La Piotta in Oltrepò, giovani talenti crescono
La Piotta in Oltrepò, giovani talenti crescono

La Piotta in Oltrepò, giovani talenti crescono

È

Luca Padroggi che ci viene incontro, ragazzo schietto e dal piglio sicuro, che rappresenta la terza generazione alla guida de La Piotta, insieme al cugino Enrico; lui si occupa della cantina e del marketing, Enrico della vigna.

Azienda familiare dalle origini contadine: i Padroggi producono vino dal ’64, ma è nel 1985 che nonno Luigi si stabilisce sull’incantevole collina della Piotta, a Montalto Pavese, e compra una cascina circondata da campi e vigneti, con una stalla ed un ricovero per i mezzi agricoli.

Insieme al papà e allo zio di Luca, impianta i tipici vitigni oltrepadani e coltiva la terra in modo rispettoso, senza uso di pesticidi, diserbanti o fertilizzanti chimici.

Un’agricoltura sana, pulita, dal 2005 certificata biologica; una pratica che si è fatta cultura da insegnare ai nipoti, un amore per la terra e per l’ambiente che nel 2015 porta anche la certificazione vegan.

Negli anni la cantina si amplia e gli ettari di proprietà diventano 15.

In zona Piotta i suoli marnosi e calcarei con presenza di pietre sono particolarmente vocati per la coltivazione di uve pinot nero destinate alla vinificazione in bianco (il toponimo Piota, in seguito trascritto al catasto con due T per errore, significa proprio “pietra”).

Terreni ideali

e un microclima con notevoli escursioni termiche tra notte e giorno, in particolare d’estate, che non a caso fanno del territorio di Montalto, 380 m s.l.m., un’area di produzione di spumanti di pregio, ma anche di nobili riesling renani, ora più beverini, ora più potenti, a seconda della filosofia del produttore.

Un vento teso e caldo di questo afoso agosto soffia sulla terrazza che si affaccia su gran parte degli appezzamenti che guardano dall’alto la Pianura Padana.

“Attorno alla casa è tutto riesling italico. Quando si estirpa, lo si sostituisce col renano; c’è sempre meno richiesta di italico, però, se ha una buona base, regge bene 4 o 5 anni.”

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Di fronte, attraversati da una stretta strada di campagna che sale dolcemente per poi ridiscendere, gli estesi appezzamenti di Pinot nero con cloni diversi, una piccola parcella di moscato “con cui facciamo il passito e in mezzo le uve autoctone dell’Oltrepò Pavese, barbera, croatina e uva rara, e un po’ di ancellotta che insieme alla croatina utilizziamo come base dolce per la rifermentazione in autoclave della Barbera e della Bonarda frizzanti.

I vigneti sono tutti esposti a nord-est; ciò, se nell’85 rendeva un po’ problematica la maturazione, oggi, con il cambiamento climatico in atto, è diventato un vantaggio.

“Viti allevate con lo storico casarsa, 4 capi a frutto potati a 6 gemme per ridurre le rese, accanto al più attuale guyot.

La Piotta

coltiva ancora nove filari di pinot grigio impiantati nel 1930; non sono molto produttivi ma grande è il loro valore affettivo ed evocativo per l’azienda!

“Abbiamo anche 25 ettari in affitto. Col tempo si è fatta la scelta di puntare molto sul metodo classico; quindi, si è reso necessario ricercare terreni adatti.

Facendo il biologico, siccome è forte la responsabilità verso la natura e il consumatore, abbiamo deciso di coltivarli noi per avere il controllo su tutta la filiera.” 

Parte sono nei comuni limitrofi e parte a Rovescala, a 250 m s.l.m, in quel lembo di Oltrepò che si spinge verso le colline piacentine così adatto alla coltivazione della croatina (zone calde e assolate, esposte verso sud-ovest, dal terreno argilloso e sassoso).

Dalle parole di Luca, nonostante la giovane età, traspare esperienza e chiarezza di intenti nella ricerca di vini di qualità, genuini e territoriali.

Cantina iscritta alla FIVI per senso di responsabilità direi, o per educazione, visto che da sempre La Piotta vinifica le proprie uve, le tratta bene in vigna, le vendemmia a mano e in cassetta, ne fa vino dal basso contenuto di solfiti che imbottiglia e commercializza in autonomia, seguendo passo passo tutto il processo produttivo.

Forte

è il legame con il passato contadino del nonno e dei padri, che ritroviamo nei vini della linea Tradizione, tutti frizzanti, così come decisamente identitaria è la scelta di non mediare i loro spumanti da pinot nero neppure con il 15% di chardonnay concesso dal Disciplinare.

Ed anche la linea Piota, con cinque vini da monovitigno, ci racconta con schiettezza e orgoglio delle uve con cui si esprime questa terra. Per non parlare della Linea Piota Luigi Padroggi, con le riserve dedicate al fondatore.

Ma altrettanto intensa è la volontà di sperimentare, di far conoscere le potenzialità di questa zona, con vinificazioni inconsuete e nuovi approcci commerciali.

La linea 89/90, anni di nascita di Luca ed Enrico, rappresenta l’innovazione, con assemblaggi e affinamenti insoliti che guardano al futuro.

Come molti giovani di qui, i cugini Padroggi sono impegnati in un Rinascimento enologico dell’Oltrepò che finalmente renda giustizia ad una zona vitivinicola così ricca di storia e di valori autentici.

Loro lo fanno in direzione green e con modalità dinamiche e contemporanee, sfruttando il canale Horeca, come in passato l’azienda non aveva mai fatto, e proponendo degustazioni mirate in cantina e on line.

E adesso veniamo agli assaggi.

Non vedo l’ora di degustare le preziose bollicine di pinot nero che in Oltrepò si producono con successo già dalla seconda metà dell’Ottocento.

Iniziamo con lo spumante d’ingresso, l’Oltrepò Pavese Docg TALENTO 2018– Metodo classico millesimato (sboccatura maggio 2021) – 100% pinot nero – 12% vol. (5 g/l di residuo zuccherino)

“Talento” è il nome del vino, ma la retroetichetta porta ancora il marchio con cavalletto a pupitre dell’Istituto Talento Italiano a cui La Piotta aveva aderito.

Ideato nel 1996 con l’idea di identificare in modo unitario e non campanilistico lo spumante metodo classico italiano, purtroppo il progetto dell’istituto è miseramente fallito.

Un’occasione davvero persa vista la maestria italiana nel produrre bollicine! Ma questa è un’altra storia…

Giallo paglierino brillante, ha perlage fine e duraturo.

Al naso delicati sentori di mela acidula, nespola, fiori bianchi e crosta di pane.

In bocca la bollicina è stuzzicante e cremosa, con bella spinta acida e gradevole morbidezza.

Proseguiamo

con l’Oltrepò Pavese Docg NATURE 2017– Metodo classico millesimato (sboccatura gennaio 2021) – 100% pinot nero – 12% vol. (non dosato). Giallo paglierino con lievi riflessi ramati, nel calice mostra catenelle fini ed incessanti.

All’olfatto subito sentori di creme brulè, poi agrume candito, pesca gialla matura e un guizzo balsamico di eucalipto su un leggerissimo sfondo minerale.

In bocca entra secco, tagliente, poi la bollicina si fa cremosa e avvolgente, ma sempre verticale in un allungo fresco sapido vibrante e una chiusura di mandorla secca che invoglia al riassaggio.

Vino davvero ben fatto.

La gamma di spumanti include l’89/90 Pas dosè 2013, Metodo classico millesimato (60 mesi sui lieviti) – pinot nero 100% – 12 % vol., che quest’anno si è aggiudicato le quattro viti Ais.

Vino con affinamento prolungato secondo la filosofia dei due giovani cugini, purtroppo non è disponibile…

Quindi è la volta dell’Oltrepò Pavese Docg Cruasè SÜSPIR 2018 – Brut rosè – Metodo classico millesimato (sboccatura maggio 2021) – 100% pinot nero – 12.5% vol. (7 g/l di residuo zuccherino).

Rosa tenue buccia di cipolla, ha un perlage fine e persistente.

Al naso sentori di frutti rossi aciduli come amarena, ribes rosso, fragolina di bosco, e poi rosa canina e note di pasticceria.

Il sorso entra pieno e morbido, con ritorni fruttati percepiti all’olfatto; la bollicina è precisa e verticale, al contempo cremosa e appagante con una persistente freschezza e una gustosa vena sapida.

Chiusura amaricante, asciutta, nonostante il residuo zuccherino.

La criomacerazione di tre ore gli conferisce struttura.

Mi incuriosisce

anche quel vino da vigne di 90 anni. È il Provincia di Pavia IGT Piota Pinot grigio 1930 Vineyard 2020 – 100% pinot grigio, 13% vol.

Uve di tradizione dell’Oltrepò vinificate in acciaio con criomacerazione per esprimere al meglio il terroir.

2000 bottiglie.

Giallo paglierino dalle tenui sfumature ramate, profuma di albicocca e fieno con reflui minerali.

In bocca entra morbido per poi spiccare per sapidità e gradevole freschezza.

Finale ammandorlato.

Infine, non può mancare l’assaggio di un riesling renano, in questa zona denominata Valle del Riesling e gemellata con i produttori della Mosella!

Certo, alle nostre latitudini gli aromi dei vini risultano più intensi e grande è la struttura che ci si può aspettare.

Oltrepò Pavese Doc Piota Luigi Padroggi 2018 Riesling renano– 100 % riesling renano – 13.5% vol.

Criomacerazione delle uve surmature per 12 ore a 6-8 gradi – Matura un anno in bottiglia.

Giallo dorato cristallino, nel calice ruota sinuoso per consistenza.

Al naso la nota minerale vira già verso l’idrocarburo; subito dopo l’agrume maturo e la susina gialla, fieno e miele di acacia.

In bocca entra pieno, di corpo, ma diritto e sferzante per vibrante freschezza.

La nota agrumata e lievemente “tannica” si amalgama alla sapidità in un sorso lungo e rinfrescante.

Un bell’esempio di riesling oltrepadano.

Chiudiamo

con un altro “vino della terza generazione”, come spiega l’etichetta, l’89/90 Vino bianco 2019 – 70% riesling renano, 30% chardonnay – 13.5% vol.

Le uve vengono raffreddate a 4-6° per un giorno prima della spremitura soffice e della fermentazione a temperatura controllata.

Giallo dorato intenso, il ventaglio olfattivo svela lentamente nuances di glicine e fiori di campo, frutta gialla e cenni agrumati, sbuffi minerali.

In bocca entra pieno, morbido e fresco, poi arriva una lieve nota amaricante, con ritorni fruttati.

È un vino piacevole e raffinato.

Una cantina tutto sommato giovane, che sta ponendosi all’attenzione dei palati più attenti alla genuinità e alla sostenibilità ambientale con vini precisi e convincenti.

Una coccinella è il logo di questa azienda.

E di coccinelle se ne incontrano parecchie nei loro vigneti!

Con l’incessante ricerca di insetti parassiti e dannosi, sono il segnale di un’agricoltura attenta alla loro sopravvivenza.

Non fanno altro che aiutare Luca ed Enrico nella loro missione!

Un vero lavoro di squadra!

 

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 Azienda Agricola Padroggi Luigi & Figli 
Cascina Piotta, 2
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padroggilapiotta.it

 

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