Vini di Liguria 24
· di Olga Sofia Schiaffino ·
L
evanto è una località di mare che si raggiunge prendendo lo svincolo rocambolesco di Carrodano nel tratto che congiunge Genova a La Spezia: segue una strada che attraversa i monti che poi declina verso valle ad incontrare il mare.
Un posto che ti rimane nel cuore per la bellezza del borgo, per le antiche vestigia di un passato glorioso, per la silhouette del promontorio del Mesco, che segna il confine con le Cinque Terre.
La viticoltura
è praticata in questa zona sin dal tempo in cui venne introdotta dai Greci nel VI sec. A.C.; nel Medioevo si assistette ad una espansione delle colture orticole, olivicole e della vite. L’approdo sicuro in fondo al golfo dove era stato costruito un castello, permise di esportare questi beni con le navi in tutto il Mediterraneo. Nel XVIII e XIX secolo, prima della devastazione filosserica, il paesaggio era disegnato dai terrazzamenti sui quali erano messe a dimore le uve per la produzione di vini pregiati.
Un lavoro duro, eroico, che era alla base di una cultura che sembrava essere andata persa.
Roberto Figaroli, volgendo lo sguardo verso la collina come per ritrovare le immagini disegnate nella sua memoria, mi racconta la storia della sua famiglia, dei nonni che coltivavano la terra e della sua decisione di riprendere una tradizione che aveva iniziato a respirare da bambino, quando partecipava alla vendemmia e vedeva pigiare l’uva con i piedi con i piedi, immaginando poi l’intervento di un mago a trasformare il mosto in vino.
In località Le Ghiare
(in dialetto Giaè) sono i terreni di proprietà, a cui si sono aggiunti altri che ha voluto recuperare, uno in collina e un altro – la fine del mondo- a strapiombo sul mare, sulla collina del Mesco. Si percepisce un sano e coinvolgente entusiasmo che anima le sue descrizioni, il non perdersi d’animo, neppure di fronte alla grandinata che nel 2018 gli distrusse il raccolto in un vigneto, il cercare di migliorare e di andare avanti.
Orgoglio ligure, pazienza e tenacia e sguardo capace di guardare oltre l’orizzonte.
Vicino alla sede della cooperativa, dove vinifica le uve in attesa di costruire la cantina, mi mostra le vigne recentemente impiantate, strappate al bosco e circondate da uliveti, che presto saranno in grado di regalare grappoli dorati di vermentino.
La nostra chiacchierata prosegue a casa della signora Renata, sua mamma, che mi ha preparato i Gattafin (frittella ripiene di erbette di Levanto) seguendo fedelmente l’antica ricetta -davvero ottimi- che accompagnano la degustazione dei vini bianchi.
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Questa specialità del borgo rappresentava il pranzo consumato nei tempi addietro dai lavoratori di una vicina cava.
Le bottiglie vengono aperte e il liquido scende luminoso nel bicchiere.
Gianco è un piacevolissimo blend che vede in prevalenza il vermentino, che regala profumi delicati floreali ed agrumati e un finale caratterizzato da una nota sapida: l’etichetta (questa come le altre) è stata disegnata dal figlio Christian e ritrae in modo stilizzato il bisnonno Emilio che guarda il vigneto. Commuovente.
Giaè vede colloquiare i vitigni previsti dal disciplinare e cioè Vermentino, Albarola e Bosco: sfavillante nel calice, racconta l’agrume, i sentori della macchia mediterranea, il fragile fiore di acacia. In bocca spinge in verticalità, chiudendo con un graffio salato, quasi marino. Lo immagino accompagnare un cappon magro, un fritto di acciughe, i sapori del mare e delle terra che sono propri della cucina ligure.
Per gli amanti del rosso abbinato ai piatti di pesce è divino il Costa De Brassù, ottenuto da Ciliegiolo. Succosi rimandi di frutta rossa e un tannino delicato e piacevole integrato, con buona persistenza e discreta struttura. Perfetto a temperatura intorno ai 12 gradi.
Rosso di Mare, prodotto da una selezione di Sangiovese, Ciliegiolo e Merlot dimostra carattere e la naturale vocazione di questo territorio ad esprimere rossi di buona qualità, davvero interessanti. Ciliegia marasca, prugna mirabelle, lampone, lieve speziatura e note ematiche. Perfetto con uno spezzatino al cinghiale.
Assaggiare la Liguria diventa una esperienza irrinunciabile per capire fino in fondo questo fragile territorio e l’animo indomito di chi lo abita.
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Cantina Terre di Levanto
Località S.Gottardo, 1
Levanto SP
+39 339 543 2482