcetto di Ovada 2016 Rocco di Carpeneto, è un Ovada docg, ottenuto da sole uve dolcetto provenienti da vigna Vicario — anni di impianto tra il 1996 e il 2000 la fermentazione spontanea avviene in vasche di acciaio, con impiego esclusivo di lieviti selvaggi, e macerazione di 40 gg. Matura poi per 15 mesi in legni vecchi, in prevalenza barriques esauste

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Caratteristica dei dolcetti coltivati nell’Ovadese

è quella di dare prodotti radicalmente differenti dagli altri, ha anche bisogno di micro ossigenazioni per evolvere.

Al naso frutti scuri, fiori secchi come la viola e spezie pepe, nota terrosa e tannini ben presenti con finale di mandorla, anche qui centriamo in pieno l’abbinamento.

L’ ultimo piatto è medaglione di scottona piemontese, la sua salsa, fondente di topinambur, cavolo cappuccio viola abbinato a Ventipassi Monferrato rosso 2016.

Il vino qui vede il recupero di un antico vitigno il Nibio raro vitigno di dolcetto dal peduncolo rosso a rischio di estinzione, se ne parla già in documenti del 1800 come uva più attesa e meglio pagata sul mercato nelle terre dell’Alto Monferrato.

Uva che produce poco, nel 2000 l’Associazione del Nibio insieme all’Università di Milano dopo tre anni di sperimentazione ha decretato che è da considerarsi un biotipo del dolcetto.

Nel podere è coltivato a trapezio dove il lato più corto è venti passi da cui il nome dato al vino.

Il vino presenta un naso profondo multi sfaccettato di frutti rossi in confettura, speziato ma la nota particolare è quella ematica e minerale che ritroviamo in bocca persistente e tannico, vino strutturato si abbina al piatto succulento e altrettanto corposo.

 

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