Vini di Liguria 5
I sapori della tradizione
U
na piccola DOC, nata nel 1999, ad abbracciare il capoluogo Ligure, da secoli luogo rinomato per la coltivazione della vite. Infatti la tavola bronzea del II secolo avanti Cristo, che indicava il vino quale mezzo di pagamento delle imposte, ci fa pensare a questa zona come ad un territorio vocato ed inoltre ad una importante via di comunicazione tra il Piemonte ed il mare.
Un luogo di passaggio, come testimoniano le varietà di uve locali ammesse dal disciplinare: Vermentino, Bianchetta, Bosco, Rollo, Dolcetto, Barbera, Ciliegiolo e la costruzione della famosa via Postumia, che raggiungeva la città romana di Libarna, voluta dal console Postumio.
Un grosso impulso ad implementare la viticoltura lo diede Nello Capris, direttore dell’ufficio enologico di Genova ed è stato grazie anche a persone che ci hanno creduto ed hanno investito fatica, denaro e speranze nella terra, che oggi possiamo degustare vini di tradizione e di buona qualità, facendo in parte rivivere alla DOC Valpolcevera e alla sua sottozona Coronata, un ritorno agli antichi fasti.
In degustazione
al banco della Enoteca Regionale della Liguria a Vinitaly 2017 ci colpì Janua, un metodo classico prodotto da Andrea Bruzzone: in etichetta, in bianco e nero, la testa di Giano Bifronte, che ricorda le origini etrusche, il nome di Genova ma soprattutto il doppio, i due fronti, il mare e la montagna e in fin dei conti, i tormenti dell’animo umano e la dualità tra razionalità e passione.
Non si poteva non assaggiare, perché, al di la del marketing, un nome così non può essere scelto a caso: ed ecco che in bocca si rivelano le accorate acidità di Vermentino e Bianchetta, provenienti da vigne situate sulle colline di Genova Fegino e Sant’Olcese.
Le uve vengono pigiate in vigna, mentre la vinificazione si svolge nella cantina di Andrea a Bolzaneto, come pure l’affinamento di 9 mesi seguita dalla sboccatura… a la volée! Si sente il territorio nei floreali delicati e nei sentori fruttati, carattere e piglio deciso da abbinare con crudo di pesce o ad un bel fritto di paranza.
Ritroviamo le stesse note di mela renetta ed erbe aromatiche nella Bianchetta che si presenta con una colorata e fantasiosa etichetta, concepita dalla pennellata di Musante, che ritrae -ci spiega Andrea- il simbolo di famiglia e dell’azienda: una 600 familiare.
Bruzzone
riesce con i suoi vini (notevole sono anche il rosso Trepaixi ed il Vermentino Armentin) ed i suoi infusi a riportarci indietro nel passato, ai sapori ed agli odori della nostra infanzia, con i prodotti dell’Opificio Clandestino, che fanno rivivere l’Erba Luisa, la Nocciola, la Rosa, la Ciliegia, il Basilico quali Proustiani indicatori che i sensi scolpiscono le tradizioni ed il loro tramandarsi.
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Le sorprese non finiscono qui, perché veniamo attirati da 4 birre artigianali che esprimono in dialetto molto chiaramente le loro tipologie: Pivello (ragazzino) è una bianca, Massacan (muratore) una bionda, Mainà (marinaio) una rossa e Camallu (scaricatore del porto) una stout. Davvero il dialetto genovese offre sintesi perfette in ogni situazione…
Visitiamo insieme la cantina e Andrea ci spiega quanto sarebbe importante per i produttori liguri essere più uniti, condividendo i risultati positivi, perché il successo di uno diventa la fortuna di tutti.
Ma i liguri sono diffidenti, come dice Paolo Conte in Genova per noi… E quindi “con una faccia un pò così, quell’espressione un pò… meravigliata e stupita salutiamo Andrea Bruzzone, con una buona bottiglia da aprire a casa, ricordando il nostro felice e fortunato incontro.
Enoteca Andrea Bruzzone
Via Bolzaneto, 94/96R
Genova GE
+39 010 745 5157