Un’esperienza culinaria “Fuori Rotta“
Un’esperienza culinaria “Fuori Rotta“

Un’esperienza culinaria “Fuori Rotta“

V

i ho parlato dello Sciacchetrà di Geromina Bonanni e oggi vorrei continuare la storia con il bisnipote Davide Gasparini, ristoratore in Riomaggiore.

Apre il ristorante nel 2016 perché decide che fare il geometra non era la sua vita.

Prima ancora lavora come stagionale in un bar poi vede nel locale rimasto sfitto del padre l’opportunità di iniziare una nuova attività, infatti si domanda “perché lasciare quei locali vuoti in posto così bello” dove le persone vengono tutto l’anno a godere dello splendido paesaggio…

Prima pensa a un nome per il suo locale come ”fuori luogo” e poi decide per Fuori Rotta perché situato fuori della parte più frequentata del paese, sulla cornice volta a sud della via che lo cinge dall’alto, peraltro dove il sole anche in inverno rimane più a lungo mentre in basso va via molto presto…

Inizia come wine-bar

con qualche piatto ma, presenti tutti i vini di tutti i produttori dell’area delle Cinque Terre poi, cambia, rivolge lo sguardo solo ai vini del territorio, al solo comune di Riomaggiore e Manarola che ne fa parte, ma aggiungendo in carta vini nazionali vista la grande affluenza di turisti stranieri e la loro domanda verso i vini più noti.

2020 inizia il quinto anno per il ristorante ma già dall’anno scorso la cucina si rinnova con l’arrivo dello chef Simone Giampaoli, ricerca e attenzione per cibi del territorio ma interpretati con ricercatezza e sempre presente la qualità sopra tutto.

Abbiamo degustato

una vellutata di zucca alla salvia con crostino croccante al lardo di Colonnata in cui la tendenza dolce del piatto era in perfetta armonia con la sapidità e il finale delle erbe aromatiche.

Il polpo e le sue verdure in olio di cottura, tenerissimo, presentato in modo particolare poi trancio di pescato con mousse di ceci, cipolla borettana e aceto balsamico ma quello che ci ha incantato è stato il tournedos di maialino da latte con carciofi, arancia, mandorle e jus alla menta.

Abbiamo scelto di accompagnare i piatti con un Franciacorta Cà del Bosco dosage zèro 2012 e continuare con il Cinque Terre bianco I Magnati 2018.

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Il primo vino accompagna elegantemente l’antipasto lasciando la bocca asciutta e pulita, un sorso invitante con aromi intrecciati ai profumi delicati di fiori e frutta bianca di mela cotogna, finale lungo fresco sapido, perfetto equilibrio con i piatti.

I Magnati accompagnano il maialino e l’ombrina, giallo paglierino intenso luminoso al naso esprime profumi complessi di frutta e fiori, pieno di corpo, grande acidità e sapidità, viene vinificato in bianco senza controllo della temperatura.

Le uve di questo vino

sono coltivate in vari appezzamenti e il sito più grande è situato nella zona chiamata I Magnati, da cui il nome dell’azienda di Riccardo Fino e Davide Bordone.

Grazie a Davide per la sua ricerca e attenzione nell’interpretare al meglio e con qualità estrema un territorio che a volte è trascurato dal punto di vista eno-gastronomico perché qualunque cosa proponga fa senza problemi “cassetto”.

P.S. La giornata finisce con una sosta davanti al mare lungo la passeggiata di Riomaggiore con ancora una piccola bottiglia di Sciacchetrà a ricordare ancora una volta la bisnonna di Davide e il suo vino, di cui ho parlato nel precedente articolo, un vino che supera le barriere del tempo…

 

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 Fuori Rotta 
Via Telemaco Signorini, 48
Riomaggiore SP
+39  0187 920 838

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