Un personale racconto di @paolowine
A
lle pendici del Gran Sasso, prematuramente innevato per regalare all’Aquila una vibrante scenografia, il 13/09/2024 è andata in scena la seconda edizione di Abruzzo in Bolla.
La città, pronta per il titolo di Capitale della Cultura per il 2026, ha mostrato il suo prestigio con un evento tutto dedicato agli spumanti di qualità degli Abruzzi.
La manifestazione, organizzata nel colonnato neoclassico del complesso monumentale del Palazzo dell’Emiciclo, alla sua seconda edizione, ha raddoppiato la partecipazione rispetto all’anno precedente, marcando sempre più la sua valenza culturale.
Con le glacette pronte per l’evento, i riflettori si sono accesi sulla bellezza e ogni luce si è rifranta nella località di quarto di Santa Giusta; i giardini della Villa Comunale a precedere il semicircolare colonnato, hanno esposto un’atmosfera di classe, di festa e al posto del nastro di partenza, i calici pronti per gli assaggi.
Lo start è stato preceduto dall’arrivo del pulmino vintage “Bolla Bus”, un bel modo per accendere i motori ma anche un biglietto da visita che ha regalato momenti lieti con simpatici selfie.
Un grand opening con banchi d’assaggio, masterclass, talk e show cooking, tutto per confermare la qualità e unicità dei prodotti abruzzesi.
Un programma veramente ricco quello che gli organizzatori hanno proposto, per l’occasione sono stati coinvolti tutti gli addetti al settore e personaggi della politica sensibili alla materia enogastronomica.
Le effervescenze che hanno fatto intuire cosa si intende per Abruzzo in Bolla sono state versate nei banchi d’assaggio dalle seguenti cantine:
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Biagi, Cantina Frentana, Cantina Tollo, Casal Thaulero, Centorame, Ciccone, Citra, Collefrisio, Contesa, Dora Sarchese, Faraone, Fausto Zazzara, Feudo Antico, La Quercia, Legonziano, Nododivino, Piandimare, Poderi Costantini, San Lorenzo, Tenuta Ulisse, Vignamadre, Vigna di More, Vinco e in banco collettivo: Cioti, D’Alesio, Di Ubaldo, Illuminati.
In una moltitudine di espressioni, uno spicco sull’unicità degli autoctoni Cococciola, Montonico, Pecorino, Passerina, Trebbiano ecc. senza dimenticare il Montepulciano ma anche qualche vitigno internazionale, con la spuma a riempire di bollicine i calici dei tanti appassionati, addetti al settore e giornalisti.
Con la degustazione, lo studio della qualità è più semplice e l’occasione è stata proficua, utile per conoscere direttamente dagli interessati, il territorio, la storia, le tradizioni e la particolarità degli assaggi.
Dai più immediati spumanti Metodo Martinotti alle più complesse espressioni dei Metodo Classico, dai territori di montagna o più prossimi al mare, passando per giochi di affinamenti e loro durata, le bollicine hanno mostrato la proporzione della loro finezza, tutti assolutamente al posto giusto.
In buona sostanza, le riflessioni personali su quale spumante è piaciuto di più oppure quali spumanti abbinare meglio a cena, dall’aperitivo alla conclusione del pasto, ogni espressione si è rivelata interessante e facile da affiancare alla cucina di tradizione ma anche altro.
E, mentre nel lungo colonnato, i produttori di spumanti abruzzesi con i loro banchi d’assaggio, hanno fatto vibrare i calici, nella contemporanea struttura posta al centro davanti all’emiciclo si sono tenuti confronti e dimostrazioni con mirati argomenti.
Con il primo talk dal titolo “Dalle cime agli abissi, gli affinamenti speciali dello spumante” sono stati condivisi i vari sistemi di affinamento delle bottiglie. Condotto da Marcella Pace, il confronto tra diversi nomi del settore; dall’alta montagna con le sue nevi, al fondo del mare, con gli interventi di Bruno Carpitella di Vini d’Altura (Abruzzo), Gianluca Grilli di Tenuta del Paguro a Ravenna, Pierluigi Lugano de La Cantina Bisson “Cantina degli Abissi” a Sestri Levante (Genova), Antonio Arrighi dell’Azienda agricola Arrighi di Porto Azzurro (Livorno), e Francesco Leo di Cantine Paololeo, a San Donaci (Brindisi).
Un confronto con “Gli spumanti del Mezzogiorno e la (ri)scoperta dell’autoctono” condotto da Serena Leo, ascoltando il pensiero di Antonio Pisante di Pisan-Battèl, a San Severo (Foggia), Annapaola Cipolla di Tenute Orestiadi, a Gibellina (Trapani) e Andrea Giuliano di Casa Setaro, I vini del Vesuvio, a Trecase (Napoli).
Un piacevole show cooking con l’assaggio dei piatti proposti dagli chef dell’Unione regionale cuochi abruzzesi (Urca), una grande esplosione di sapori con materie prime di rilievo.
Un altro interessante talk per discutere dell’importanza del marketing e dei successi ottenuti in rilevanti territori italiani “La bolla delle bolle: dove va la spumantizzazione italiana?”, con la conduzione di Antonio Paolini e gli interventi di Umberto Cosmo di Bellenda Conegliano Valdobbiadene Prosecco superiore, Pietro Pellegrini di Pellegrini spa, Paolo Rossino direttore Consorzio Alta Langa, Leonardo Seghetti gastronomo e tecnologo alimentare, e Mattia Vezzola, enologo e produttore.
Proseguendo con i talk “L’Abruzzo effervescente, da dove viene e dove va” condotto da Andrea De Palma con gli interventi di Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio di tutela vini d’Abruzzo, Emanuele Imprudente, assessore all’Agricoltura Regione Abruzzo, Paolo Federico, presidente Gal Gran Sasso Velino, Sandro Spella, presidente Citra, Valentino Di Campli, presidente Legonziano, Luciano Di Labio, presidente Vinco, e Domenico Bomba, presidente Casal Thaulero.
Appuntamento per la valorizzazione degli spumanti Trabocco Abruzzo DOC, con la presentazione e masterclass “Ascoltare le bollicinie” con Tommaso Caporale di Bollizine.
“Pizza&Bolle tra parole, impasti e suggerimenti sugli abbinamenti” con Antonella Amodio con la presentazione del suo libro Calici&Spicchi insieme a Fabio Riccio.
Luca Cucciniello di Parià Pizzeria Partenopea con le pizze al padellino servite assieme ad uno spumante.
In conclusione, la Bolla d’Abruzzo è in gran fermento, la sua identità è sempre più solida, è interessante assaggiarla nel suo territorio ma anche oltre i confini.
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