Cantina Çobo
Cantina Çobo

Cantina Çobo

A Merano Wine Festival alla scoperta delle eccellenze vinicole dell’Albania: Cantina Çobo

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a viticoltura in Albania sta vivendo una rinascita grazie alla passione e al lavoro di famiglie, come Çobo, che dopo la caduta del regime comunista negli anni Novanta, hanno ripreso a perseguire qualità e tipicità nei vini prodotti.

Siamo a sud dell’Albania, nella città di Berat e attualmente l’azienda Çobo coltiva circa 30 ettari, localizzati nelle zone vicine ai villaggi di Malinat e Malas, ad altitudini che variano dai 60 ai 350 metri s.l.m.

La forza delle scelte intraprese risiede nell’aver investito sul recupero di vitigni autoctoni, spesso già in via di estinzione e sull’utilizzo di tecniche di vinificazione che rispettassero l’identità di questo territorio.

Infatti, il vino E Bardha e Beratit (il vino bianco di Berat) è ottenuto dall’uva Puls, una vera rarità, salvata dalla sicura estinzione.

Colore luminoso e profilo olfattivo delicato, dalle note sapide piuttosto caratteristiche e un ottimo bilanciamento dell’alcol. Fermenta e affina in acciaio.

Sempre con il vitigno Puls si ottiene il metodo classico: Shendevere

Il nome, molto particolare, nasce dall’unione dei termini albanesi shëndet (salute) e verë (vino), evocando così uno stato d’animo di gioiosa piena vitalità. Il vino base viene fermentato in acciaio e svolge poi la presa di spuma in bottiglia, restando sui lieviti per un lasso di tempo che varia tra 36 e 40 mesi; alla sboccatura non viene effettuata alcuna aggiunta di dosaggio.

Al naso si apre con cenni fruttati che richiamano l’albicocca, a cui si aggiungono note agrumate e floreali. Bollicine fini e vibrante freschezza lo rendo perfetto per i momenti di convivialità.

In questo modo lo Shendevere non è solo un Metodo Classico elegante, ma anche una dichiarazione di identità enologica albanese, che unisce vitigno autoctono, tecnica tradizionale e visione contemporanea.

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Anche il Vlosh rappresenta una rarità: secondo le fonti esistono solo due vigneti al mondo di questa uva a buccia rossa la cui polpa è anch’essa rossa, un aspetto che contribuisce a una concentrazione eccezionale di polifenoli.

Da quest’uva si ottiene l’omonimo vino, degustato nell’annata 2019. La vinificazione prevede una macerazione in acciaio per circa tre settimane, seguita da un affinamento di circa 3 anni in legni di diversa capienza.

Il vino si presenta con un colore rosso granato intenso.

Al naso emergono ricordi di frutti rossi (in particolare ciliegia), sentori balsamici, spezie dolci e note terrose tipiche della zona di Berat.

Al palato il sorso è avvolgente e ricco, con una trama tannica fitta, perfettamente integrata con alcol e acidità, che regala una chiusura lunga e armonica.

Questo vino testimonia la grande attenzione della cantina nel valorizzare varietà quasi scomparse, e il suo impegno è stato riconosciuto anche da protagonisti internazionali del settore.

Kashmer Rezerve 2017: Il nome Kashmer deriva da un acronimo: : KAbern­­et, SHesh i Zi e MERlot — tre vitigni utilizzati nella cuvée — con prevalenza dello Shesh i Zi al 70 %, Merlot al 17 % e Cabernet Sauvignon al 13%.

Le uve selezionate, fermentano e macerano in acciaio a temperatura controllata; quindi, l’ffinamento avviene per un anno in barrique e un ulteriore anno in botte grande.

Impressiona particolarmente per l’ampiezza del ventaglio olfattivo che si apre su note di mirtillo, ciliegia, mora matura, vaniglia, tabacco e spezie dolci. Il sorso è bene equilibrato, con tannini vellutati e un finale lungo e persistente.

L’incontro con Muharrem Çobo, che mi ha presentato i vini in degustazione a Merano, è stato molto significativo: una bella testimonianza dell’impegno nel far crescere la qualità e nel rispettare l’ambiente e le buone pratiche agricole.

 

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