Lugana Stories #1 · Ca’ Lojera
Lugana Stories #1 · Ca’ Lojera

Lugana Stories #1 · Ca’ Lojera

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spettando l’atteso evento di ARMONIE SENZA TEMPO DEL LUGANA, che si terrà a Milano, il 17 settembre presso il Museo della Scienza e della tecnica in via San Vittore 21 (biglietti acquistabili su: Lugana Armonie senza Tempo)

Ho deciso di visitare qualche cantina e di vivere una esperienza “full immersion” in questo meraviglioso territorio.

Innanzitutto, il clima è mitigato dal lago di Garda e oltre alla vigna anche l’olivo ha trovato il suo habitat naturale: la cultivar più preziosa è la Casaliva.

I suoli variano e troviamo una forte presenza di argilla ma anche zone più calcaree e sabbiose, dove spesso sono a dimora le viti per la produzione del metodo classico.

L’uva è la Turbiana, detta più semplicemente Lugana, che ha parecchie affinità con il Verdicchio: grande acidità, note di mandorla sul finale e grande potenziale di invecchiamento, che fa sviluppare i caratteristici sentori idrocarburici.

Esperienza unica in cantina

con Marzia presso l’azienda Ca’ Lojera, dopo aver telefonato alla signora Ambra e averLe chiesto il tempo per la visita… Il nome deriva da “casa dei lupi”, perché si racconta che gli animali proteggessero le casette dove venivano nascoste le merci contrabbandate e una di queste è proprio l’antico fabbricato che si vede disegnato in etichetta.

Il vigneto intorno alla cantina mostra il suolo ricco di argille bianche, che furono un tempo lontano, il fondale del lago: i circa 20 ettari sono utilizzati per le uve bianche intorno a Sirmione, mentre il Merlot e il Cabernet Sauvignon crescono sulle colline di Monte della Guardia.

Inizio la degustazione con il metodo classico, dosaggio zero, annata 2016 (non viene prodotto tutti gli anni!) ben 48 mesi sui lieviti!

Bollicina fine e persistente, al naso si riconosce il varietale senza che i profumi siano sovrastati dai sentori derivati dalla autolisi dei lieviti. Sapido in chiusura è bella cremosa persistenza.

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Lugana Doc 2020: le uve vengono vendemmiate a fine settembre e svolgono la fermentazione utilizzando i lieviti indigeni in acciaio.

Il vino viene imbottigliato a marzo ed è il primo a uscire sul mercato: agile al sorso, fresco e sapido, naso floreale, agrumato di buona finezza.

Lugana Superiore 2018 – le uve vengono raccolte in lieve surmaturazione – la seconda vendemmia – e il processo di fermentazione avviene in tonneau da 25 hl come peraltro l’affinamento di un anno; seguono poi 6 mesi di bottiglia.

Il colore è più intenso

e al naso prevale la frutta a polpa gialla matura, ginestra, cedro, pesca, in bocca è setoso, di gradevole intensità e persistenza, con note finali di pietra focaia.

Lugana Riserva del Lupo 2017 rappresenta il frutto di una terza vendemmia, quando alcuni acini dei grappoli sono stati attaccati dalla muffa nobile: due anni di affinamento in acciaio e 6 mesi in bottiglia.

Un vero capolavoro, ricco di sensazioni di miele, cera d’api, mandorla, nocciola, albicocca, scorza d’arancio.

Elegante intensità e lunga persistenza, con nota minerale in chiusura…

Non mi stupisco dei mille premi e riconoscimenti ricevuti… sublime.

Assaggio volentieri il Chiaretto ottenuto da Marzemimo, Groppello, Barbera e Sangiovese -2 giorni di macerazione sulle bucce- dal colore intenso e dal profilo olfattivo succoso e avvolgente: buona struttura e discreto corpo, si abbina facilmente a carni bianche.

Essendo terminato il Merlot assaggio il Cabernet Sauvignon 2017, vinificato e affinato in acciaio, che presenta sentori balsamici, china, un tono erbaceo fresco e frutta rossa. Tannino piacevolmente integrato, di gradevole bevibilità.

Arrivata al termine della degustazione

mi incontro con il passito Ravel, chiamato così perché la signora Ambra è appassionata di musica classica: vorrebbe dovuto chiamarsi Bolero ma non potendo perché già qualcosa di simile esistente, si è ispirata al grande compositore.

È ottenuto dal 90% di uva Turbiana e da un 10% di Malvasia, che restano in casette da appassimenti per 6 mesi, da ottobre ad aprile: il vino riposa in barrique per un anno circa.

Luminoso giallo dorato con un bouquet avvolgente che offre miele, spezie, zafferano, nocciola, ginger, albicocca e melone.

A un tratto un tuffo nel passato, il ricordo dello zucchero filato, dolce con quella nota caramellata: il sapore dell’infanzia, la mano di mia madre nella confusione del parco delle giostre… la magia di un vino che ti fa sentire l’impronta della tradizione di una famiglia che ha scelto di raccontare il proprio territorio attraverso il vino.

Qualcosa di speciale, più di un passito, un vero viaggio nel tempo.

Ringrazio commossa per l’accoglienza

e per i meravigliosi vini assaggiati e mentre sono in macchina do un’occhiata alla brochure di presentazione della cantina che ho con me: in apertura una frase di uno dei miei poeti preferiti, amato da sempre, Gibran Kahlil che dice così:

“… E quando d’inverno spillerete il vino, per ogni coppa vi sia una canzone e nella canzone vi sia un ricordo dei giorni dell’autunno e della vigna, del torchio e dell’uva.”

Grazie per tutta la poesia, non solo nel calice e per aver condiviso tanta bellezza.

 

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Ca’ Lojera Di Tiraboschi 
Via 1866, 19
Rovizza di Sirmione BS
  +39 030 919 550

 

  calojera.com

 

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