· di AnnaMaria Corrù ·
A
dele ha fatto la sua comparsa sul mercato per Natale 2017. Giovane, ma determinata a far parlare di sé.
Nasce dall’assemblaggio di due tipiche varietà piemontesi: Nebbiolo (circa 60%) e Barbera (circa 40%). Territorio e vitigni che non hanno bisogno di presentazioni.
Siamo a Calosso, primo paese del Monferrato, il fiume Tinella lo divide dalle Langhe. I terreni argillosi, calcarei e sabbiosi si mescolano.
Le uve vengono vendemmiate manualmente tra fine agosto ed inizio settembre e vinificate separatamente. La fermentazione avviene metà in Barrique (Barbera) e metà in acciaio. Non fa malolattica. Affinamento per almeno 24 mesi.
Questo spumante è un omaggio ad una terra, Il Piemonte, che Adriano Grasso, coltiva nel rispetto, limitando i trattamenti a rame e zolfo, solo se necessari, concimazioni a letame e sovescio.
Ed è anche un omaggio ad una piccola donna, la figlia Adele di otto anni.
L’etichetta è semplice e riporta, attraverso dei simboli, un’addizione: il grappolo di uva, sommato al vignaiolo, al lavoro dell’uomo, origina il vino. La sintesi della filosofia di Adriano Grasso.
Sto diventando un’appassionata di vini rosa. Trovo che abbiano sfumature non concesse ai bianchi e ai rossi. Meriterebbero una cartella colori dedicata. Le schede tecniche in dotazione ai sommelier, sono limitanti.
Questo spumante è “oro rosa”, come il mio Mac. Cristallino e con un Perlage molto fine.
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Al naso delicato. Ogni vitigno si esprime senza sovrastare l’altro. Viola, fragola, piccoli frutti rossi.
In bocca fresco, bella acidità, eleganza. Poche volte andrebbe utilizzata la parola minerale. Questa è una di quelle.
Adele, Metodo Classico, Rosé, Brut.
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