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a notizia della scomparsa di Serge Hochar nel gennaio 2015, ha colpito e sorpreso il mondo enoico: proprietario di Château Musar, una delle realtà vitivinicole emergenti nel panorama internazionale, egli ebbe il merito di promuovere l’azienda del padre Gaston e di produrre un vino stilisticamente influenzato dalla genialità bordolese.
La famiglia Hochar arrivò in Libano, proveniente dalla Francia, verso il XII secolo, in una zona dalle condizioni climatiche particolari, dove già i Fenici nel 4500 a. C. coltivavano la vite e ne commercializzavano i vini in tutto il Mediterraneo.
Si tratta della valle della Bekaa
che si sviluppa in parallelo alla costa del Mediterraneo, a circa 50 Km dal mare ed è compresa tra due catene montuose. Su questo altipiano, a 1000 metri di altezza, si sviluppano le vigne dell’azienda, in una condizione climatica estremamente favorevole, con inverni temperati, primavere piovose e lunghe estati asciutte: una situazione ideale perché la vite completi i suoi cicli vitali senza malattie e basilare per adottare una agricoltura naturale.
Infatti la certificazione biologica, l’utilizzo di lieviti indigeni e il minimo intervento dell’uomo rendono possibile l’assaggio di un prodotto vivo e rispettoso del territorio e dell’annata.
Nei terreni composti prevalentemente da argilla e calcare sono presenti anche delle sabbie: la percentuale di essa varia però molto da vigneto a vigneto.
Le piante di vite in alcuni appezzamenti superano persino gli 80 anni e spesso sono a piede franco, grazie alla presenza della sabbia, che rende difficile lo sviluppo della fillossera.
Château Musar è ubicato a Ghazir a 20 Km da Beirut.
Vi vorrei parlare di Château Musar rosso: l’uvaggio è composto dal Cabernet Sauvignon, Carignano e Cinsault.
L’invecchiamento viene fatto in vasche di cemento e dopo circa 12 mesi, i vini passano in barrique per uno o due anni ancora; solo dopo questo tempo essi vengono assemblati e imbottigliati, pur dovendo restare a riposare nelle cantine per almeno altri cinque anni.
La commercializzazione infatti inizia di solito otto anni dopo la vendemmia.
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Sono vini personali, unici, diversi dalla moda mondiale che tende a standardizzare il gusto del vino.
Assaggiando Château Musar si compie un viaggio tra Francia (il Bordeaux e la Languedoc) e Libano, ma soprattutto una esperienza non facilmente prevedibile.
Estremamente complesso, ha una evoluzione di profumi che si sussegue come in una danza: inizialmente si presenta chiuso, con note molto particolari (pelliccia, petrolio, catrame), ma dopo trenta minuti comincia ad aprirsi, fino a svelarsi perfettamente dopo due ore.
Per comprenderlo meglio
bisognerebbe assaggiare una verticale di varie annate: essi acquistano in finezza e classe dopo 15 anni, anche se sono già eccellenti appena messi in commercio.
Infatti in gioventù prevale la frutta matura, quasi cotta, di prugne e poi frutti di bosco, ciliegie, datteri, violetta e pepe; con gli anni i vini, oltre a diventare di un bel rosso granato non molto intenso, acquistano note vellutate di terra, humus, cacciagione ed un lungo finale che ricorda il legno di cedro.
Vi propongo la degustazione di Château Musar Rosso 2003.
L’ ingresso in bocca è morbido, con tannini setosi ma vivi, un vino ben equilibrato nelle sue componenti, con una bella freschezza e sapidità, lunga persistenza, con ricordi gusto-olfattivi che sono coerenti con il naso.
Si riconosce il Cabernet Sauvignon tipico della zona di Bordeaux per la sua eleganza, mentre il Carignano e il Cinsault ricordano l’assolato sud della Francia.
Una particolarità: Château Musar è sempre stato prodotto, nonostante la guerra che ha flagellato il paese, ad eccezione delle annate 1976 e 1984.
Pensando ad un abbinamento, suggerisco un filetto in crosta con fois gras e lamelle di tartufo nero.
Questa preparazione
ci offre un filetto dall’interno rosato, che ci regala un invitante succulenza avvolta dalla tendenza dolce della pasta, sapidità e aromaticità degli altri ingredienti.
Trattasi di piatto strutturato, che richiede un rosso altrettanto strutturato, con bouquet intenso, complesso ed elegante.
Nel piatto è presente anche una discreta untuosità, bilanciata perfettamente dalla tannicità e alcolicità del vino.
La sapidità e aromaticità del piatto si sposano armoniosamente con la morbidezza e la lunga persistenza del vino.
Sarà senza dubbio una piacevolissima scoperta…
Chateau Musar SAL
Baroudy str., Sopenco bldg.
B.P.: 281 Achrafieh
Beirut LB
(961) 1-201828