I
struzioni per la lettura: in riproduzione The Suburbs Arcade Fire, se possibile stappare una bottiglia di Barrua, Isola dei Nauraghi 2013, candele alla vaniglia accese.
Stavolta il livello di difficoltà nello scrivere supera l’estremo, forse il più alto, se stessi giocando a World of Warcraft, sarei a QuestLevel:80 ma è il mondo reale quindi mi sforzerò di essere seria il più possibile, l’occasione me lo impone.
Non lo so come mi è venuto in mente di scrivere sull’Accademia, ma l’ho promesso al mio amico Paolo, che è uno dei miei primi fan e mi supporta e mi riempie di complimenti e comunque in cuor mio era una cosa che mi sentivo di fare. Approfitto per ringraziare tutti voi, inaspettatamente belli e soprattutto tanti, né io né Olga, ancora riusciamo a spiegarcelo.
Come spesso accade, mi trovo seduta a tavola, in posti bellissimi, con ottimi commensali. Ormai da più di un anno sono ospite dell’Accademia Italiana della Cucina, delegazione di Assisi. Il mio amico Massimiliano, che mi ha inizializzata in questa nuova avventura stasera però è fuori per lavoro, ero indecisa se partecipare senza di lui, dopo un micro secondo di esitazione, non ho potuto declinare l’invito per la cena Ecumenica.
Perché questa
non è una cena normale dell’Accademia, stasera tutte le Accademie del mondo sono sedute a tavola per la stessa cena; da Sofia, San Francisco, Pechino, passando per Cortina d’Ampezzo, fino a Sulmona si parla ma soprattutto si mangia: “La pasta fresca, ripiena e gli gnocchi nella cucina della tradizione regionale”. Impressionante è l’impegno e la dedizione di questa associazione che tutela e promuove le tradizioni della cucina italiana anche all’estero.
Stasera siamo addirittura dentro al Teatro del Gusto del Cuoco Innamorato, una grande prima serata, emozionata come se stessi entrando ad una serata di prosa, stasera al posto degli attori ci sono le pietanze, il pubblico pronto, preparato e critico, dovrà poi alla fine applaudire o meno i piatti, diciamo che per lo Chef di scena c’è stata una standing ovation.
Lo stupore resta sempre nel concepire come una cena possa essere composta da sei portate di pasta, quando si sa che i carboidrati dopo le 18 sono banditi. Il Simposiarca e lo chef stavolta si sono superati, sono riusciti a farci degustare un’esplosione di sapori, abbinati sapientemente a vini strepitosi, per me una sorpresa incontrare un maestoso Pinot Grigio DOC Friuli Grave, Villa Chiòpris.
Incontrare un vino è un po’ come innamorarsi per la prima volta, considerando che la location è il Cuoco Innamorato, diciamo che a parte la ridondanza letterale è tutto molto romantico, come avere le farfalle nello stomaco (ma non la pasta).
Cenni doverosi:
L’Accademia Italiana della Cucina fondata da Orio Vergani nel 1953, tutela le tradizioni della cucina italiana, promuovendola e migliorandola in Italia e all’estero, come cita lo statuto ‘…studia i problemi della gastronomia e della tavola italiana, formula proposte, dà pareri in materia su richiesta di pubblici uffici, di enti, di associazioni e di istituzioni pubbliche e private, ed opera affinché siano promosse iniziative idonee a favorire la migliore conoscenza dei valori tradizionali della cucina italiana.
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Promuove e favorisce tutte quelle iniziative che, dirette alla ricerca storica e alla sua divulgazione, possono contribuire a valorizzare la cucina nazionale in Italia e all’estero anche come espressione di costume, di civiltà, di cultura e di scienza…’
Per approfondimenti visitate la pagina: https://www.accademiaitalianadellacucina.it/it