Vinitaly 2018

Antologia

· di Olga Sofia Schiaffino ·

 

 

U

n edizione importante che conferma il trend positivo del nostro export. Sempre più aziende attente al rispetto dell’ambiente, alla eco sostenibilità, al biologico, auspicando che sia un approccio legato soprattutto alla filosofia di un ottimale lavoro in vigna più che alle correzioni chimico-fisiche di cantina.

Ecco alcune impressioni enoiche: Padiglione 2, Sicilia con la DOC Etna rappresentata da vari produttori, un piacere salutare gli amici, degustando un corposo Aetneus (I Custodi delle vigne dell’Etna), ‘a Rina e San Lorenzo di Girolamo Russo, eleganti espressioni della potenzialità del suolo vulcanico, contrada Porcaria, un cru di Cornelissen.

Presso lo stand dell’azienda Gulfi è stato possibile incontrare e salutare Mister Etna – Salvo Foti – che ci ha presentato Rosà, un rosato ottenuto da Nero d’Avola, fresco e piacevole compagno di future beve estive, un entusiasmante Carjcanti, che esprime note idrocarburiche, Nerosanlorè e Nerobufaleffj, testimoni fieri dei rossi di Noto.

Spostandoci a nord nel Collio, Edi Keber ci accoglie con la sua simpatia insieme a Elena Orzan, enoteca di Cormons. Un assaggio della Malvasia di Raccaro che conquista per la discrezione olfattiva e la potenza aromatica che si esprime nell’assaggio. Roberto Picech ci presenta un bianco, Athena, vino interpretato in botte e che porta il nome della sua dolcissima figlia, strutturato, avvolgente, complesso, con attitudine all’evoluzione.

Il Kaplja di Damijan è … davvero uno spettacolo e sua figlia Tamara gentilissima e professionale.

Non si poteva non assaggiare il Verduzzo Friulano di Valentino Butussi, un giovane viticoltore davvero bravo nel narrare il territorio nei suoi vini.

Stand della Liguria al padiglione 12:

ricercatissimi i vini, che incontrano sempre più il gusto e affascinano i winelovers. Cà du Ferrà di Bonassola presenta Luccicante, un Vermentino in purezza che fa una breve macerazione sulle bucce.

Giovanna Maccario mostra un Rossese di Dolceacqua Luvaira da podio: cerchiamo di assaggiare la grappa, ultima creatura, ma… è già sold out.

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Il sognatore Daniele Parma ci racconta il bianco La Ricolla, Vermentino e Bianchetta tenuto sulle fecce grosse, un vino contadino ma di estrema pulizia e con un assaggio generoso che regala note marine in chiusura.

Catia Cesare -Linero- porta avanti l’eredità del Generale Tognoni con il suo Vermentino: decisamente interessante anche il rosso, a base Sangiovese.

Baia del Sole ci ha accolto con un bicchiere del pregiato Sarticola, Vermentino da un vigneto unico nella DOC Colli di Luni per qualità ed eleganza ed i racconti affascinanti del bravissimo Enzo Giorgi: un piacere ascoltarlo.

Caterina Vio offre in degustazione i vini che personalmente cura e segue a livello enologico: raffinate perle cesellate su struttura, leggiadra componente olfattiva e belle acidità che svettano, creando magnifici alfieri di un territorio vocato alla coltivazione del Pigato, in quel di Bastia d’Albenga. Il papà Aimone osserva compiaciuto e commosso, davvero tre figlie splendide e un’azienda che rappresenta l’anima ligure, da sempre nel pieno rispetto della natura.

Ca’ Lunae della famiglia Bosoni ci riporta nella zona di Luni ed è un piacere assaggiare il Vermentino Etichetta Nera.

Parlando di Ormeasco erano presenti Tenuta Maffone e Eredi Fratelli Guglierame a proporre un vitigno sempre più attuale e da riscoprire per la sua curiosa versatilità.

Per concludere tre assaggi coinvolgenti,

il primo è Mola da Piedi, un Cesanese che viene pigiato e poi fermenta in tini aperti dell’Azienda Agricola Maria Ernesta Berucci che utilizza l’omeopatia in vigna.

Dal cuore della Sardegna, Fradiles esprime i tre vitigni previsti dalla DOC Mandrolisai in vini davvero pregiati: colpo di fulmine per il Bagadiu, un Bovale in purezza che avvolge con i suoi sentori di macchia mediterranea, viola, ciliegia, rosmarino, con trama tannica in dialogo con la sapidità del finale di bocca.

Per ultimo, un Cortese importante dell’azienda Stella di Costigliole d’Asti: Foravia. Le uve sono sottoposte a criomacerazione e poi pigiodiraspatura, fermentazione sulle fecce nobili in legno: un effluvio di profumi di acacia, mela verde, toni erbacei e sfumature agrumate, permangono ad incantare il palato, congedandolo con una carezza salina.

Come sempre, uscendo da Vinitaly, si ha sempre la sensazione di non aver avuto il tempo di sperimentare tutto quello che si era pensato e desiderato…

Bando ai rimpianti e appuntamento al prossimo anno a Verona dal 7 al 10 Aprile 2019.

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Verona VR




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