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n riproduzione M83 Outro, questa però alzatela a tutto volume stavolta.
In degustazione Vigna del Leone Marzocco di Poppiano, anche questo stappatelo forte, perché vi emozionerà come non mai.
“Sono il re della mia stessa terra
Di fronte a tempeste di polvere, combatterò fino alla fine
Creatura dei miei sogni, cresci e balla con me
Adesso e per sempre
Sono il tuo re”
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Episodio 6
Istruzioni per la lettura.
C’è un modo per comandare il cuore? Si può collegare la spina al cervello, passando dallo stomaco, con l’accortezza di far uscire prima tutte le farfalle. Se una spia rossa si accende, siete fortunati, avrete domato l’amore, diversamente siete totalmente spacciati, per questo leggete queste righe di una stupida innamorata e non compiete gli stessi errori, o forse sì, correrete solo il rischio di sentirvi liberi e soprattutto felici.
C’era una volta e forse c’è ancora, una storia che narra di un Leone fiorentino, che girava libero scrutando i propri confini e difendendoli combattendo sempre in prima linea, insieme ai suoi fidati soldati, percorrendo una linea di confine delimitata da un lunghissimo viale alberato, si riposava all’ombra dei cipressi, mai si allontanava dalle porte del suo regno.
Avrebbe potuto fare una vita agiata, da vero re, ma ha sempre preferito restare insieme alla propria gente, non era abituato a delegare ed è diventato re non per nobiltà del suo sangue, ma solo per la sua forza, incoronato dal popolo per acclamazione.
In quel tempo indefinito nello spazio,
i regni della Toscana erano due, divisi da questo lunghissimo viale alberato, a nord si estendeva una grande contea che andava dalla costa fino a Poppiano, regno del Leone fiorentino, dove c’era prosperità e armonia tra la gente, a sud regnava il caos.
La storia narra che a capo del regno ci fosse una magnifica Leonessa che non usciva mai dal suo castello, circondata dalle attenzioni dei suoi sudditi, un vero leader, spietato e crudele a cui tutti portavano rispetto. Toscana terra di storia e di vino, la Leonessa bramava da tempo una vigna, piena di prosperità e amore, che si distendeva tra le verdi e dolci colline di Poppiano, dove al tramonto la terra luccicava di bronzo, come se sotto ci fosse un tesoro nascosto, cangiante ai raggi del sole e tra i tralci verdi, la luce filtrava i grappoli d’oro che davano vita alla bevanda più pregiata di tutti i regni chiamata appunto Vigna del Leone.
Gli attacchi al confine erano costanti e spietati, il Leone riusciva sempre ad ogni modo a difendere la sua Vigna, alla fine di ogni battaglia soffriva nel vedere quante fossero state le sue perdite, per questo mandava delle missive alla Leonessa, in cui cercava un incontro per seppellire l’ascia di guerra e cercare di regnare in pace e magari formare un unico regno prospero e felice.
Nessun emissario tornò mai indietro,
nessuna risposta al Leone, se non un attacco ancora più feroce, però sempre domato.
La Leonessa, stanca di perdere sempre le sue battaglie, i suoi guerrieri ed il suo onore, presa da ira e rabbia decide di concentrare tutte le sue forze e scendere lei stessa in campo, con tutta la sua ferocia che la contraddistingueva, soprattutto per vedere con i suoi occhi il Leone morire, lo bramava da tempo, lo sognava ogni istante, voleva il comando di tutto e soprattutto la Vigna.
La notte che decise di partire,
era il quarto giorno dell’ottavo mese dell’anno undici, tirava un forte vento, caldo e soffocante, il cammino era guidato dalla luce piena della luna e dal fuoco nei suoi occhi, dietro di lei lento, silenzioso ed ordinato il suo esercito.
Aveva indossato la più bella armatura e la corona piena di diamanti che riflettevano la luna e formavano un cerchio di luce a terra, che lento si spostava insieme alla cadenza dei suoi passi. Al passaggio della carovana tutto si quietava, un silenzio quasi assordante e magnetico, che tutto lasciava presagire, tranne a qualcosa di buono.
Arrivano a pochi metri dalla linea di confine e la Leonessa da ordine all’esercito di restare indietro e aspettare un suo cenno, decide di andare avanti a chiedere la resa al Leone, la cessione di tutte le terre e vigne e la sua totale sottomissione, in cambio risparmierà la sua vita.
Il Leone da lontano scruta all’orizzonte la Leonessa che avanza decisa e senza paura. Quasi incredulo, dopo anni di battaglie e missive senza risposte, la vede arrivare al confine delle due contee, in cuor suo si aspetta un messaggio di pace, ma sa già che non sarà così. Inizia ad andarle incontro, camminando con passo fiero e forte, fino ad incrociare il suo respiro e il suo sguardo.
Il silenzio resta immobile,
nessuno dei due parla, si guardano fissi negli occhi, nessuno sembra cedere, fino a quando il silenzio viene interrotto dal suono di una cornamusa, lei sospira chiede al Leone la resa, lui sorride e le risponde che difenderà la sua terra fino alla morte, lei si gira e inclina il capo verso il suo esercito, una freccia schiocca da lontano e colpisce il Leone dritto al cuore, un ultimo respiro, volge il suo sguardo verso la sua terra, l’ultimo.
Da lì a pochi istanti la più lunga e sanguinosa battaglia tra le due contee.
La Leonessa avanza, conquista la linea di confine dei Cipressi, la scavalca per la prima volta, arriva alla Vigna del Leone e la fa sua, per il resto dei tempi conosciuto dall’uomo di quei secoli.
Non in tutte le storie vincono i buoni, nelle mie quasi sempre i cattivi, così come nella mia vita reale.
Scherzavo (forse).
Finale B:
Il Leone da lontano scruta all’orizzonte la Leonessa che avanza decisa e senza paura. Quasi incredulo, dopo anni di battaglie e missive senza risposte, la vede arrivare al confine delle due contee, in cuor suo si aspetta un messaggio di pace, ma sa già che non sarà così. Inizia ad andarle incontro, camminando con passo fiero e forte, fino ad incrociare il suo respiro e il suo sguardo.
Il silenzio resta immobile, nessuno dei due parla, si guardano fissi negli occhi, nessuno sembra cedere, fino a quando il silenzio viene interrotto da lui che la invita nella sua tenda a trattare davanti ad un calice di Vigna del Leone. Lei accetta, si siedono ai capi di un lungo tavolo, nessuno distoglie lo sguardo, si scrutano, si osservano. Viene servito il vino in calici rossi rubino, incastonati da zaffiri blu, il colore si plasma nel vetro prezioso, iniziano a parlare, lei alza il calice lo porta a se e viene totalmente stregata dal profumo pungente e ammaliante del vino, lo assaggia e viene colta dall’antico incantesimo dell’amore.
Brindano insieme,
la Leonessa ormai totalmente posseduta dall’amore per Vigna del Leone, è disposta ad una tregua, a patto di poter sempre e per sempre possedere quel fluido magico.
Da quell’incontro i due non si sono più separati, hanno regnato insieme unendo le proprie forze e il proprio amore per la loro terra, per la loro Vigna.
Quello che può fare un calice di vino, intorno ad un tavolo tra persone che non si conoscono, resta uno dei più grandi misteri della vita.
A Poppiano tra i filari di Vigna del Leone, ancora oggi potete ammirare i tralci delle due Viti di confine dei due leoni, come nel viale dei Cipressi, che si sono uniti in un lungo ed eterno abbraccio, sempre e per sempre. Vigna del Leone, il sigillo del loro amore.
Il vino unisce e mai divide.
Ogni riferimento a cose, persone e situazioni NON è puramente casuale.
Tratto da una storia vera.
Un grazie speciale va alla mia amica Roberta, per avermi fatta emozionare così tanto, con la sua cura e la sua amicizia ed avermi fatto totalmente innamorare con Vigna del Leone.