I
struzioni per la lettura: mettere in riproduzione Joy Division modalità random, se possibile stappare una bottiglia di Montefalco Sagrantino, Arnaldo Caprai 2013, luci soffuse.
L’autunno è la mia stagione in assoluto preferita, anche se le temperature di questo ottobre sono più simili a quelle estive. E’ venerdì e in pausa pranzo decido di far visita alla storica enoteca spoletina ‘Drogheria Petrioli’, mi accompagna Stefano Petrioli il figlio del sig. Settimio, per strada mi racconta che l’enoteca di famiglia è aperta dal 1905 dal suo bisnonno in persona e con suo padre sono esattamente tre generazioni che si susseguono.
Arriviamo dopo una scarpinata, alla drogheria sita nel centro storico di Spoleto, si affaccia su Piazza del Mercato (l’antico forum) vicino all’Arco di Druso (I sec d.C.), la strada romana ancora visibile lungo il fianco della cripta del Beato Isacco (VI sec. d.C.), equidistante da Piazza della Libertà (che sovrasta il teatro romano I sec d.C.), dal Comune, dalla Casa romana, dal Duomo (cit.), che google maps scansati proprio!
Ad accogliermi
c’è il Sig. Settimio, un uomo dagli occhi dolci, tranquillo e taciturno, identico a suo figlio che per farlo parlare devi strappargli le parole di bocca ed iscriverti al primo anno accademico di sociologia.
Ogni cosa è sospesa nel tempo, sembra quasi che l’aria sia più rarefatta e pesante, giro come una trottola in perlustrazione, cerco di scovare visivamente le etichette a me più care poi mi soffermo su delle vecchie bilance e sul profumo dei chicchi di caffè, sono circondata dalle cose a me più care: caffè, vino, distillati e cioccolata elencati non nell’ordine di importanza.
Non so davvero da dove iniziare, la voglia irrefrenabile di prendere ogni cosa, sovrasta la ragione, come ogni volta che varco la soglia di un’enoteca. Alla fine decido di farmi consigliare su alcuni sagrantini di cui tutti sappiamo che il 2015 è la miglior annata (recente) in assoluto.
Stefano il figlio mi racconta di quando acquistarono la prima bottiglia di Sagrantino di Arnaldo Caprai, prezzo al pubblico 18.000 Lire, con l’incoscienza e la paura che nessuno acquistasse quel vino, il primo sagrantino secco della storia, per un attimo ho provato il brivido che vive ogni imprenditore davanti al cambiamento, alla novità e all’investimento incerto.
Tutti sappiamo poi
come è andata a finire con il sagrantino, tanto che nel frattempo l’enoteca si riempie di turisti stranieri che chiedono consigli su una buona annata da portare a casa. Quando penso ai turisti stranieri, al loro approccio con il cibo e il vino, credo fermamente che la fortuna mi abbia baciata facendomi nascere in Italia.
Mi piace immaginarli quando torneranno a casa e stapperanno la bottiglia e cucineranno qualche loro piatto assurdo, talmente assurdo da poterci scrivere un trattato di cucina, o una guida sugli abbinamenti con il cibo.
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In cuor mio spero sempre non abbinino mai un sagrantino con un cappuccino, anche se sappiamo che tutto può succedere.
Doverosi cenni:
Il disciplinare prevede la produzione di Sagrantino di Montefalco secco e passito. Il Montefalco Sagrantino ottiene il riconoscimento della DOC nel 1979 e nel 1992 quello della DOCG.
I vini di Montefalco dal 1981: Montefalco Rosso, Montefalco Rosso Riserva, Montefalco Bianco, Montefalco Sagrantino, sono tutelati dal Consorzio Tutela Vini Montefalco.