“Le Battistelle”
“Le Battistelle”

“Le Battistelle”

Basalto e viticoltura eroica in Soave

 
I

primi di settembre ho rubato tre giorni fugaci all’estate della pandemia, strappandoli ad una quotidianità sospesa, per tuffarmi nella rilassante terra di Soave (VR).

Una lunga passeggiata liberatoria e ininterrotta tra le pergole della zona Classica, ancora gonfie di lunghi grappoli alati di dorata uva garganega, piuttosto spargoli, e di trebbiano di Soave, più compatti, con bacche sferiche e punteggiate di marrone.

Qui la vendemmia è tardiva e la maturazione si protrae fino a metà mese, quando per primo viene vendemmiato il trebbiano e dal 20 settembre fino ai primi di ottobre il vitigno principe di questo territorio, la garganega. Un paesaggio vitivinicolo mozzafiato, ordinato e digradante dai 380 ai 35 m s.l.m in una serie di terrazze coltivate a pergola veronese, il sistema di allevamento distintivo di questo territorio e riconosciuto patrimonio agricolo di rilevanza mondiale dalla FAO, non solo per la grande bellezza.

Il Soave Classico

è la zona più storica della Doc e si estende sulle colline di Monteforte d’Alpone e di Soave. Nel vasto areale della denominazione Soave, che prevede una piramide produttiva (Soave Doc, Soave Classico Doc, Soave Colli Scaligeri Doc, Soave Superiore Docg, Recioto di Soave Docg), i terreni sono vari e molto sfaccettati a seconda che siano di pianura (sabbiosi e di origine alluvionale) o di bassa e media collina (terreni calcarei, basaltici, detriti di falda).

Qui, nel comparto collinare del Soave classico, come recita il disciplinare di produzione, il suolo è caratterizzato “da terreni tufacei di origine vulcanica” (zona di Monteforte d’Alpone), “resi ancor più fertili da importanti affioramenti calcarei” (suoli prettamente bianchi e calcarei di Soave); è qui che si trovano i vigneti più vecchi della Doc. È qui che si concentrano 29 dei 33 cru del Soave.

La combinazione terreno-esposizione,

in prevalenza a sud-est i primi e a sud ovest i secondi, in linea di massima dà vita a vini più minerali e tesi a Monteforte d’Alpone e più fruttati e di corpo a Soave.

Qui la pergola soavese è usata fin dal secolo scorso e, seppure evoluta nell’infittimento dei sesti di impianto e nelle potature di gran lunga più corte rispetto al passato, continua ad essere considerata la miglior forma di allevamento per la garganega, rispetto al guyot: la protegge dalle possibili scottature estive, dalle grandinate primaverili e permette un immediato controllo dello stato di salute dei grappoli.

Una volta invece la scelta era più che altro quantitativa: consentiva di sfruttare al massimo la superficie aerea parallela al terreno.

A detta di Gloria Dal Bosco, la giovanissima titolare dell’Azienda Le Battistelle (insieme ai genitori Gelmino e Cristina ed al fratello Andrea) di Bagnoligo, in una delle aree di elezione del comune di Monteforte d’Alpone, la pergola non è solamente un elemento caratterizzante del paesaggio, ma è il valore aggiunto della garganega, perché ne mantiene i precursori aromatici, proteggendola dalle alte temperature estive, e le consente la giusta maturazione.

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A questo punto devo fare un passo indietro… Come tutti gli enoturisti, per quanto frettolosi in questa occasione,

Io e il mio compagno di viaggio

avevamo cercato qualche posticino tipico, a Soave, dove poter assaggiare le prelibatezze locali. All’Enoteca Il Drago, sotto la loggia dello storico Palazzo di Giustizia risalente al 1375, la proposta è varia in un ambiente accogliente e suggestivo; alla Bigoleria Alla Rocca i bigoli con sughi di tutti i tipi rappresentano un’offerta culinaria curiosa ed informale; all’Enoteca del Soave propongono taglieri di salumi e formaggi del territorio ed un’ampia scelta dei vini di Soave.

E proprio in quest’ultimo locale ho assaggiato il Soave Classico Doc “Battistelle” de Le Battistelle di Brognoligo- un vino dalla vibrante mineralità! – ed è stato amore al primo assaggio.

Tanto che ci siamo ripromessi una visita all’Azienda la mattina della partenza; la Strada del Vino Soave è un incanto di vigne e di attrazioni storiche e paesaggistiche: palazzi nobiliari, chiese, deliziosi borghi e castelli, scorci panoramici sulla Valle d’Illasi e sulla Valle del Tramigna. Quante cose ancora rimanevano da vedere e quanto inesorabile era il trascorrere del tempo!

Quella mattina ci inerpichiamo verso Brognoligo. Solo 6 chilometri di distanza da Soave e una strada che si snoda tra piccoli centri abitati e vigneti, di cui alcuni coltivati a giropoggio di armoniosa composizione. Eccoci a Le Battistelle.

Suoniamo.

Alla finestra appare Gloria. Con un sorriso empatico ci spiega che non si può fare la degustazione a quell’ora – d’altronde non l’avevamo prenotata – : deve uscire, ma possiamo tornare nel pomeriggio, quando potremo parlare col fratello. Non è possibile: dobbiamo partire.

Allora scende, ci mostra la sala degustazioni, ci racconta in gran fretta della passione e del sacrificio che richiede a lei e alla sua famiglia coltivare appezzamenti nei cru verticali del monte Castellaro, versante delle Battistelle (da cui il nome dell’azienda), della Valle di Rugate, del Monte Grande, di Tremenalto e del Monte Carbonare. Zone vocatissime, ma dall’estrema parcellizzazione, con pendenze anche del 45%, tanto da meritare il riconoscimento dal Cervim di viticoltura eroica.

Sono le colline erte,

sostenute da neri muretti a secco di grosse pietre basaltiche, che abbiamo visto nei giorni scorsi in tutta la loro eccezionale singolarità in un contesto di rilievi collinari piuttosto morbidi. Hanno bisogno di sudore e abnegazione: lì si deve fare tutto a mano. E “Le Battistelle”, con la loro fatica, partecipa alla conservazione delle vigne storiche e a mantenere i tradizionali metodi di coltivazione.

Gloria Dal Bosco ci parla concitatamente della scelta della sua famiglia di coltivare e vinificare solo Garganega, nonostante il disciplinare consenta l’aggiunta di trebbiano di Soave, chardonnay e pinot bianco fino al 30% dell’uvaggio.

La peculiarità dei suoli di matrice basaltica influisce sui processi fermentativi e regala quella tipica sapidità ai vini, soprattutto nel tempo; e poi la Garganega, se la si sa aspettare, nonostante non abbia in sé un’accentuata aromaticità, può presentare terziarizzazioni dalla complessità che non ti aspetti!

Le rubiamo qualche foto, la ringraziamo della sua gentilezza e della sua pazienza. Ora non ci resta che assaggiare tutta la gamma della produzione Le Battistelle: “All’Enoteca del Soave hanno tutti i nostri vini; Paola sarà felice di farveli degustare!”.

E all’Enoteca

siamo andati e abbiamo assaggiato e acquistato questi ottimi vini, di cui conservo alcune bottiglie che vado ora a descrivere:

Soave Doc Classico “Montesei” 2018 – 12.5%- Sentori di sambuco, melissa e camomilla, e di pesca, accarezzati da una nota gessosa. In bocca è equilibrato e persistente, soprattutto nella lunga scia sapida e minerale. 4 mesi in acciaio. Vino quotidiano di grande piacevolezza.

Soave Doc Classico “Battistelle”2018 – 12.5%- Paglierino lucente, al naso note di nespola e agrume, erbe aromatiche e lavanda su un sottofondo di pietra focaia. In bocca entra fluido e morbido, per posizionarsi subito dopo su toni di vibrante freschezza e sferzante sapidità, che si allungano in un finale ammandorlato dai ritorni fruttati e rinfrescanti. 6-8 mesi in acciaio. Ha una marcia in più rispetto al primo.

Soave Doc Classico “Roccolo Del Durlo”2019 – 12.5% – Immediata la nota polverosa, minerale, poi susina, pesca bianca ed erbe di campo. Presente anche l’agrumato di cedro, che ritorna in bocca insieme a note di mandorla amara, in un sorso di spiccata matrice minerale, ma equilibrato dalla morbidezza del frutto. Molto persistente e di grande soddisfazione. 48 ore di criomacerazione e 8 mesi in acciaio. A mio giudizio un grande vino!

Bianco del Veneto IGT Passito “Passito della Gloria” 2018 – 13% – Giallo dorato con sfumature ambrate. All’olfatto delicate nuances di frutta disidratata, fiori appassiti e lievi note tostate. Al palato è fluido, ma glicerico, non stucchevole grazie all’intensa freschezza che caratterizza il sorso. Lungo il finale e piacevolmente amaricante. Uve appassite per circa 4 mesi, poi 48 ore di criomacerazione e affinamento in acciaio per circa 2 anni. Elegante e di facile beva.

Prodotti di eccellenza, credetemi! E dall’incredibile rapporto qualità-prezzo!

 

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 Azienda Agricola Le Battistelle 
Via Sambuco, 110
Brognoligo di Monteforte d’Alpone VR
+39 045 617 5621

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