Terre Apuane in un calice

· di Federica Calzolari ·


 

D

a tre anni, in estate, a Nicola di Luni, un piccolo borgo arroccato su una collinetta di 181 m che guarda in faccia il mar Tirreno, solo per un pelo in provincia di La Spezia,  si svolge un evento di un solo giorno, “Un calice in terrazza”.

Alla serata enogastronomica aderiscono cantine della costa delle Cinque terre e dell’entroterra spezzino e aziende vitivinicole toscane di confine, inserite nelle Doc Candia dei Colli Apuani  e l’interregionale Colli di Luni e in diverse Igt.

L’intento della manifestazione è primariamente turistico, ma offre anche al visitatore locale la possibilità di assaggiare vini di qualità, oltre a olio extravergine e birre artigianali prodotti nel territorio, in un contesto di svago e di bellezza, nella splendida terrazza naturale lastricata del Pianello che si affaccia sulla piana di Marinella e fa da balcone al paese.

A rendere più suggestivo il tutto, le note felpate di un’orchestrina jazz e la voce calda e suadente della sua cantante.

Diversi i produttori partecipanti il 6 luglio di quest’anno, alcuni molto noti in zona e non solo, ma la mia attenzione si è soffermata su un piccolo produttore di 15.000 bottiglie in media, un vignaiolo di nicchia che coltiva uve autoctone in due vigneti per complessivi 4 ettari di superficie terrazzata tra Lunigiana e Versilia, esposti a sud-ovest su pendii che guardano il mare a 200 m di altitudine e protetti alle spalle dalla maestosità delle Alpi Apuane.

È Terre Apuane,

un’azienda giovane, nata nel 2011, ma il cui proprietario prima di darle il via ha maturato una solida esperienza di viticoltore.

Emanuele Crudeli, funambolo e viaggiatore giramondo, una volta deciso di mettere radici, è diventato contadino-agronomo-coenologo di quel pezzo di terra rilevato dall’azienda di cui era stato operaio e dove era arrivato dopo esperienze di bracciante e di vendemmiatore nel Chianti e a Montalcino e di manodopera per Ivan Giuliani, il titolare della cantina Terenzuola, che considera un po’ il suo maestro.

Leggi anche:
Degustazione “I Vini Naturali”

Degustazione “I Vini Naturali”

Noi siamo quello che mangiamo” affermava Il filosofo Feuerbach a metà del XIX secolo… e aggiungo io, forse, anche quello che beviamo ...

La gamma è composta da cinque vini Costa Toscana IGT.

I bianchi: BiancheForme, prodotto con l’uvaggio tipico del Candia Doc, Vermentino, Albarola e Malvasia del Candia, e Perle Nuvole, vermentino in purezza. Entrambi ottenuti con una pressatura soffice delle uve, fermentazione a temperatura controllata e affinamento di sei mesi  in acciaio.

I rossi: Formarossa (Massaretta 80%, Sangiovese 20%), Vermentino NERO (Vermentino Nero 80%, Massaretta 20%), fermentati con lieviti indigeni e affinati in vasche d’acciaio, e Montesagro (Sangiovese, Massaretta e Vermentino Nero), prodotto di punta della cantina, che affina dodici mesi in barrique di rovere.

Terre Apuane non usa diserbanti, per salvaguardare la fertilità naturale del terreno e la bellezza del paesaggio verde. Minimi i trattamenti fitosanitari praticati.

Degustiamo il vermentino bianco PERLE NUVOLE Costa Toscana IGT 2018- 13% vol

Giallo paglierino luminoso, al naso subito rivela accattivanti sentori floreali di biancospino e fiore d’acacia  e fruttati di pesca tabacchiera  e di melone bianco, quindi si affacciano lievi sentori agrumati di cedro e note polverose di pietra focaia, incalzati da una spinta iodata. Il sorso è largo e appagante e nel contempo verticale, attraversato da una scia fresco-sapida che si allunga nel finale con ritorni fruttati ed una irresistibile chiusura ammandorlata. Tensione gustativa e precisa sapidità in perfetto equilibrio con la trama alcolica. Un vino di impeccabile fattura.

I terreni del vigneto La Perla , in località Bonascola, Carrara, sono in prevalenza argillosi.

Adesso assaggiamo  il Vermentino NERO Costa Toscana IGT 2017- 13% vol

Il vermentino nero tradizionalmente è coltivato in questa parte di Toscana della provincia di Massa Carrara, riscoperto verso la fine degli anni ’80 da alcuni lungimiranti produttori, dopo aver rischiato l’estinzione perché è un vitigno difficile da condurre: è sensibile alle malattie della vite ed ha una produzione incostante. Molto importanti sono la potatura e le condizioni pedoclimatiche affinché dia buoni frutti.

Spesso usato in uvaggio, nell’areale lunigianese ne esistono interessanti versioni in purezza. Qualche studioso azzarda l’ipotesi che derivi da una mutazione genetica del Vermentino bianco.

Rosso rubino  piuttosto profondo, sfodera un ventaglio olfattivo di mora di rovo, mirtillo e amarena, rosa canina, foglie di timo, pietra e note speziate di pepe nero. In bocca è di intrigante bevibilità; snello, slanciato e dinamico il sorso per il giusto equilibrio tra morbidezza, longitudinale freschezza, sapidità e fine tessitura tannica. Finale di buona persistenza . 

I terreni del vigneto Forma Alta, anch’essi in Bonascola, sono ricchi di materiale granulare siliceo.

Entrambi sono vini di grande nitore e precisione, eleganti. Essenziali, ma incisivi. Così come sobrie sono le loro etichette, disegnate da Ottorino Tonelli, minimaliste nel tratto e nei contenuti, ma mai stereotipate.

 

Condividi...

Terre Apuane di Emanuele Crudeli
Società Agricola S.r.l.
Via dei Mille, 81
Marina di Carrara MS
+39 339 201 7848




Potrebbe piacerti anche: