I vini di Kos tra Assyrtiko, Malagouzia ed enoturismo nel cuore dell’Egeo
L
’isola di Kos può essere raccontata attraverso i vini di Hatziemmanouil, una delle cantine che meglio hanno trasformato l’isola in una destinazione enologica concreta e non solo balneare.
La famiglia produce vino qui da oltre un secolo; oggi coltiva vigneti di proprietà nella zona di Asfendiou, sul versante nord-orientale, a circa 105 metri di altitudine, tra mare e il riparo del Monte Dikaios.
La superficie vitata arriva a poco più di 30 ettari, un mosaico di terreni che beneficiano della brezza e del clima semi-tropicale e che dà uve dalla maturazione piena ma con acidità viva.
I suoli hanno importanti percentuali di argilla, rocce vulcaniche e arenarie.
Il passaggio alla produzione moderna nasce a fine anni Novanta: nel 1998 Vasilis Hatziemmanouil concepisce il primo vino secco della famiglia, unendo due colonne dell’enologia greca come Malagouzia e Assyrtiko.
È una data che segna la rotta attuale, tra pulizia tecnica e valorizzazione delle varietà locali.
La nuova cantina, completata nel 2004 all’ingresso del vigneto, è una struttura su tre livelli (circa 400 m²) pensata per lavorare per gravità e con attenzione all’impatto ambientale, a supporto di una qualità costante.
La fotografia ampelografica è ampia e coerente con il territorio dell’Egeo: Assyrtiko in primis (anche in versione PDO Kos), Malagouzia e Kidonitsa fra i bianchi; poi Grenache Rouge, Syrah e Cabernet Sauvignon per i rossi e i rosati.
La produzione annua si aggira intorno alle 80.000 bottiglie che vengono principalmente vendute sull’isola.
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In vigna e in cantina l’approccio è misurato, con l’acciaio a presidiare gran parte delle vinificazioni bianche e una gestione del legno attenta alla trasparenza del frutto, soprattutto per i rossi da Syrah e le selezioni più strutturate.
Dal 2004 inoltre la cantina accoglie privati e gruppi con visite guidate tra vigneti e impianti e due percorsi di degustazione, la prima con 4 vini “classic” oppure 8 etichette “premium”.
Gli assaggi si svolgono nella sala interna dedicata o all’aperto, con vista sui filari.
PGI Kos 2024 – Malagousia 50% e Assyrtiko 50% giallo paglierino con riflessi verdolini, naso in cui spicca l’aromaticità del malagousia, note di pera, litchi e poi grafite. In bocca ha un buon equilibrio e una buona persistenza.
Kidonitsa 2024 – tit.alc. 13% – vino varietale bianco secco, giallo paglierino luminoso, vinificazione in acciaio: pesca bianca, mela, pera, cenni di agrumi.
Il sorso è piacevole, buona l’acidità e il finale chiude quasi salino.
PGI Kos Assyrtiko 2024 – tit.alc. 13,5% – dopo la fermentazione in acciaio il vino trascorre sei mesi in botti di rovere.
Giallo paglierino intenso con bagliori dorati.
Profilo olfattivo che ricorda il limone, il pompelmo a cui si aggiunge una nota fumè e la dolcezza della bacca di vaniglia.
In bocca è equilibrato, l’alcol integrato e sicuramente dimostra un discreto potenziale di invecchiamento.
Third Generation Vino da dessert – tit. alc. 15% – ottenuto da moscato, assyrtiko e grenache rossa.
Le uve vengono fatte appassire al sole e pressate separatamente, poi i mosti vengono uniti.
Affinamento in botti piccole di rovere francese.
Colore giallo ramato intenso e brillante.
Ampio bouquet che regala note di fico, albicocca disidrata, marmellata di rosa, miele, zafferano.
Avvolgente e setoso in bocca, persistente con una nota di pepe nel finale.
Sicuramente Hatziemmanouil è una delle cantine che testimonia la tradizione vitivinicola di Kos e per chi programma un viaggio in questa perla del Dodecanneso e vuole capire come l’isola si racconta nel bicchiere, è una tappa naturale.






