Le novità più interessanti di Vinitaly 2025
Le novità più interessanti di Vinitaly 2025

Le novità più interessanti di Vinitaly 2025

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l tempo a Vinitaly non basta mai. Hai mille visite in programma e non è semplice rispettare tutti gli impegni, le masterclass, gli appuntamenti con le cantine.

La mia è stata una vera full immersion e queste le novità che mi hanno davvero conquistato.

Torre dei Beati (Abruzzo): Fausto ha portato in anteprima un trebbiano Diverto, le cui uve provengono da un vigneto vicino a Francavilla al Mare, a circa 4 km dall’Adriatico: mezzo ettaro che si dispone su un pendio scosceso e caratterizzato da un suolo sabbioso.

La forma di allevamento delle viti (di circa 25 anni) è la pergola mentre per la vinificazione si sono scelte dei contenitori di ceramica Clayver in cui il vino resta sulle fecce fini.

Una scelta vincente, per esaltare le caratteristiche di sapidità del vino ed evitare ogni contatto con l’ossigeno.

Un vino dal profumo delicato, di fiori gialli e frutta che in bocca acquisisce verticalità e termina quasi salato. Prezioso.

La Baia del Sole (Liguria): Andrea e Luca Federici hanno presentato il primo metodo classico ottenuto da vermentino nero extrabrut rosato V.N.1.

Un vitigno pressoché sconosciuto, che nonostante il nome non si deve ritenere la variante rossa dell’omonimo clone.

La bollicina si presenta nel calice di un luminoso rosa confetto e si apre al naso con ricordi di macchia mediterranea, crosta di pane, ribes rosso, erba fresca.

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In bocca la sensazione è serica, a cui si aggiungono freschezza e sapidità che invitano alla beva.

Ca’ du Ferrà (Liguria): Zero Tolleranza per il Silenzio è ruzzese 100%. Il recupero di questo antico vitigno a bacca bianca che copriva anticamente l’areale del Levante nella zona di Bonassola è stato portato avanti da questa virtuosa azienda ligure e dai professori Schneider e Mannini, genetisti dell’università di Torino.

Dopo averlo vinificato bella versione dolce come passito l’enologa Graziana Grassini ha avuto un’intuizione: portare in affinamento il vino da settembre fino all’estate successiva in un tonneau di legno, accompagnandolo con batonnage quotidiani.

A seguire, un affinamento in bottiglia fino al momento della presentazione a Vinitaly, dove viene portata in degustazione l’annata 2023.

Il nome Zero Tolleranza per il Silenzio vuole essere praticamente un punto di arrivo un punto di ripartenza: un’etichetta completamente bianca perché esso nasce dall’unione di tutti i colori dei monocromi con i quali si identificano le etichette della cantina ligure.

Sicuramente la prima etichetta di un vino che fa un suono, un rumore generato dallo strappo, che vuole argomentare così il nome del vino: inoltre diventa un forte messaggio, per invitare il consumatore finale ad una riflessione non solo sul vino ma sul mondo e ad esprimere sempre il proprio pensiero.

Ca’ Lunae (Liguria) ha presentato in tiratura limitata il formato jeroboam del vermentino Numero Chiuso edizione di artista, con l’etichetta impreziosita dall’opera di Andrea Del Sere, l’architetto fiorentino che ha curato insieme a Diego Bosoni il progetto della meravigliosa nuova cantina.

Cantina Santadi (Sardegna) ha stupito per un vino secco ottenuto da nasco Casa delle Fate.

Luminoso giallo paglierino, con profumi di acacia e biancospino, agrumi e pesca bianca, con una bella struttura e un lungo finale sapido.

Presso lo stand di Anphora Revolution, presieduto dal patron di Merano Wine Festival Helmuth Köcher, molte novità interessanti.

Nove Lune (Lombardia) ha proposto una bollicina metodo classico in anfora Tava utilizzando due vitigni Piwi, il bronner e il johanniter, Luca Leggero (Piemonte) un erbaluce di Caluso Rend Nen nella elegante bottiglia renana e Sacramundi (Veneto) il Metodo Classico pas dosè Merum ottenuto da durella.

Terre de la Custodia (Umbria) con il progetto teso a valorizzare l’autoctono trebbiano spoletino è uscito con Nubite, il cui nome rimanda alle viti maritate, tradizione del territorio e sistema di allevamento tradizionale anche per questo vitigno.

Un vino vibrante, fresco, con note di biancospino, pesca bianca, maracuja.

Fattoria La Leccia (Toscana) ha colpito al cuore con un rosato intrigante da sangiovese, decisamente piacevole, di nome Melangrana, che nel bicchiere svela il suo colore invitante, il profilo olfattivo che ricorda piccoli frutti di bosco succosi, l’amarena e il melograno.

Fresco, da bere consapevolmente perché la bottiglia potrebbe finire in men che non si dica.

La Salceta (Toscana) ha convinto sempre di più con il nuovo bianco fermo ottenuto da un vitigno dimenticato, l’orpicchio, vinificato in acciaio, che risulta essere molto interessante per la sua qualità olfattiva e per la piacevolezza ed espressività gustativa.

Presentato alla stampa durante il Valdarno di Sopra Day a febbraio 2025, ha sicuramente beneficiato di un ulteriore riposo in bottiglia.

Marco Capitoni (Toscana) sta sperimentando le vasche di vetro Enokube e ho potuto assaggiare un campione della nuova versione del Rustio: un sangiovese da bere tutti i giorni, versatile e di grande personalità, a cui sicuramente il vetro ha saputo regalare una particolare finezza.

Tra gli assaggi invece immancabili di ogni Vinitaly: il Rossese di Dolceacqua Posaù di Maccario Dringenberg, il Brunello di Montalcino Vigna Soccorso 2019 di Tiezzi e il Ribona Maceratino di Podere Sabbioni.

Un’edizione, questa 2025 per Vinitaly, nata sotto la cattiva stella dei dazi annunciati da Trump, che stanno preoccupando i mercati europei, ma che certamente, date le presenze numerose in fiera, ha confermato l’atteggiamento positivo e costruttivo degli operatori del settore nell’affrontare anche questa sfida.

 

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