Alla scoperta dei vini Sevsamora
C
’è qualcosa di magico nel vino georgiano. Sarà per la sua storia millenaria, per quei profumi che sanno di terre lontane, o per quel modo così autentico di raccontare un popolo attraverso un calice.
L’ho riscoperto a Milano, durante una bellissima serata organizzata al Consolato della Georgia, il 2 aprile, dove ho avuto il piacere di partecipare alla presentazione della Sevsamora Winery, con la presenza della Console, Dott.ssa Natalia Kordzaia, che ha introdotto con passione e orgoglio questo viaggio sensoriale nel cuore del Caucaso.
Il racconto dei vini e della storia della cantina è stato illustrato dall’enologo dell’azienda e dalla Wine Ambassador Tamar Tchichibosvili.
La Sevsamora Winery nasce nella regione di Kakheti, culla della viticoltura georgiana.
Qui il vino non è solo una bevanda, ma un rituale, una memoria viva che si tramanda da oltre 8.000 anni.
La cantina lavora sia con tecniche moderne che con le antiche qvevri, le anfore di terracotta interrate che conferiscono ai vini un’identità unica e profondamente legata al territorio.
Durante la serata ho avuto modo di assaggiare tre etichette che mi hanno davvero colpito:
Saperavi Reserve 2019
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Un rosso potente e avvolgente, che si fa notare fin dal primo sorso. Il Saperavi è uno dei vitigni simbolo della Georgia, e questa versione “Reserve” del 2019 ha mostrato tutta la sua profondità: frutti neri, un tocco di spezia, eleganti note terrose e una struttura tannica solida ma vellutata.
È un vino che non ha paura del tempo, anzi, lo abbraccia e lo racconta.
Danakharuli 2021
Non conoscevo questo vitigno prima, e forse proprio per questo mi ha sorpreso così tanto.
È un rosso più leggero e immediato rispetto al Saperavi, ma non per questo meno interessante.
Il Danakharuli 2021 ha un profilo fresco, con aromi di ciliegia, rosa e una punta speziata che lo rende perfetto anche per chi si avvicina per la prima volta ai vini georgiani.
Un rosso versatile, da scoprire con curiosità.
Kisi Qvevri
E poi c’è lui: il Kisi vinificato in qvevri.
Un bianco macerato che ha il colore dell’ambra e l’anima di una leggenda. Al naso ti avvolge con note di albicocca secca, tè nero, erbe e spezie.
In bocca è strutturato, complesso, quasi “masticabile”. Non è un vino per tutti, e non è un vino da bere distrattamente. È un vino che ti chiede tempo, attenzione e rispetto.
E te lo restituisce con emozioni.
Questa esperienza è stata molto più di una semplice degustazione.
È stata un’immersione in una cultura che vive e respira attraverso il vino.
E grazie alla visione della Sevsamora Winery e all’accoglienza calorosa della Console Kordzaia, ho potuto portare con me un pezzetto di Georgia… nel cuore e nel palato.
Se amate scoprire vini autentici e pieni di storia, segnatevi questo nome: Sevsamora.
E magari la prossima volta, brindiamo insieme — magari con un bicchiere di Kisi, sotto le stelle.