Azienda La Callaltella
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4 Dicembre, una magnifica giornata di sole: apro il finestrino e saluto, agitando la mano, Elena e suo padre Luigi, che diventano sempre più piccoli, lontano, oltre il cancello.
Come spesso mi accade, dopo aver ascoltato un racconto, passeggiato in vigna e degustato i vini di una azienda che ho scelto di visitare, mi ritrovo un fermento di sentimenti e di emozioni, che devono trovare il loro posto per essere scritte e condivise.
Mi torna in mente una frase del filosofo Biagio Pascal – ” Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce”. Non un vago sentimentalismo, ma una intuizione intellettuale, impegno personale e la passione per il Vero, l’autentico.
Luigi Bonetto ha vissuto parecchio in Francia, dove si era recato da ragazzino, lasciando la sua terra solcata dal Piave, per trovare lavoro: le ragioni del cuore lo fanno tornare in Italia e fondare nel 1951 con i suoi fratelli, l’azienda agricola La Callaltella, valorizzando il luogo natio nel nome e i frutti della vigna nei suoi vini.
Affrontando momenti difficili, tra cui la prematura scomparsa di un fratello, grazie ad un carattere forte e alla solidarietà familiare, si giunge ai nostri giorni: le tre sorelle Bonetto Elena, Antonella ed Elisabetta (e Cechov non c’entra!) proseguono l’esperienza e la tradizione con passione e massima attenzione e rispetto per l’ambiente. Un fattore X che differenzia La Callaltella (ma non solo!) nel l’ampio mercato vitivinicolo.
I vigneti,
circa 15 ettari sono situati lunga la strada romana Antica via Postumia, 930 km che collegavano Aquileia a Genova.
Si coltiva Pinot Nero, Cabernet Franc, Chardonnay, Merlot, Pinot Grigio, e soprattutto Glera, Manzoni Bianco, Verduzzo e Raboso.
Vini sempre pluripremiati perché eleganti, ottenuti da uve sane, vendemmiate a mano, con amore e attenzione.
Prosecco DOC Treviso extra dry è fragrante di fiori e cenni di pera paradiso, luminoso, con bollicine fine e persistenti.
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Manzoni bianco si offre in una bottiglia artistica con immagini che ricordano le figure della Danza di Matisse: naso piacevolmente espressivo di frutta polpa bianca, fiori, in bocca è fresco. Uve vendemmiate sempre manualmente, fermentazione in acciaio e maturazione sulle fecce fini in cemento.
Dal Raboso si ottengono tre vini, completamente diversi da loro: una succosa e piacevole versione rosata, quella tradizionale secca e il Barricato, il vino del cuore, a memoria di una persona speciale: le uve vengono raccolte nella prima metà di ottobre, fermentano circa 15 gg sulle bucce e poi riposano in barriques. Stupendo l’abbinamento con il cioccolato fondente!
Perfetto,
per gli abbinamenti con i dolci (ottimo suggerimento per Natale!) e con i formaggi il Passito Bianco, intenso e persistente con sentori di acacia, miele e mandorla dolce.
Abbiamo avuto il piacere di conoscere questi vini e di comunicarli, perché sono onesti, autentici e la famiglia Bonetto ci ha davvero conquistato per la tradizione che porta avanti. Nessun trucco, né’ in vigna né in cantina: non sono biologici, ma rispettano l’ambiente, hanno i filari inerbiti, gli uccellini fanno il nido in mezzo ai tralci della vigna. Basso utilizzo di solfiti al di sotto dei valori consentiti nel biologico.
Ci piace pensare che questo legame creato dalla condivisione di principi e dal buon vino, fosse stato già scritto, la vicinanza del Triveneto alla Liguria attraverso la via Postumia: un viaggio nel mondo del vino in cui inevitabilmente incontri l’uomo, la sua storia e le sue ragioni. Soprattutto quelle del cuore.
Soc. Agr. La Callaltella
Via Callaltella, 13
San Biagio di Callalta TV
+39 0422 797 322