Comunicare e promuovere il vino italiano affiancando le aziende vitivinicole
A
bbiamo avuto il piacere di fare alcune domande a Silvana Ballotta, esperta di economia e di marketing, che dopo aver lavorato con la Banca Mondiale in vari progetti di sviluppo nel Far East, da anni ha messo a disposizione la propria esperienza quale amministratore della fiorentina BS Business Strategies.
«Buongiorno Silvana, prima di tutto complimenti per l’attività che hai creato, che è senza dubbio un modello di riferimento nel panorama del mercato mondiale del vino. Come nasce Business Strategies?»
R. «Nel 2005 una “attrazione fatale” mi avvicina al mondo del vino. Business Strategies nasce nel 2010 ma il progetto su cui si fonda parte nel 2007 quando l’Unione Europea decide di inserire il vino nella grande famiglia dei prodotti agroalimentari, e di comprenderlo in quelle misure orientate a favorirne la promozione e la distribuzione.
Sono gli OCM Vino, contributi a fondo perduto erogati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, finalizzati a sostenere le iniziative di promozione del vino sui mercati extra europei con l’obiettivo di rafforzare la competitività e la presenza delle imprese vinicole sui mercati esteri.
Ho colto, tra i primi nel nostro paese, l’importanza e le potenzialità dell’innovazione introdotta in Europa e ho iniziato a lavorare per tradurre questa misura in aiuto concreto per le aziende italiane.
Fino dalla prima annualità di programmazione (2007/2008) ho presentato con successo progetti a livello nazionale. Con Business Strategies l’attività si consolida e nasce una squadra di professionisti che quotidianamente affiancano le aziende nel processo di internazionalizzazione nei mercati terzi.
Le competenze che occorrono non sono solo amministrative, ma anche giuridiche e ogni bando ha le sue caratteristiche; la chiave del successo è stata quella di offrire ai clienti progetti “chiavi in mano”».
«La mission di Business Strategies è portare il valore del vino italiano nel mondo. Quali iniziative sono state concretizzare negli ultimi anni?»
R. «BS Business Strategies ha consolidato negli anni il proprio ruolo di professional trainer per l’internazionalizzazione assistendo oltre 500 imprese del Made in Italy del Vino e mettendo a disposizione la sua profonda conoscenza delle singole realtà imprenditoriali e dei paesi target. In particolare abbiamo affiancato le aziende nell’accesso al mercato cinese, russo, giapponese, statunitense fornendo assistenza strategica e operativa e implementando i più appropriati piani di marketing e comunicazione: eventi e progetti speciali, formazione, digital marketing.
Negli anni il nostro baricentro si è spostato sulla Cina, sia per motivazioni che mi porto dal passato (ho trascorso lunghi anni in Oriente per seguire progetti di sviluppo in Cina per la Banca mondiale) sia perché la Cina sarà sempre di più un mercato chiave nel panorama vinicolo mondiale.
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Per fare business in Cina bisogna avere una presenza stabile nel paese e insegnare ai cinesi a bere il vino, così nel 2013 abbiamo lanciato Taste Italy! con lo scopo di supportare con un piano operativo l’accesso delle aziende vinicole italiane nel mercato cinese e creato la Taste Italy! Wine Academy, la prima accademia ufficiale di vino italiana dedicata al consumatore cinese (con il patrocinio di Ismea, Mibact e Ambasciata cinese in Italia).
Oggi conta otto sedi
nelle più importanti città della Cina, da Shanghai a Beijing passando per Qingdao, Chengdu, Suzhou, Wuhan, Hangzhou e Guangzhou, con oltre 2000 professionisti che hanno seguito i suoi corsi di formazione e specializzazione.
Parliamo ai cinesi in cinese: i nostri teachers sono madrelingua qualificati ed esperti di vino italiano e i testi utilizzati sono in lingua cinese, creati appositamente per i corsi dell’Accademy e pensati per essere immediatamente comprensibili anche a livello iconografico.
Dal 2017 abbiamo potenziato le nostre attività in Cina, grazie all’ accordo con lo Shanghai Morning Post, dello Shanghai Media Group, il secondo gruppo media più grande in Cina Wine Academy, che ha confermato il ruolo strategico di Business Strategies nel paese.»
«Il mercato cinese: quali sono i punti di forza e di criticità per l’export del vino italiano?»
R. «La Cina è tra i primi importatori di vino al mondo e ci sono regioni ad altissima densità di popolazione con mercati inesplorati, quindi è un paese assolutamente appetibile per i nostri vini.
E’ tuttavia un mercato difficile con ritorni poco significativi, persone non sempre affidabili, difficoltà a mantenere stabilità nel mercato.
E’ bassa la consapevolezza dei valori che il vino porta con sé e fino a una decina di anni fa in Cina non esisteva neppure una parola che significasse “vino“ come derivato dell’uva. I gusti non sono raffinati. I consumatori cinesi con difficoltà abbinano vino a territorio, un connubio che esce dai loro canoni tradizionali fatti di grandi nomi e grandi marchi, ma non dalla conoscenza delle denominazioni.
Nonostante la distanza culturale, linguistica e la scarsa conoscenza e sensibilità del consumatore cinese verso la «cultura del vino» si sta comunque sviluppando una fascia di consumatori fortemente interessata al consumo di vini di qualità.
Il mercato cinese sta cambiando rapidamente, i consumatori cinesi sono più consapevoli rispetto al recente passato, mostrano una grande curiosità per il vino italiano. La nascita delle Wine school nelle città principali evidenzia l’interesse dei cinesi a colmare il gap e ad avvicinarsi ad una conoscenza più approfondita delle caratteristiche e proprietà del vino.
Partner strategici, comunicazione mirata, persistenza e flessibilità sono gli ingredienti migliori per avere successo in Cina. Quello che manca per il vino italiano è una voce unica in grado di rappresentare i diversi players in campo, in un’ottica di medio-lungo periodo.»
«In vigna si lavora per avere uve sane e fare un vino buono: proprio per questo si dovrebbe riuscire a commercializzato adeguatamente. Che suggerimento puoi dare ai viticoltori italiani?»
R. «Occorre creare valore oltre il prezzo, cioè trasmettere e valorizzare gli elementi identitari di ciò che il vino porta con sé. Orientare al valore del prodotto legato al territorio, puntare ad un racconto univoco, fondato sulla qualità, unicità e sostenibilità del prodotto.
E’ necessario proporre un prodotto-paese competitivo all’estero esaltando l’eccellenza vitivinicola del Made in Italy e comunicando una Brand Identity, raccontare il prodotto emozionando e adattando il prodotto e packaging al mercato di riferimento.
Per poter vendere occorre infatti prima di tutto conoscere approfonditamente il mercato in cui si vuole investire. E’ essenziale un approccio multilivello capace di cogliere le dinamiche più profonde dei cambiamenti culturali in atto, della dimensione socio-economica del paese e conoscere il profilo e le abitudini dei consumatori di vino.
Il consumatore diventa il perno e la formazione del consumatore è la chiave di volta per ricordare, memorizzare e fidelizzare al brand Made in Italy.
Commercializzare adeguatamente significa anche adottare una comunicazione efficace che oggigiorno non può prescindere dal digitale. Occorre inserirsi in questa dimensione, in un’ottica evolutiva e di miglioramento per mantenere le cantine italiane al passo con i tempi e con le richieste del mercato.»
Ringraziamo Silvana Ballotta per il tempo che ci ha dedicato: un onore e motivo di orgoglio per tutti che una donna italiana abbia saputo promuovere in modo eccelso i nostri prodotti e che grazie a lei il vino italiano sia conosciuto ed apprezzato nel mondo.
Business Strategies srl
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