“Noi coltiviamo questa terra, questi vigneti, che sono arrivati a noi attraverso i secoli. E noi abbiamo questa responsabilità, di fare altrettanto. Di coltivare bene queste terre per chi verrà dopo di noi…”
A
spettando che avesse inizio l’evento organizzato a Genova dall’Associazione GO WINE qualche giorno fa, mi sono imbattuto in questo pensiero, espresso da Francesco Maria De Franco, un vignaiolo di Cirò Marina. Nella sua estrema semplicità e chiarezza esprime tutto il senso della vita: avere cura della natura per consegnarla ai nostri posteri nel miglior stato possibile.
Sono ormai un po’ di anni
che incontro e discuto con vignaioli di ogni dove, e sempre più frequentemente mi accorgo che qualcosa è veramente cambiato, perché in loro percepisco la volontà di non portare al limite il processo che dalla terra, dalla vite conduce alla bottiglia, lasciando che la natura faccia meramente il suo corso, senza esasperarla.
L’ennesima conferma l’ho avuta parlando con Mauro, produttore della Tenuta San Mauro nelle Langhe, che con infinita passione ed entusiasmo mi ha raccontato della sua famiglia, che da generazioni ha fatto dell’uva e del vino la sua ragione di vita. E quella sera si era già ripetuto decine di volte con chiunque si fosse avvicinato al suo banco.
Devo riconoscere che
gli sforzi e i tanti sacrifici hanno ripagato lui, i suoi familiari e tutti coloro che hanno il piacere di degustare la punta di diamante dell’azienda, il Barbaresco Canova Riserva. Già il 2013, ancora davvero un cucciolo, lascia presagire un futuro lungo e ricco di soddisfazioni.
Dopo la vendemmia nella seconda decade di ottobre, con raccolta rigidamente a mano, dei grappoli di nebbiolo, identificabile nei biotipi lampià e michet, segue una macerazione di circa 20 giorni, cui segue la fermentazione malolattica per altri 20 giorni. Dopo un affinamento di 6 mesi in barrique e 12 mesi in botte grande, il vino riposa in bottiglia per almeno un anno.
Il suo colore è raggiante, luminoso e vivace; il naso viene accarezzato da un ventaglio di profumi eleganti di fiori e prugne rosse, da una delicata speziatura di pepe nero, cacao amaro e da sentori terziari di sottobusco. In bocca entra ancora un pò spigoloso perché la vena tannica non è ancora del tutto ammaestrata, ma col tempo lo sarà.
Nel complesso
il sorso è intenso e persistente ed abbastanza equilibrato; nell’arco di cinque o sei anni raggiungerà la sua completa maturità.
Oggi lo accompagnerei ad un tagliere di formaggi delle Langhe di media stagionatura, oppure a carni bianche cucinate alla cacciatora, come pollo o coniglio.
Un doveroso ringraziamento va all’associazione Go Wine, che nel suo manifesto riassume tutta la propria filosofia:
Leggi anche:
Giovanni Barbero e la fabbrica di cioccolato
“… il vino come prodotto legato alla cultura di un territorio e come espressione della civiltà rurale. Il vino va pertanto valorizzato e difeso come prodotto agricolo, contro le tentazioni che in un mondo sempre più globalizzato possono trasformarlo in un prodotto industriale, privo di quei connotati di tipicità che ne costituiscono invece il tratto distintivo…”
Tenuta San Mauro
Località San Mauro, 2
Castagnole delle Lanze AT
+39 0141 877 283