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rimo evento al chiuso dopo l’inizio della pandemia, a Merano, per farci pregustare quello che sarà il Merano Wine Festival a novembre.
Perfetta l’organizzazione, a sottolineare che la ricerca dell’eccellenza è davvero una attitudine.
Rispetto delle norme igieniche, accoglienza professionale e lo spazio della sala occupato dai produttori con i tavoli di degustazione.
Oggi sono stati premiati i 6 enologi dal presidente e ideatore del MWF, Helmuth Köcher, presenti con le loro creazioni ai banchi allestiti sulla balconata.
Nomi di spicco del mondo enologico italiano quali Roberto Cipresso, Franco e Matteo Bernabei, Mariano Murro, Nicolò D’Afflitto, Vincenzo Mercurio e Nicola Biasi.
Una sensazione strana, una vera euforia nel salire gli scalini per ritornare nel punto classico dove scattare le foto migliori dell’evento: presenza e non affollamento, nessun brusio, la volta affrescata della sala sopra la testa, un cielo buono a proteggere il vino e chi lo ama sinceramente.
Gesti che si erano consumati senza farci troppo caso,
come indossare la tasca porta bicchiere sono diventati quasi una vestizione religiosa, per la commozione di riprendere quella normalità che credevamo perduta.
Ho iniziato ad assaggiare i vini di Roberto Cipresso.
Il prezioso vitigno Dorona di Venissa, l’eleganza del suo Brunello e il genio dell’IGT La Quadratura del Cerchio, la passione nel Brunello di La Beatesca, Il segreto di Giuliano (Bortolomiol NdR) che desiderava produrre vino nell’areale Ilcinese, la gloriosa Garganega vendemmia tardiva di Corte Capitelli.
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Ho degustato ma soprattutto in questo primo giorno ho parlato con chi mi mesceva il vino dall’altra parte del tavolo.
Sentivo il bisogno di non sprecare le parole, di farle fluire, di ascoltare, di conoscere.
Momenti intensi, bei vini, annate interessanti.
Che piacere tornare a respirare il clima di un grande appuntamento.