Degustazioni alla Baia del Silenzio
· di Olga Sofia Schiaffino ·
Due giornate all’insegna del sole primaverile e del buon vino, per questa manifestazione organizzata dalla FISAR, giunta alla terza edizione.
Vini Liguri annata 2017 in bottiglia da pochi giorni, testimoni di qualità costantemente in crescita.
Verment ing è un’azienda a conduzione familiare situata a Bonassola, nella Doc Colline di Levanto: con l’impiego di Bosco, Vermentino e Albarola racconta le differenze dei tre appezzamenti, dislocati a diversi altimetrie. Si utilizza solo acciaio ed è in costruzione la nuova cantina.
Terre di Reggimonti proviene dalla vigna più alta, a circa 600 m, suolo con presenza di argillliti e scisti, sempre ben drenato: apprezziamo la finezza e l’estrema pulizia olfattiva, la verticalità dell’assaggio, la chiusura minerale.
Terre del Salice proviene dalla zona intermedia di Montaretto, tra i 200-300 m, il naso offre sensazioni di mela, fiori gialli, accenni erbacei, lieve finale ammandorlato. Costa di Macinara avvolge per il floreale fresco e le note di frutta esotica, freschezza e sapidità ne costituiscono l’espressività in bocca, piacevole e persistente.
Bravi davvero!
Nella Doc Tigullio
abbiamo degustato un favoloso Moscato della cantina Pino Gino, da sempre impegnata a valorizzare l’espressività dei vitigni locali: Antonella è fiera (con tutte le ragioni!) di questo prodotto, arrivato ad essere coltivato nel comprensorio di Castiglione Chiavarese dai monaci nel tardo medioevo.
Ancora: la Ricolla, con un Berette (Vermentino fermentato sulle bucce) in versione non filtrata, che ci fa emozionare per l’impronta marcata del territorio.
Ca du Diau (Casa del Diavolo), un nome che suggerisce la posizione sperduta e arroccata dell’azienda, offre una elegante Bianchetta 2016 con 24 ore di fermentazione sulle bucce, viva, agile nel suo floreale fragrante, che invita alla beva, con buone persistenze.
Bisson in attesa di terminare i lavori della nuova cantina, ci delizia con Abissi, Metodo Classico, che affina nel profondo del mare, proprio al largo della Baia del Silenzio.
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U Cantin di Leivi, impressiona sempre per la ricchezza ed il bouquet suadente dello Cimixa Passito, una vera rarità.
Buranco si colloca a Monterosso al mare propone un Cinque Terre (Bosco, Albarola e Vermentino) dal colore giallo dorato, intenso, che sprigiona note erbacee e minerali, grande presenza in bocca ed una vena sapida in scia, che prolunga i sorsi.
Passando alla DOC Colli di Luni
tante conferme di qualità e impegno: Ca Lunæ della famiglia Bosoni, davvero ricca e suadente l’Etichetta Nera (Vermentino), Linero di Catia Cesare, che vinifica quella parcella detta Vigne del Generale che fu decantata da Veronelli, La Baia Del Sole con i suoi vini raffinati e il cru Sarticola, leggiadra declinazione di questo vitigno che ama il mare.
I Pilastri di Francesca Pascale a Fosdinovo, propone oltre al Vermentino Bio, quello “Nero”, molto interessante proprio per il recupero di questo clone che, come sappiamo, era quasi sparito nei vigneti; pochi anni fa Pier Paolo Lorieri di Podere Scurtarola, iniziò a studiarlo e a riprendere la sua coltivazione.
Andrea Bruzzone ci fa assaporare il suo Valpolcevera Coronata, un vino intriso di storia e tradizione: La Superba. Un omaggio a Genova con i suoi sentori di acacia e biancospino ed assolate erbe aromatiche.
Una festa incontrare Aimone di Bio Vio, che con orgoglio presenta il Vermentino ed il Pigato Marenè davvero straordinari, sapidi, impressionanti per l’eleganza e la raffinatezza dei profumi e per le differenze più che apprezzabili in questi due vitigni, peraltro geneticamente correlati.
Cascina Praiè impatta con la sua Granaccia in acciaio, Sciurbì (sorbire) che rende la succosa fruttosità della bevuta.
Dalla zona intorno a Pieve di Teco,
da Acquetico ecco Tenuta Maffone: abbiamo degustato tutti i vini a partire dai bianchi, puliti e di piacevole beva, al favoloso Sciac-trà dai sentori di fragola e ciliegia matura, all’incredibile Due Luglio, Metodo Classico da Ormeasco e i rossi prestigiosi della DOC, in cui la frutta rossa si sposa con note terrose e balsamiche, in cui i tannini creano una terza dimensione, uno spessore al vino, che si allunga in bocca con richiami di marasca in chiusura.
Cascina Nirasca, azienda di Gabriele Maglio e Marco Temesio ci conquista con il suo Ormeasco, davvero di presenza, con un corredo aromatico e gustativo coerente e piacevole, lunga persistenza.
Una Liguria sempre più – come si dice – da bere!
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