Colli di Luni Doc · Pianacce 2021 · Azienda Agricola Giacomelli

ono qui dinanzi a questo calice che mi racconta di un vermentino davvero ligure, sapido, elegante e fiero, dai sentori delicatamente agrumati, con erbe di campo e floreali che si intrecciano come in un giardino d’estate.

Lo guardo e lo vedo brillare con mille pagliuzze verdoline, mentre torno a fare roteare il bicchiere per scoprire di più su quello che contiene – come mi hanno insegnato.

E la memoria va alla mia prima uscita in pubblico nel 2013 con la divisa AIS (che ho sempre onorato), per comunicare proprio questo vino e l’azienda Giacomelli durante la cena organizzata a Camogli (una delle tante previste, arricchite dalla presenza del sommelier) presso l’Enoteca La Bossa ai tempi della manifestazione Vinidamare.

Gabriele Mariotti, il proprietario mi avvertì che avrebbe avuto ospiti il presidente AIS Antonello Maietta e la sua futura moglie Ilaria: non vi dico l’ansia che mi salì, desiderosa di fare bene e di dimostrare di essere all’altezza della situazione.

Studiai tutto il possibile e immaginabile sulla Doc, sul vermentino, sul produttore Roberto Petacchi che intervistai telefonicamente, cercando di riempirmi gli occhi con i suoi racconti di vita e di vite.

Un sognatore che voleva promuovere il recupero di vigneti abbandonati cercando di valorizzare il terroir, di selezionare dei “cru”, tanto per dirla alla francese: prima di tutto Boboli e recentemente il Giardino dei Vescovi.

Quanta passione,

quanto amore nelle sue parole per la terra dei suoi avi, per il vermentino, alfiere di un lembo di Liguria che prolunga in terra Toscana, senza soluzione di continuità!

Un uomo Coraggioso, capace di guardare avanti per conservare i beni avuti e acquisiti per le generazioni future, con rispetto e grande cura.

Prima di tutto il punto fermo del lavorare senza l’utilizzo di composti chimici, il minimo indispensabile di rame e zolfo per tenere a bada le eventuali minacce fungine, l’utilizzo del sovescio per arricchire il terreno.

Fattoria Gaglierano

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Armonia – parola che ancora oggi mi risuona mentre mi incanto a degustare Pianacce, il vino dalle terre più sabbiose, vertiginosamente elegante e seducente.

Quella fatidica sera, dopo aver preso in mano garbatamente il calice, cominciai a passare tra i tavoli, raccontando il duro lavoro, la bellezza del vino ligure, l’orgoglio di Roberto Petacchi e capii che era quello il mio desiderio, comunicare il vino, con conoscenza, anima e passione.

Ricevetti preziosi complimenti e molti commensali acquistarono il vino che gli era stato narrato e servito. Sicuramente fu di buon auspicio perché il giorno dopo vinsi il concorso “Miglior sommelier della Liguria non professionista”.

Una favola con un bel finale,

con tanti amici sommelier stretti intorno a me e a seguire anni di lavoro e di studio per diventare sempre più brava e qualificata, nel portare avanti il mio progetto e la mia vocazione.

Il bicchiere adesso è vuoto, sono finiti i ricordi e rimane in bocca il sapido finale di questo graffiante vermentino e i volti degli amici di una volta, che spariscono come navi che scavalcano l’orizzonte.

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