Vini di Liguria 11
Una volta che lo hai incontrato, non te lo dimentichi più.
Stiamo parlando di Giò Batta Vio, detto Aimone, titolare dell’impresa agricola e vinicola Bio Vio, che ha sede a Bastia, nella generosa Piana d’Albenga. L’azienda produce anche olio ed erbe aromatiche e assaggiando i vini il rimando ai profumi così ricorrenti nella cucina ligure non può che essere immediato.
Le vigne, infatti, collocate in varie zone della Piana (Salea, Ranzo, Massaretti), sono contornate da piante aromatiche che si ritrovano con piacevole prepotenza anche nel bicchiere.
Aimone ci accompagna
a visitare la vigna denominata Le Marixe (per i liguri non serve lo spelling…), particolarmente vocata per il pigato, in virtù del terreno, fatto di agglomerati tondi, dell’esposizione al sole e del contorno di mandorli e macchia mediterranea che delimitano la vigna ma “sconfinano” poi nel vino, regalando sentori floreali, minerali ed erbacei di grande tipicità.
Come il Bon in da Bon – Pigato DOC Riviera Ligure di Ponente, la cui uva viene raccolta in due tempi: la prima vendemmia a metà settembre, mentre una parte dei grappoli viene lasciata a surmaturare sulla pianta ancora per un mese circa. Dopo una criomacerazione di 24 ore, il vino sosta in acciaio per 6 mesi più 3 mesi di affinamento in bottiglia.
Il risultato è un vino dalla veste giallo paglierino intenso, con naso di frutta a polpa gialla, maggiorana e uno sbuffo minerale che deve ancora “uscire” del tutto.
Il sorso è sapido, con buona persistenza e un finale piacevolmente ammandorlato. Il 2016 si rivela già piacevole, ma può evolvere in meglio, specie sotto il profilo olfattivo.
Cosa abbinare a un vino così ligure nel DNA?
Una torta pasqualina oppure verdure ripiene alla ligure, ricche di maggiorana e funghi secchi, come le preparava la mia adorata nonna.
A proposito di nonni…il curioso nome di questo vino deriva dall’esclamazione del padre di Aimone che, al primo assaggio, lo battezzò come: “u l’è bon in da bon”, tradotto: “è veramente buono”.
E restando in tema di nonni, come non citare l’altro vino che ci ha conquistati all’assaggio, cioè il Grand Père – Pigato DOC Riviera Ligure di Ponente, fatto “come una volta”, con una fermentazione sulle bucce di circa 1 settimana, a temperatura controllata (17°), come se si trattasse di una vinificazione in rosso.
Sosta 9 mesi in tonneau, cui seguono 4 mesi di affinamento in bottiglia. Prodotto per la prima volta nel 2009, inizialmente non venne commercializzato, in quanto ritenuto al di sotto delle aspettative.
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Come ci racconta Caterina,
enologa e figlia di Aimone, riassaggiandolo in seguito ci si è resi conto che comincia a dare il meglio dai 2 anni di vita in su, vista la buona acidità che compensa una struttura e un’alcolicità importanti.
In effetti il colore giallo dorato fa intuire già che non siamo davanti a un bianco di pronta beva. Ma è sotto il piano olfattivo che si rivela un’autentica scoperta: albicocca secca, frutta disidratata, scorze di arancia (sembra un passito…), mandorla, e un lieve accenno di idrocarburi.
In bocca è secco, di carattere, per nulla piacione e regge sicuramente un abbinamento a formaggi stagionati.
Assaggiamo il 2016,
lo compriamo, ma riusciremo a lasciarlo crescere con calma?
Lo scopriremo solo vivendo, mentre ci lasciamo coccolare dalla sapienti mani di Chiara, la padrona di casa, che ci delizia con un menù in gran parte vegetale, esaltato dalle erbe aromatiche che impreziosiscono ogni piatto e persino la tavola (altro che rose e violette: dateci il garni!).
L’azienda lavora in biologico, senza utilizzo di diserbanti o trattamenti chimici.
Azienda Agricola BioVio
Via Crociata, 24
Bastia d’Albenga SV
+39 0182 20 776