S
ono partita con una valigia sufficientemente vuota di oggetti, ma piena di ricordi: quasi trent’anni fa la mia prima volta a Santorini.
Sarà stata la magia di quel momento felice, in cui la mia vita era piena di amore, di soddisfazione (mi ero appena laureata a pieni voti in Medicina!), di progetti per il futuro il motivo per cui questa isola rappresenta per me qualcosa di unico e speciale.
Sin da piccola mi immaginavo nelle acque profonde della caldera le rovine di Atlantide e sognavo di mondi scomparsi e di civiltà perdute, affascinata dai colori delle illustrazioni sui libri – il blu del cielo e del mare e il nero della pietra vulcanica.
Da grande ho aggiunto un altro colore, il verde dei pampini che si rincorrono nel l’intreccio del kouloura, il sistema di conduzione della vite che permette di proteggere i grappoli dal vento facendo crescere all’interno di un canestro, formato dai bassi tralci della pianta stessa.
Ho scelto di soggiornare a Oia, perché da qui si vedono dei tramonti mozzafiato, quelli che non ti puoi immaginare, perché sei lontano dalla frenesia del capoluogo Thira, perché puoi scendere a piedi al porticciolo di Amoudi e gustarti un totano alla brace appena pescato con un buon bicchiere di Assyrtiko.
Vitigno che spicca per acidità e per i suoi sentori agrumati: i vini dimostrano un buon potenziale di invecchiamento e si caratterizzano in bocca per la nota minerale, quasi salata, a ricordare la terra dalla quale vengono.
Ho scelto
di visitare le più belle spiagge dell’isola e di visitare le cantine del cuore, alcune le conoscevo già grazie all’Evento organizzato da Harris Papandreau @ greekwinelover -Assyrtiko Day- lo scorso maggio e alla visita alla cantina Gaia in Nemea con Konstantinos Dimitriou, dove conobbi Mr. Paraskevopoulos che mi fece conoscere insieme ai rossi, il loro Assyrtiko.
La prima cantina che ho visitato è stata Hatzidakis: ero felice di poter vedere Stella Hatzidakis e Stella Papadimitriou dopo la diretta su Instagram.
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Un piacere infinito poter salutare Konstantina Chrissou e degustare insieme alcuni dei loro vini emozionanti.
Aidani 2019 ha una bellissima etichetta, disegnata da Stella quando aveva circa 3 anni e mezzo.
Un vitigno a bacca bianca, con buona aromaticità che viene coltivato nelle vigne a 300 m di altitudine s.l.m.
Fermenta in acciaio e sosta sei mesi sulle fecce fini e non viene filtrato primo dell’imbottigliamento. Gradevole bouquet floreale e note di agrumi.
Familia 2020 nuova annata in assaggio di questo Assyrtiko in purezza che da giovane regala note erbacee decisamente intense; fermentazione con leviti indigeni, affinamento in acciaio per 6 mesi, viene imbottigliato anche questo senza essere filtrato.
Un regalo autentico poter assaggiare e comparare tre annate di Skitali.
Etichetta anche questa disegnata da Stella, sottolinea come il testimone viene passato di generazione in generazione.
2016 – giallo oro luminoso, sentori di mela Golden, cera d’api, cedro, nocciola, mandorla: in bocca ti stupisce per la freschezza, la sua eleganza e la lunga persistenza che richiama in chiusura il sale e il mare. Tit. alc. 14 gradi
2017 – annata siccitosa è più secca rispetto la precedente. Intenso e seducente, grande sviluppo di aromi terziari da affinamento in bottiglia. Tit. alc. 14,5 gradi
2018 – esce dopo che il vino è maturato sulle fecce fini per 12 mesi, seguito da un affinamento di un anno in acciaio e uno in bottiglia.
Annata più simile alla 2016. Grande complessità al naso, profumi di agrumi, di fieno, miele, di nocciole tostate. In bocca è meraviglioso, respiri e assapori il mare, si conceda su note iodate.
Ho avuto la fortuna di assaggiare Skitali da magnum 2018 un vino che prevede un passaggio in legno.
Difficile descrivere le sensazioni nel calice: pesca, cedro, buccia di limone, cera, miele, mandorla, baccello di vaniglia, gelsomino.
Grande freschezza che sostiene il sorso pieno e avvolgente. Ritorna la nota salina, ad accompagnare il finale.
Nykteri – il vino di una notte – è prodotto con uve Assyrtiko raccolte in lieve surmaturazione, provenienti da un vigneto scelto nella zona di Megalochori.
Il 2019 è davvero molto interessante, arricchito dalla permanent sulle fecce fini e su un passaggio garbato in legno.
Rosette 2018 è il rosato ottenuto da Mandillaria, il colore è intenso e regala note succose di fragola: dorato di buona struttura e persistenza.
Rosette 2020 è un esperimento di rosato utilizzando il Voudomato: il colore ricorda la buccia di cipolla, molto bene equilibrato, piacevole e molto elegante.
Altra grande sorpresa
la degustazione di due annate di Mavrotragano, riscoperto e vinificato per primo sull’isola proprio da Hatzidakis.
Un vitigno a bacca rossa che ha buona acidità e tannini: le uve vengono diraspate e il contatto con le bucce dura circa 5-7 gg. Il vino matura in botti di rovere francese da 500 hl e poi senza essere stato filtrato va in bottiglia.
Il nostro incontro si è concluso con l’assaggio del Vinsanto, una tradizione per l’isola di Santorini: 80 % Assyrtiko e il resto Aidani.
Le uve vengono raccolte in surmaturazione e appassite al sole per 12-15 gg. Dopo la pressatura le uve fermentano in acciaio grazie ai lieviti indigeni.
Matura per circa 14 anni in piccoli contenitori di rovere francese.
Colore ambrato scuro e intenso; mille profumi si offrono al naso e si riconoscono il dattero, il fico, l’uva sultanina, la nespola, la prugna, la marmellata di albicocche, il coriandolo, le spezie dolci.
Acidità che sostiene in modo impeccabile i 300 g/ litro di zucchero. Un capolavoro, da abbinare i formaggi sicuramente.
Un’esperienza per cui ringrazio la famiglia Hatzidakis della meravigliosa accoglienza.
Hatzidakis Winery
Pyrgos Kallistis 84701
Santorini GR
+30 698 110 7180
hatzidakiswines.gr