Isola dei Nuraghi Perdigiornou 2016 U Tabarka Tanca Gioia
Isola dei Nuraghi Perdigiornou 2016 U Tabarka Tanca Gioia

Isola dei Nuraghi Perdigiornou 2016 U Tabarka Tanca Gioia

La passione di riscoprire e valorizzare i vitigni autoctoni

P

iacevole scoperta questo vino della cantina Tanca Gioia prodotto nell’isola di Carloforte, uvaggio Vermentino 60%, Nasco 20% e Moscato di Calasetta 20%.

La cantina nasce come idea nella mente dei fondatori durante una notte in barca a vela, una ventina di anni fa.

Tanca Gioia perché è un clos (in sardo “tanca”) in località Gioia (Carloforte sull’isola di San Pietro)

Il nome U Tabarka ricorda  i tabarchini che sono gli abitanti dell’isola di San Pietro, comprendente il comune di Carloforte e quelli del comune di Calasetta, sulla vicina isola di Sant’Antioco. Discendenti di coloni liguri stanziati nel XVI secolo nell’isola di Tabarca in Tunisia, da cui il nome e che si trasferirono nelle isole del Sulcis alla metà del XVIII secolo, costituendo nel corso dei secoli una propria parlata, il tabarchino, affine al ligure perché in maggior parte provenienti da Pegli.

Tutte le vigne

si trovano al centro dell’isola e grazie alla sabbia sono coltivate a piede franco (senza porta innesto di vite americana). Ogni metro quadro, ogni pianta è in vista del mare e soggetta alla brezza dello scirocco o del prepotente maestrale.  La coltivazione delle viti è portata avanti con trattamenti tradizionali e poca o nessuna irrigazione.

Si parla poco del valore storico e culturale delle vigne a piede franco, definite anche vigne pre-fillossera, personalmente, queste vigne mi emozionano molto, tanto da suggerirmi dopo vario tempo un viaggio proprio a S. Antioco e Carloforte per ammirarle.

Il suolo sabbioso ed il vento umido dal mare regalano vini sapidi e minerali. Tutti i vini prodotti dalla cantina vivono ed evolvono in acciaio e vetro, senza uso del legno.

Il nome del vino

pronunciato “perdigiurnu” alla genovese, ricorda gli aironi che passano la giornata su una gamba sola, immobili.

Parliamo dell’uvaggio: il famoso Vermentino; le sue origini non sono chiare ma dalla penisola iberica si sarebbe poi diffuso prima in Francia – Grosse Clarette, Malvois d’Espagne, Piccabon, Languedoc-Roussillon – in Liguria e nella zona delle Alpi Apuane poi giunse in Corsica e quindi, nella seconda metà dell’Ottocento, in Gallura.

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Il Nasco coltivato in Sardegna da tempi immemorabili è un vitigno di grande pregio e rara finezza. Il nome dialettale “Nascu” deriverebbe dal latino “Muscus” che significa muschio, a sottolineare l’inconfondibile profumo che si avverte particolarmente nel vino di qualche anno.

Il Moscato di Calasetta vitigno autoctono, aromatico.

Il colore di questo vino

è un bel giallo paglierino con riflessi dorati, naso intenso e aromatico caratterizzato da sentori salini e minerali, frutta gialla matura e una sfumatura erbacea di fieno secco.

In bocca l’alcool è integrato perfettamente nella matrice sapida, morbido, vellutato ed equilibrato, persistenza lunga e perfetta di tutte le sensazioni.

Sorso veramente invitante, io l’ho abbinato a un piatto di calamari ripieni e verdurine croccanti ma ha sostenuto perfettamente un tonno appena scottato in crosta di mandorle.

 

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Tanca Gioia Carloforte Srl Società Agricola
Isola di San Pietro
Località Gioia, Carloforte CI
  +39 335 635 9329

 

u-tabarka.it

 

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