· di Liliana Pecis ·
O
ggi voglio raccontarvi la storia di un amico sommelier che ha prodotto due “chicche” assaggiate nei giorni passati…
Fabio Casaretto riprende, dopo anni di abbandono, un vigneto nella zona del Tigullio e più precisamente nei terreni sopra la bellissima chiesetta Delle Grazie a Chiavari.
Le vigne di Vermentino,
raggiungibili solo con un sentiero percorribile solo a piedi, sono state piantate circa dieci anni fa e negli ultimi due anni mai potate, l’anno scorso 2019 si prende cura di loro e riesce a portare in cantina circa un quintale di uva da cui ottiene il 60% di vino, sui terreni che hanno un’esposizione sud al sole tutto il giorno.
Si parte con tre giorni di macerazione sulle bucce in acciaio inox a temperatura non controllata, fermentazione sui lieviti selezionati poiché partiva da uva con alto tenore zuccherino e come primo esperimento aveva paura si fermasse la fermentazione alcolica.
In campo ha usato solo rame e zolfo e olio di arancio dolce che aiuta contro oidio e peronospora, solo anidride solforosa come selezione in pre-fermentazione per arrivare al prodotto finale che ha tra i 25 e i 30 mg/l di totale, selezione maniacale degli acini…
Il vino
è stato torchiato e svinato dopo tre giorni e ha fatto batonnage fino a dicembre sulle proprie fecce e a marzo è stato imbottigliato, non filtrato né chiarificato.
Il vino ha 14,5 di titolo alcolometrico bilanciato da 6,9 g/l di acidità.
Nel bicchiere si presenta nella sua veste cristallina giallo paglierino con riflessi dorati, lo giro e la consistenza la sento nel polso e la vedo negli archetti e lacrime.
Al naso si apre con una nota salmastra minerale, sentori di erba e fiori bianchi ed elicriso, frutta a polpa gialla come la mela golden e la pesca, nota finale di cera.
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In bocca gradevolissimo, mi invita a un nuovo sorso, è asciutto e sapido in equilibrio ma in attesa ancora di un maggiore affinamento che può solo migliorarlo.
Lo assaggio con un crostino e acciuga salata… perfetto… guardo Fabio e i suoi occhi si illuminano per questo primo suo “figlioletto” e riesco a capire cosa deve essere arrivare a presentare un prodotto tuo a cui hai dedicato tanto tempo e come mi dice anche notti insonni per controllare l’andamento dei profumi.
Il secondo prodotto
è un rosso prodotto da 70% Merlot e 30% Cabernet Sauvignon nato dalla sua passione per il taglio bordolese, questo però dal vigneto di sua proprietà situato nel comune di Leivi sulle alture sopra Chiavari.
Il nome “Il Felice” è dedicato alla nonna Felicina con cui aveva un rapporto di grande affetto.
Le vigne hanno 12 anni, sette giorni di macerazione sulle bucce a temperatura controllata per poter preservare i profumi con vinificazioni separate per le due uve, per il merlot viene messo in botte piccola nuova di rovere per novanta giorni e poi miscelato al cabernet che ha fatto solo acciaio.
L’assaggio è agile, profumi freschissimi di fiori e frutta rossa, erbaceo con una matrice tannica in equilibrio con toni amaricanti e sentore molto delicati di vaniglia.
Bravo Fabio il lavoro e la passione e il tuo impegno sono stati premiati.
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