Chianti Classico Collection le degustazioni

Firenze 22 maggio 2021

· di Olga Sofia Schiaffino ·

 


C

he emozione arrivare a Firenze e partecipare alla Chianti Classico Collection

Tutto perfettamente organizzato, i Sommeliers impeccabili, grandi vini in degustazione.

Ho iniziato ad assaggiare “l’annata indimenticabile” la 2020, in cui abbiamo visto cambiare il mondo e con esso, molte delle nostre abitudini.

Sicuramente si è avuto un andamento climatico decisamente favorevole nel territorio del Chianti Classico, in cui non si è registrato stress idrico grazie alle piogge tardo primaverili e alle temperature non eccessive raggiunge in estate.

Ho assaggiato i nove vini molto interessanti, il colpo di fulmine per Le Masse, un Sangiovese 100% bio. Un naso coinvolgente con ricordi floreali, allegro, scorza d’arancia e fragola. In bocca è coerente e il tannino presente e integrato, buona persistenza e chiusura sapida.

Passo quindi all’annata 2019, già descritta come una delle migliori negli ultimi 30 anni: vini che risultano freschi e con buon equilibrio, ragionevole tenore alcolico e ottimale concentrazione. Difficile scegliere quelli che mi sono piaciuti di più ma ci provo:

Brancaia, Casale dello Sparviero, Castellinuzza e Piuca, la prova di botte di Castello di Monsanto e di Isole e Olena, Fattoria San Giusto a Rentennano, Istine, Mannucci Droandi e il “mio” Retromarcia di Monte Bernardini, Montesecondo, Famiglia Nunzio Conti, Riecine, Rocca della Macie, San Felice, Tenuta di Lilliano, Tenuta Squarcialupi La Castellina – Cosimo Bojola e Valviginio.

Dedico un approfondimento

a un vino che mi ha incuriosito per l’etichetta: Ottomani. In effetti sono solo in quattro a portare avanti il progetto nell’areale di Greve in Chianti, il Sangiovese fermenta spontaneamente in cemento e la macerazione avviene con un 10% di grappoli interi. Nessun filtraggio prima dell’imbottigliamento.

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Un’esperienza emozionante proseguire con l’annata 2018: piacevole la scoperta del Baruffo di Cantalici, conferme da Colle Bereto, Il molino di Grace. Ceppeto di Mannucci Droandi mi fa impazzire: ha un naso delicato e floreale, poi in bocca emerge il tannino. Mi fa pensare a una Una donna forte, come si suole dire -“che porta i pantaloni”- ma che vuole difendere e mantenere la sua eleganza e femminilità. Altri mirabili esempi Isole e Olena, Vigna della Doghessa di Nittardi, Vignamaggio.

Ho assaggiato ottime riserve delle mie aziende preferite, come ad esempio i tre vini proposti da Villa Calcinaia e ho voluto chiudere la manifestazione con l’assaggio di Chianti Classico Gran Selezione 2016 Vigna Grospoli di Fattoria di Lamole. Il vino di un grande uomo, prima che dell’audace viticoltore che ha voluto recuperare muretti e tradizioni a Lamole.

È facile innamorarsi al primo sguardo:

un colore granato che comunica saggezza, come i racconti di Paolo Socci. Il naso apre su note di marasca e di prugna, rosa centifolia, il blu dell’iris, la dolce speziatura – educata e rispettosa come un inchino – In bocca ritorna il territorio, la memoria, il frutto, le mille perle di sudore scese mentre si lavorava, con tanto amore, la vigna.

Il Sangioveto che commuove, estasi mistica di quello che la natura può regalare affidandosi alla cura di un uomo.

Una manifestazione che non voglio assolutamente perdere, grazie a Silvia Fiorentini, al Consorzio Vino Chianti Classico per il gradito invito e ai sommelier AIS che sono stati davvero molto bravi, precisi e professionali.

Speriamo di continuare così, a vivere momenti quasi normali.

Grazie.

 

 

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